Il consiglio comunale ricorda Manuele Auzzi
Questo il testo dell'intervento di Alberto Formigli che questo pomeriggio, in consiglio comunale, ha ricordato Manuele Auzzi, segretario metropolitano dei DS e consigliere comunale, scomparso il 2 dicembre dello scorso anno:«Signor Presidente, colleghi consiglieri, Autorità, Signore e Signori.Ho accettato l'invito del mio gruppo, il gruppo Democratico, e dell'intero Consiglio Comunale a prendere la parola oggi per ricordare Manuele Auzzi sapendo che non è certo impresa facile, specie di fronte alla sua famiglia. Non solo perché parlo di un compagno e non solo perché parlo di un amico, che ho sentito vicino indipendentemente da quanto era il tempo vissuto assieme, ma soprattutto perché è in nome di questa Assemblea cittadina che oggi ricordo uno di noi.Un uomo che rappresentava l'anima vera della nostra gente, che assomigliava a questa terra, che sapeva unire tenacia e semplicità, che non si è mai arreso ma anche che ha saputo fermarsi ad aspettare
magari quella nuova stagione come la chiama Veltroni, che purtroppo non è riuscito a vivere.E' così che ancora oggi lo immagino: mentre discuteva con tutti avendo sempre in mente un nuovo, grande ed ambizioso traguardo che ogni volta spostava in avanti, alla ricerca dell'ultima intesa che potesse davvero cambiare il mondo, sicuro che lui sarebbe stato, in ogni caso, dalla parte della sua gente.Una vita spesa e sospesa tra impegno civile e famiglia, prima nel sindacato e poi in politica con il lavoro nel PCI, attraverso tutte le sue fasi politiche, fino a ricoprire il ruolo di Sindaco del Comune di Incisa Valdarno e che si è conclusa nei banchi di questo Consiglio Comunale oltrechè con un incarico nel Consiglio Nazionale dei Democratici di Sinistra.In tanti non hanno saputo trattenere le lacrime quella brutta mattina del 2 dicembre di un anno fa. Chiunque lo conosceva gli era affezionato e ne stimava la sua limpidezza, la sua franchezza e lealtà.E' passato un anno e quel vuoto improvviso non si è colmato, anzi non c'è atto né discussione che non mi sia domandato come l'avrebbe impostata Meme, non c'è contatto né relazione umana o politica per la quale non mi sia mancato il suo modo, la sua simpatia e la sua capacità.Tanto che ancora oggi non riesco a cancellare il suo numero dalla rubrica del mio telefono, un modo infantile per dimostrarmi che nonostante la vita caotica, convulsa che vivo, non dimentico e non dimenticherò.Il vuoto non si colma ma forse l'unico modo che abbiamo per mantenere viva la memoria è ricordare
perché ricordare e raccontare è un dovere.Ed allora ricordare e raccontare: sulla rete ho trovato alcune testimonianze di trasmissioni radiofoniche nelle quali sono registrati interventi di Meme.Riascoltarlo mi ha commosso ma nuovamente mi ha fatto apprezzare la grande verità che si può desumere dalla sua figura: Meme era un uomo politico, come giustappunto recita Wikipedia: "Manuele Auzzi (Incisa in Val d'Arno, 16 dicembre 1956 - Firenze, 2 dicembre 2006) fu un uomo politico italiano".Un uomo capace di dedicarsi completamente alla politica che come diceva Enrico Berlinguer "è quella cosa che può riempire degnamente una vita" e per la quale ancora oggi può valere la pena spendere così tante energie e tempo, nella convinzione che solo così si può rappresentare e dare voce alla tua comunità e garantire a tutti l'accesso alla democrazia.Ricordare e raccontare, appunto, che la politica, quella di Meme, è un'arte e non serve avere studiato da politico per essere un buon segretario di partito, serve molta umanità e soprattutto la capacità di stare vicino, di ascoltare e di sapere interpretare le persone;così come per saper amministrare serve tenere insieme la coerenza del buon senso con la responsabilità di perseguire il bene comune ascoltando tutti, a partire da coloro che hanno di meno.Ricordare e raccontare che quella politica è al servizio della comunità e che la comunità stessa riesce ad esprimersi grazie proprio a quelle persone, a quei lavoratori, a quei cittadini che sacrificando il proprio tempo e il proprio lavoro creano le condizioni che consentono la partecipazione attiva di ognuno e che senza quelle condizioni, senza politica c'è meno democrazia.Ricordare e raccontare, soprattutto ai giovani, che quando decidiamo di impegnarsi in politica prima viene l'interesse generale e poi la nostre ambizioni personali nella consapevolezza che la politica è un lavoro che va svolto con passione e sacrificio, Meme questo ce lo ha insegnato e difronte a questo non si è mai tirato indietro.Anzi Meme ha fatto di più: ha investito sui giovani, ha costruito un gruppo dirigente giovane che rappresenta una certezza nel processo politico di oggi.Ricordare e raccontare che non basta cambiare nome ad un partito per costruire qualcosa di nuovo ma occorre riempire quel percorso di idee, di lavoro, di fatica se si vuole onorare l'impegno e la vita di quanti ci hanno portato fino ad oggi, Meme compreso.Il futuro sta sulle spalle delle persone e noi abbiamo un compito in più: completare il lavoro di Meme, far crescere i partiti nati dai DS, partito Democratico, Sinistra Democratica. Sta a noi far sì che il partito Democratico gli somigli: che sappia parlare con le persone, aperto alle contaminazioni, che selezioni la sua classe dirigente attraverso processi democratici. Un partito nel quale si abbia chiaro che non si smette mai di imparare neppure dall'ultimo sostenitore a cui si deve la stessa attenzione che si riserva al dirigente nazionale: quando dico questo so di esagerare
ma Meme era propri così.Non c'era ora del giorno e quasi della notte nella quale non potevi chiamarlo, ma soprattutto, in quell'occasione ti avrebbe ricevuto una voce pronta e un orecchio attento; una passione civile e politica che non trova uguali. Tanto che io credo che il partito o meglio i partiti, siano in realtà fatti da persone come lui, da chi è sempre pronto ad ascoltare, a correre dai compagni, a tessere rapporti, a dialogare con sindaci, ministri o sottosegretari ma anche a fermarsi ad attaccare un manifesto od organizzare una festa di partito o soltanto a non vergognarsi di rappresentare a qualcuno di quelli contano di più i problemi dell'ultimo di turno.A Firenze la responsabilità di completare il suo lavoro assume un ulteriore valore perchè qui a quel partito potremo dargli, grazie a lui, una nuova sede, una casa, la casa di Meme appunto.Questo l'ultimo grande impegno ossia quello di garantire finalmente il superamento del periodo più difficile per il proprio partito tanto da costruirgli una sede nuova e degna, in fondo con la stessa dedizione e affetto che ci lega ad un figlio: vederlo sistemato perché così possa crescere sano, indipendente e libero. Questo il suo impegno, questo il nostro impegno assunto con lo stesso sorriso che sempre ci regalava alla fine di ogni chiaccherata.Grazie Meme».(fn)