Rinvio delibera spa unica dell'acqua, Checcucci (AN): «La politica non si fa a colpi di mano»
«La politica non si fa a colpi di mano, ma neanche con alzate di testa, soprattutto quando non si è sicuri di farcela». Lo ha detto la consigliera di Alleanza Nazionale dopo la decisione dell'assemblea di Palazzo Vecchio di rinviare la delibera che prevedeva il via libera alla fusione di Publiacqua con altri gestori idrici della Toscana.«Giovedì pomeriggio ha ricordato la consigliera di AN - il sindaco e la giunta hanno voluto inserire, "fuori sacco", la famigerata delibera e ad essa hanno appeso la tenuta della loro maggioranza, subordinandone la prosecuzione solo nel caso in cui l'atto si fosse votato ieri. Ancora ieri mattina, l'assessore alle partecipate Tea Albini, ripetendo le parole minacciose pronunciate dal sindaco giovedì scorso, confermava che chi non avrebbe votato ieri questo accordo se ne sarebbe assunto le responsabilità e che non sarebbe stata la giunta ad andare a casa, bensì tutta la maggioranza. Ieri la delibera non è stata votata perché la maggioranza di Palazzo Vecchio che tiene su il primo cittadino non ha garantito i numeri. Ed ecco allora, il rinvio, ovvero la debacle, manifesta e sonante».«La richiesta di rinvio ha aggiunto Gaia Checcucci sommessamente pronunciata dal capogruppo del partito democratico dopo che le frenetiche e ripetute riunioni per convincere le frange della maggioranza più critiche e non allineate avevano dato un esito negativo, ovvero che al momento dell'aula non vi sarebbe stato il numero legale, è stata più che una battaglia persa. E' come se il presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi avesse posto un voto di fiducia e non l'avesse ottenuta. Analogamente il sindaco che ha voluto la fiducia e non l'ha ottenuta, dovrebbe avere la coerenza di agire secondo quanto detto, non perché glielo chiediamo noi, ma semplicemente perché è lui che ha alzato la posta».«La differenza con Prodi ha concluso la consigliera di AN è che lui ce la fa sempre per un pelo, il sindaco invece, alla prima vera sfida, non ce l'ha fatta e quando la sinistra che regge la sua maggioranza lo ha posto davanti alla scelta: "o bere o affogare" sappiamo tutti come è andata a finire». (fn)