Bosi (FI): «Sul David l'assessore Cocchi persevera nell'errore»

«Sul David di Michelangelo l'assessore regionale alla cultura Paolo Cocchi persevera nell'errore». E' quanto sostiene il consigliere di "Forza Italia verso il Popolo della Libertà" Enrico Bosi.«La polemica sul trasferimento della statua del David - ha aggiuntro Bosdi - che sembrava essersi esaurita dopo il coro di proteste e di "no" alla proposta dell'assessore Cocchi vive un nuovo capitolo alimentato da un'inusitata conferenza stampa nel corso della quale, con lo slogan "trasferire il David non è reato", si è rilanciata la pessima idea. Addirittura si è proposto l'immediato stanziamento per uno studio di fattibilità nel caso in cui il Governo non lo finanziasse. Ecco l'ennesimo caso toscano e fiorentino di come si vuole sperperare il denaro pubblico senza finalizzarlo a concreti interventi sull'arte e sulla cultura che consentano, ad esempio, la fruizione delle innumerevoli opere, sconosciute ai più, ancora giacenti nelle stipatissime depositerie museali dello Stato e del Comune».«All'assessore Cocchi - ha proseguito l'esponente del centrodestra - nel ricordare che qualche tempo fa furono resi pubblici i risultati di un approfondito esame del capolavoro che rivelarono la sua fragilità, dovuta allo stato del marmo con numerose microfratture ed un'avanzata gessificazione, suggerisco nuovamente di utilizzare il futuro auditorium per l'esposizione delle opere d'arte sopra indicate.E' giusto inoltre, mi chiedo, sottrarre un capolavoro alla sua attuale collocazione solo per ottenere una diminuizione dei flussi turistici dirottandoli ad una congestionata e caotica area semi-periferica? D'altronde la massa dei turisti rimarrebbe comunque nel centro storico perché in questo scrigno naturale dell'arte universale sono concentrate tutte le principali attrattive della nostra città.Firenze ha ben altri problemi da affrontare, specie in campo culturale, che pensare ad una finta questione di logistica dell'arte cittadina».«Ad esempio - ha concluso Bosi - l'interminabile vicenda giudiziaria ed amministrativa dell'ex-Meccanotessile la cui destinazione è stata giustamente mutata in corso d'opera perché la valutazione di insediarvi un museo di arte contemporanea era assolutamente fallimentare. A questo proposito mi sono sempre battuto perché il Museo Pecci di Prato rimanesse l'unico luogo deputato ad ospitare l'arte contemporanea, come dimostrato del resto dai finanziamenti elargiti dalla Regione Toscana». (fn)