Diminuiscono le zone ad alto rischio idraulico. Presentato un nuovo studio dell'area sud-ovest di Firenze, Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino

Una riduzione della zone ad alto rischio idraulico nella zona sud-ovest del territorio di Firenze e nelle aree limitrofe di Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino. E' uno dei dati emersi dallo studio effettuato dall'Università di Pisa e dall'Autorità di bacino dell'Arno su input dei tre comuni. I risultati dello studio sono stati presentati questa mattina in Palazzo Vecchio dall'assessore all'urbanistica Gianni Biagi, dal sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi e dal segretario dell'Autorità di bacino Giovanni Menduni.Questo studio nasce dalla necessità di definire, attraverso l'elaborazione di un modello di simulazione, nei territori del Comune di Firenze e degli altri comuni il livello dell'acqua in caso di esondazione dell'area interessata dal progetto della linea ferroviaria Osmannoro-Campi. Considerate le potenzialità di dettaglio del modello messo a punto è stato deciso di utilizzarlo anche per approfondire lo studio più ampio dell'Autorità di bacino relativo alle pericolosità idrauliche dell'intero bacino dell'Arno analizzando la zona sud-ovest del territorio del Comune di Firenze, in destra idraulica dell'Arno, e le zone contigue dei comuni di Campi Bisenzio e di Sesto Fiorentino. Uno zoom di dettaglio, quindi, che è stato effettuato dall'Università di Pisa (dipartimento ingegneria civile del professor Stefano Pagliara) e che ha consentito di fare una fotografia attuale del rischio idraulico a scala locale.La zona in considerazione è una porzione del bacino dell'Arno e dei suoi affluenti in questa area (Bisenzio, sistema delle acque alte di bonifica, canale Macinante e Mugnone). Sono state analizzate più diffusamente le aree caratterizzate da un maggior rischio idraulico e comparando i risultati del modello generale precedente con quelli del modello di dettaglio è emerso un miglioramento della situazione: oggi le aree a maggior rischio sono meno estese rispetto al 2002. Ovvero ci sono sempre alcune zone in cui continua ad essere necessario prestare particolare attenzione rispetto allo sviluppo territoriale, ma è stato evidenziato un miglioramento complessivo della sicurezza idraulica. Un risultato frutto della maggior precisione degli studi ora effettuati ma soprattutto degli interventi di messa in sicurezza ad opera degli enti competenti alla manutenzione e gestione e che hanno consentito un declassamento del livello di pericolosità in numerose zone dell'area analizzata. In dettaglio il 70% delle aree sottoposte allo studio sono stata declassate passando a classi di rischio inferiori. Tra gli interventi che hanno contribuito a questo risultato la sistemazione dell'ultimo tratto del torrente Mugnone eseguita dal Provveditorato delle opere pubbliche e dalla Provincia; il riassetto di molti canali dell'area di bonifica ad opera del Consorzio della piana fiorentina; alcuni interventi di miglioramento delle arginature del torrente Bisenzio.Per quanto riguarda la situazione attuale, la zona urbanizzata non risulta essere caratterizzata da un alto rischio di esondazione. Al contrario questo pericolo rimane significativo nelle aree poco urbanizzate, come i Renai e in alcune zone a San Donnino. Lo studio evidenzia comunque le zone in cui, nonostante il livello di rischio non sia alto, è comunque necessaria una particolare attenzione al momento della programmazione dello sviluppo urbanistico o nell'attuazione degli interventi previsti."Si tratta di un risultato molto significativo e confortante – ha precisato l'assessore Biagi – che è frutto del lavoro svolto finora in questo settore. Ovviamente è importante continuare a lavorare per realizzare il sistema di casse di espansione previsto dal Piano di bacino perché attraverso quelle sarà possibile affrancare zone ancora più grandi di territorio, con livelli di protezione più alti e con spesa minore"."Gli esiti positivi di questo studio dimostrano che la collaborazione tra le amministrazioni comunali dell'area fiorentina sta dando buoni frutti - ha aggiunto il sindaco di Sesto Fiorentino Gianassi – ed è riuscita a tenere insieme sviluppo e ambiente, crescita e sicurezza"."La declassificazione di molte aree avrà anche un beneficio economico ancora da calcolare ma che sarà sicuramente significativo sia per il pubblico che per il privato – ha precisato l'assessore Biagi – . Intervenire in un'area con un rischio minore significa infatti non dover più eseguire alcune opere costose e non più necessarie"."Questo studio è importante anche perché testimonia come il piano di assetto idrogeologico sia uno strumento in itinere – ha spiegato Menduni –, uno strumento flessibile che riesce a tener conto dell'evoluzione del territorio e ad adeguarsi. Inoltre, effettuando una nuova mappatura, ha evidenziato i benefici risultanti dalle opere che sono state realizzate sul territorio". (mf)