Centro per accoglienza rifugiati, Nocentini e Diaw (Prc): «Perché il Comune non ha reso noto l'accordo con il ministero degli interni?»
«Perché il Comune non ha reso noto l'accordo con il ministero degli interni per la realizzazione di un centro polifunzionale per l'accoglienza temporanea dei richiedenti asilo e rifugiati»? E' quanto chiedono di sapere il capogruppo di Rifondazione Comunista Anna Nocentini e il consigliere Mbaye Diaw che a breve presenteranno un'interrogazione sull'argomento.«Siamo venuti a conoscenza ha spiegato Anna Nocentini - che nel mese di dicembre l'amministrazione comunale, nella persona dell'assessore all'accoglienza Lucia De Siervo, ha firmato un accordo per l'apertura a Firenze di un centro polifunzionale per l'accoglienza temporanea e assistenza in favore dei richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione umanitaria. Tale operazione si è svolta nell'assoluto silenzio e senza il coinvolgimento del consiglio comunale, né delle associazioni e senza informare i cittadini. Il centro che nascerebbe in città prosegue Anna Nocentini - prevede l'accoglienza temporanea per un periodo non superiore ai 60 giorni. Secondo l'accordo, per realizzare questa struttura il Comune concederà al ministero due immobili uno in via del Fosso Macinante e l'altro in viale Guidoni che saranno restaurati con fondi ministeriali pari a 2 milioni di euro. I due edifici avranno una capienza complessiva di 130 posti. Al Comune spetteranno i servizi di vigilanza delle strutture e di organizzazione e gestione dei servizi di accoglienza. A carico del ministero saranno poi le spese relative ai servizi di accoglienza quantificati in 55 euro al giorno per persona. L'ambiguità di fondo - evidenzia ancora la capogruppo del Prc -è che non si capisce bene che persone ospiterà il centro, né che fine faranno dopo i 60 giorni. Sia nel caso che vengano riconosciuti come rifugiati sia nel caso contrario, sicuramente rimarranno nel territori fiorentino senza un servizio né un progetto che preveda un'accoglienza successiva alla fuoriuscita dal centro. La firma di questo accordo ci sembra di una gravità assoluta aggiunge ancora Anna Nocentini -sia perché avvenuto in totale segretezza sia per le conseguenze a cui potrebbe portare».«Centri di questo tipo non potrebbero nascere in Toscana senza la presenza di una commissione territoriale ha sottolineato il consigliere Diaw - che nella nostra regione non c'è, questo dimostra che c'è stata una forzatura politica. Senza contare che la nuova struttura nascerebbe in due edifici che sono attualmente occupati, uno da cittadini stranieri e l'altro attualmente utilizzato per l'emergenza freddo; ci chiediamo allora dove andranno a finire queste persone una volta che dovranno iniziare i lavori di restauro?. In questi anni il comune di Firenze ha ricevuto finanziamenti ministeriali che in realtà ha bruciato: lo dimostra il fatto che in città circa 200 somali riconosciuti, che hanno lo status di rifugiati, vivono in un edificio in via Pergolesi in condizioni estremamente disagiate, al freddo e senza elettricità. I due milioni di euro previsti dall'accordo con il ministero dell'Interno potevano essere spesi per migliorare le varie strutture di accoglienza integrata esistenti in città e per potenziare servizi come lo Sprar (Servizio Centrale del Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati) anche questo già attivo a Firenze prosegue il consigliere Diaw - e non per creare luoghi di detenzione. Esiste un progetto dell'assessore regionale alla casa Baronti per legalizzare la struttura di via Pergolesi, mi chiedo perché il Comune ha fatto ostruzionismo e non ha voluto investire su quel progetto invece di creare un centro di questo tipo?».«L'accordo - ha concluso - è di una gravità tale che il coordinamento regionale degli stranieri lavora per invitare il consiglio degli stranieri del comune di Firenze ad autosospendersi».I due esponenti di Rifondazione Comunista presenteranno un'interrogazione «per avere risposte chiare sulla vicenda». (fn)