Convegno sul terrore in URSS, Bosi (Fi): "Un'occasione mancata per coinvolgere le nuove generazioni"

Questo l'intervento del consigliere di Forza Italia a proposito del convegno "Gli usi del terrore in URSS 1917 - 1953" che si è svolto oggi a Palazzo Vecchio:"L'iniziativa assunta dall'Amministrazione Comunale per ricordare le atrocità del terrore comunista in Unione Sovietica dal 1917 al 1953 e per fare il punto sugli studi intrapresi per riportare alla luce un'enorme parentesi storica, volutamente taciuta soprattutto ad opera di quell'ideologia comunista che tanti ancora in Italia professano o scimmiottano, è senza dubbio apprezzabile, ma oltre a mancare di coraggio è destinata a rimanere fine a se stessa.Le ragioni di ciò sono evidenti.L'iniziativa voluta dall'assessore alla Cultura Giovanni Gozzini è stata per lungo tempo, dopo la promessa fatta di allestirla, tenuta in una specie di dimenticatoio, salvo essere annunciata all'ultimo momento, solo a seguito di precise domande fatte dai consiglieri Enrico Bosi e Iacopo Cellai.Poca pubblicità ad un convegno cui hanno partecipato pochi ascoltatori, tra i quali appena tre consiglieri comunali di cui due di opposizione e le locandine affisse nel cortile di Palazzo Vecchio a convegno già cominciato. Dunque scarsa risonanza pubblica.Che l'argomento affrontato creasse qualche imbarazzo alla sinistra lo si è capito fin dal titolo ove non compare neppure la parola comunismo come denunciato in un precedente comunicato.Inoltre ci si ferma al 1953. Ma occorre precisare che nel 1956 ancora esistevano 37 campi di concentramento e di lavoro, spesso occultati nelle miniere siberiane e che l'intero "arcipelago" come lo ebbe a definire lo scrittore A. Solzenitzyn, chiuse soltanto 30 anni dopo, nel 1987, per opera di Gorbaciov.Ma ciò che mi preme ricordare è che il convegno costituisce senza dubbio un'occasione mancata per insegnare, specie alle giovani generazioni, quali furono gli allucinanti esiti del terrore comunista in Unione Sovietica: 62 milioni di morti di cui 39 milioni solo nei gulag e almeno 5-600 italiani, i cui destini vennero segnati dalle vigliacche delazioni del compagno Togliatti e della nomenklatura del PCI dell'epoca.Neppure il nazismo è arrivato a tanto, infierendo sul proprio popolo con tanta crudeltà e per così lungo tempo.Occorreva organizzare il convegno in altro modo e soprattutto arricchirlo di iniziative che coinvolgessero gli studenti come viene fatto sistematicamente dalle amministrazioni locali, il cui orientamento ideologico è ben noto, per la Shoah.Chissà quanto dovremmo aspettare per vedere organizzato un viaggio nei luoghi dei gulag sovietici o alle fosse di Katyn dove vennero massacrati dalla NKVD sovietica, con un colpo alla nuca, 22mila ufficiali polacchi .Per questo chiedo che vengano pubblicati gli atti del convegno e ne venga fatta una sistematica diffusione nelle scuole con giornate dedicate periodicamente all'approfondimento di quei fatti.Ma che la Toscana e Firenze in particolare siano la culla del vetero-comunismo lo dimostrano alcuni fatti incresciosi a margine del convegno.Dalle dichiarazioni di esponenti del Partito dei Comunisti Italiani che contrabbandano un semplice convegno per una mera operazione politica di maquillage del Partito Democratico e parlano invece di tacere per la vergogna, all'ennesimo atto di violenza e vandalismo (il terzo in pochi giorni) che ha distrutto la mostra organizzata dagli studenti universitari di Forza Italia nei locali della Facoltà di Scienze Politiche, per terminare col volantinaggio dei marxisti-leninisti davanti all'ingresso di Palazzo Vecchio".(lb)