Pieri e Stella (FI): "Non basta tagliare i costi della politica. Istituzioni e partecipate non devono più essere una lista di collocamento"
"La politica non è un affare ma un servizio alla società, che comporta la capacità di progettare e di decidere. Per questo istituzioni e società partecipate non deve essere più né un poltronificio né una lista di collocamento".Lo hanno dichiarato i consiglieri di Forza Italia Massimo Pieri e Marco Stella che ritengono che "oltre a tagliare i compensi agli amministratori pubblici, c'è l'esigenza di una nuova disciplina sulle nomine per impedire l'uso distorto che la politica ha fatto negli ultimi anni"."Fare politica significa assumersi responsabilità prima ancora che gestire un potere - hanno aggiunto i due esponenti del centrodestra - non basta più ridurre le spese della classe dirigente ma è venuto il momento di lavorare per una riforma del sistema che è necessaria e urgente ma che forse è ancora in tempo per salvare le istituzioni dal collasso e per evitare che l'antipolitica diventi il sentimento prevalente del Paese. Ci sono delle partecipate comunali i cui dirigenti sono diventati praticamente inamovibili e questo è inaccettabile. Fare il presidente di una partecipata non può essere una professione"."Perché chiedono Pieri e Stella la sinistra non discute della proposta di legge regionale del gruppo di Forza Italia, primo firmatario il consigliere Paolo Marcheschi, che cambia radicalmente la disciplina vigente sulle nomine e designazioni di competenza regionale? Gli affari sono, e devono sempre restare, un'attività privata, lecitamente perseguita dai privati all' interno delle regole stabilite, ma non devono interferire con la politica, né devono subire interferenze politiche. I principi fondamentali a cui si ispira si possono riassumere nel principio di trasparenza, separazione tra carriera politica e manageriale, maggiore partecipazione di cittadini e associazioni, tutela delle minoranze e rappresentanza dei generi. Le donne al pari degli uomini potranno essere chiamate a rappresentare la Regione in enti e altri organismi. Tali strumenti sono più che mai necessari a fare chiarezza e a dare certezze rispettivamente sul numero e sul tipo di nomine di competenza della Regione nonché sulle modalità e sui tempi di presentazione dei soggetti idonei per gli incarichi richiesti"."Un conto, infatti, è ridimensionare la domanda di servizi del ceto politico concludono i due consiglieri di Forza Italia ben altro è tagliare la radice di alimentazione di questa stessa domanda. Radice che consiste nell'elevato numero di componenti del ceto politico che "devono" trovare collocazione una volta "trombati". Si tratta di decine se non centinaia di ex professionisti della politica, ovvero di numeri che risultano inspiegabili alla luce di qualunque raffronto internazionale, pure con paesi di più antica e solida democrazia parlamentare". (uc)