Accordo servizio idrico, l'intervento dell'assessore Albini in consiglio comunale
Di seguito l'intervento in consiglio comunale dell'assessore alle società partecipate Tea Albini durante la discussione sull'accordo quadro per il gestore unico del servizio idrico integrato degli Ato 2, 3 e 6:"Questa importante delibera con la quale sottoponiamo alla discussione e all'approvazione del Consiglio Comunale l'Accordo Quadro per la costituzione di un gestore unico per il servizio idrico integrato negli Ato 2, 3 e 6 della Toscana giunge in questa assemblea e nei 162 Consigli Comunali che in parte si sono già espressi ed in parte si dovranno esprimere, dopo un lunga fase amministrativa e di discussione politica.Già il Programma di Mandato del Sindaco, votato dalla maggioranza di questo Consiglio, prevede a pagina 19 'Ciclo Integrato delle acque la concentrazione fra le aziende toscane per la costruzione del polo dell'Italia centrale'. Ma ancor prima con l'Accordo di Programma del 28/6/2001 i Comuni membri dell'Ato 3 avevano affermato la volontà di procedere all'integrazione dei soggetti gestori del Servizio Idrico Integrato con gli altri Ato della Toscana ed in particolare con l'Ato 2, che avevano espresso analoga volontà con un Protocollo d'Intesa sottoscritto in data 22/10/2001.A seguito dell'esperimento di procedure di evidenza pubblica per la scelta del partner industriale nelle società di gestione i Comuni degli Ato 2 e 3 hanno selezionato raggruppamenti d'impresa con mandataria Acea S.p.A., società a prevalente capitale pubblico che vede il Comune di Roma come azionista al 51%. Analoga situazione si è realizzata anche nell'Ato 6 che comprende 56 Comuni, tra cui Siena e Grosseto. Dopo un periodo necessario alla costituzione delle società con l'ingresso del partner industriale è stato ripreso il processo per l'aggregazione delle società.Il 16/3/2006 i Comuni di Firenze, Pisa, Prato, Pistoia, Empoli e il Comune di Roma hanno sottoscritto una dichiarazione d'intenti per porre in essere tutte le iniziative per integrare le società Acque S.p.A. e Publiacqua entro il triennio 2006/2008 ed estendere tale processo a società similari di altri Ato. Prima e dopo questo atto, che costituiva un coordinamento formato dai Comuni soci proprietari, è sempre stata garantita l'informazione e la discussione tra tutti i Comuni soci delle società interessate.Con la firma della Dichiarazione d'Intenti iniziava una nuova fase di approfondimento, di elaborazione e di condivisione degli obiettivi strategici di fondo che ha portato alla sottoscrizione, il 24 novembre 2007, dell'Accordo Quadro da parte dei Sindaci di Firenze, Prato, Pistoia, Empoli, Pisa, Siena e Grosseto per l'integrazione delle società Publiacqua, Acque spa e Acquedotto del Fiora. Anche questo passaggio è stato oggetto, sia prima che dopo, di numerosi incontri che si sono svolti nei tre Ato, sia nei Comitati di Patto che nelle Assemblee dei soci pubblici. Come era naturale, giusto e doveroso che avvenisse trattandosi di atti fondamentali che sarebbero stati sottoposti alle assemblee consiliari di ben 162 Comuni.Ritengo quindi ingeneroso parlare di scarsa trasparenza e di scarsa informazione, essendo comunque un atto che è sottoposto all'approvazione di tutti i Consigli Comunali, secondo le libere modalità che i loro regolamenti stabiliscono.Venendo, brevemente al merito dell'operazione strategica di aggregazione societaria che intendiamo perseguire, essa si colloca pienamente nell'ambito del processo di sviluppo e di qualificazione dei servizi pubblici locali che è largamente condiviso dalle forze politiche e sociali della Toscana e, per quanto riguarda le risorse idriche, ha visto la Toscana all'avanguardia, in Italia, nell'attuazione della legge Galli dando vita agli Ato e superando la precedente frammentazione delle forme di gestione. Ci siamo mossi per la costituzione di soggetti gestori a maggioranza pubblica, perché riteniamo che anche nella gestione il pubblico debba conservare un ruolo fondamentale, specie quando si tratta di gestire e preservare un bene pubblico essenziale e un diritto della comunità come l'acqua.Abbiamo realizzato imponenti piani di investimento nel settore acquedottistico, fognario e della depurazione, gettando le basi di un servizio idrico integrato più avanzato.Molto è ancora da fare per un miglioramento ulteriore del servizio, per la messa a norma dell'insieme degli impianti e delle reti, per il risparmio energetico, per rispondere, con soluzioni adeguate ai problemi nuovi imposti dai cambiamenti climatici e dallo sviluppo sostenibile.Si tratta, e vogliamo farlo, di aprire una fase nuova e più avanzata in cui l'attuazione di rilevanti piani d'investimento, che andrebbero supportati anche con la fiscalità generale, si combini con sviluppo di efficienza e di qualità e contenimento dei costi che soltanto gestori industriali, a scala più grande, potenzialmente regionale, possono assicurare. Un'industria più solida e di dimensione più ampia può anche cogliere risultati importanti sul piano dell'efficienza idrica, può strutturarsi più adeguatamente nel campo della ricerca e rappresentare l'occasione per lo sviluppo, mediante l'unificazione delle carte del servizio e dei regolamenti, delle relazioni contrattuali con l'utente cittadino e dei rapporti con le associazioni e soggetti preposti alla tutela dei consumatori.L'Accordo Quadro si colloca dentro questi obbiettivi strategici e ne rappresenta un naturale ed ulteriore sviluppo. Si prevede la costituzione di un'unica società a maggioranza di capitale pubblico locale destinata a divenire a tutti gli effetti affidataria delle convenzioni degli Ato 2, 3 e 6, le stesse ATO dovranno rendere armoniche e compatibili le attuali convenzioni.La concentrazione dei tre gestori industriali, di cui parliamo, non incide sui "pesi" delle compagini proprietarie in quanto lascia inalterati, e corrispondenti agli esiti delle Gare, le quote del pubblico e del partner industriale.Le partecipazioni pubbliche saranno riunificate e riscritti patti parasociali e regole di governance in modo da assicurare pari dignità a tutti i soci, ai Comuni di tutte le dimensioni, radicamento e raccordo con i territori e le popolazioni.Il Piano industriale dovrà inoltre rispondere agli obbiettivi strategici di gestione del servizio che ho richiamato: efficienza, razionalità nell'uso della risorsa, incremento investimenti, qualità del servizio, rispetto dei principi dello sviluppo sostenibile, carta dei servizi che garantisca la presenza sul territorio e l'ascolto del cittadino utente oltre che l'apertura allo sviluppo delle politiche di cooperazione.Principi che sono, ripeto, fortemente condivisi in Toscana. Sono, come quello che intendiamo sviluppare, in linea con gli indirizzi della Regione Toscana, come esplicitamente ha dichiarato il Presidente della Giunta Regionale Claudio Martini, commentando il testo dell'Accordo Quadro del 24 novembre e cito testualmente le parole di Martini "Atto coerente con le indicazioni regionali".Anzi, proprio questo Accordo e lo sviluppo delle aggregazioni societarie, può contribuire al processo di revisione che la Regione Toscana vuole portare avanti con la riduzione degli Ato o l'Ato unico regionale. Ma anche al rafforzamento industriale e territoriale delle aziende toscane e del servizio pubblico anch'esso obbiettivo strategico della Regione Toscana e di un vasto schieramento di forze sociali e sindacali.Concludo esprimendo la mia opinione su una questione che ha acceso il dibattito in questi giorni. Vale a dire l'intrecciarsi di questa nostra discussione con le valutazioni inerenti il pronunciamento dell'Autorità dell'Antitrust sui rapporti tra Acea e Suez che ha determinato una sanzione alle due società imputate di aver posto in essere, nei loro rapporti, un' intesa restrittiva della concorrenza.Considero normale che chi si oppone all'aggregazione di cui parliamo utilizzi anche questi atti per mettere frecce al proprio arco.È però doveroso sottolineare che la delibera dell'Antitrust non chiede, né comporta l'azzeramento delle risultanze di gara per la selezione del partner privato in quanto l'oggetto del pronunciamento dell'Autorità è altro ed anzi sull'operazione in questione l'Autorità era intervenuta precedentemente riconoscendo la correttezza e la legittimità del procedimento di gara. E stessa valutazione può essere espressa relativamente alle procedure e alle risultanze delle gare effettuate negli Ato 2 e 6.Se questa è la situazione reale, nessun dubbio può essere avanzato sulla correttezza del nostro operare e sulla proposta di provvedimento che la Giunta ha portato in questo Consiglio.In conclusione, ritengo che con l'approvazione di questa delibera si compia un passo avanti importante che colloca questa operazione nell'ambito più generale del processo di rafforzamento industriale delle nostre aziende partecipate e salvaguardando l'obiettiva specificità dell'acqua, tramite il mantenimento della maggioranza delle quote azionarie in mano pubblica, rafforzi quindi le aziende toscane nel panorama italiano. Recuperando, così, un ritardo che la Toscana ha accumulato rispetto alle altre regioni dell'Italia centrale e settentrionale che, di fatto, può rendere la Toscana zona di conquista".(fd)