Lettera aperta di Nocentini (Rifondazione) agli organizzatori del convegno sulla laicità al Convitto della Calza:
Questo il testo della lettera:«Cari Colleghi, vi sottopongo una breve storia e una breve riflessione.A metà febbraio è annunciato lo sfratto esecutivo di una giovane famiglia con 2 figli, locatari di un appartamento di proprietà di una Azienda pubblica. La famiglia vive del reddito del padre, lavoratore da sei mesi presso una cooperativa, con uno stipendio massimo di 1.000 euro al mese. L'affitto fissato ammonta a 525 euro, cifra sostenibile all'inizio del contratto (2003) quando entrambi i genitori lavoravano, ma insostenibile da quando l'anno successivo il marito perse il lavoro e si è cominciato a costituire il debito dell'affitto arrivato a oltre 15.000 euro nel corso dello scorso anno. Con uno sforzo sono stati pagati alcuni mesi del 2007 e con l'aiuto del pacco viveri della parrocchia e di saltuari contributi del servizio sociale la famiglia arriva appena a fine mese ma non è in grado di coprire il debito pregresso. Le proposte "risolutorie" avanzate dai servizi sociali sono di andare a vivere fuori Firenze oppure di accogliere la madre e i bambini in una struttura convenzionata col Comune, senza il marito.La famiglia in alternativa chiede addirittura di tornare a vivere al campo Poderaccio dove ha vissuto prima della nascita dei figli con i genitori del marito.Se la prospettiva di accogliere in una struttura la donna con i bambini è economicamente sostenibile per l'Amministrazione, perché non destina la stessa cifra a coprire il debito pregresso con l'Azienda Pubblica? Quale interesse e prospettiva si apre con la divisione di una famiglia?La madre è adesso in attesa di un figlio e mi annuncia la volontà di interrompere la gravidanza perché non sa dove potrebbe nascere suo figlio. Io, che riconosco alle donne il diritto di decidere in questo senso, non sopporto che la decisione sia obbligata da uno sfratto e questa cosa non mi fa dormire. Qualcuno mi ha detto che subisco il suo ricatto. Quanto siamo contorti!Non sono io ricattata da lei, ma lei è ricattata dalla miseria.Voi proponete oggi alla città una discussione sul tema della laicità e della politica, un confronto pesantemente segnato dalla presenza di Giuliano Ferrara, promotore della moratoria sull'aborto.Voi, come Amministratori di questa città, non riuscite a trovare soluzione a questa famiglia e prendete in considerazione l'ipotesi di toglierle anche il diritto di decidere se proseguire o meno la gravidanza.Spero anche per voi notti di lucida insonnia nelle quali ripensare alla vostra funzione di Amministratori, al vostro potere come politici, all'importanza della vita di tante donne e di tante famiglie.Anna NocentiniCapogruppo Rifondazione Comunista Palazzo Vecchio»(fn)