Firenze capitale della campagna per il disarmo nucleare. Stamani a Palazzo Vecchio sindaci da tutto il mondo per dire no alle armi atomiche

Quasi duecento sindaci provenienti da tutto il mondo si sono riuniti stamani a Palazzo Vecchio in nome del disarmo nucleare, ed hanno ribadito l'impegno per dare forza, risorse e strutture alla campagna "2020 Vision", che ha come obiettivo l'eliminazione dal pianeta di ogni arma atomica entro il 2020, quando ricorrerà il 75° anniversario del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki. Primi cittadini italiani e giapponesi, irakeni e americani, inglesi e tedeschi hanno ribadito il loro impegno per la pace in un appuntamento di grande rilevanza, che ha chiuso una "tre giorni" in cui Firenze è stata la capitale dei "Mayors for Peace", l'associazione presieduta dal sindaco di Hiroshima nata sotto l'egida dell'Onu e di cui fanno parte 1.828 città in 122 nazioni e territori.Dopo due giorni in cui l'esecutivo di "Mayors for peace", composto dai vertici dell'associazione (con i sindaci di Hiroshima, Nagasaki, Firenze, Akron, Hanover, Manchester, Laakdal e Malakoff) si è riunito a porte chiuse per decidere le strategie future, stamani il Salone dei Cinquecento ha ospitato il convegno "Le città non sono bersagli. Liberiamo il mondo dalle atomiche", che ha visto una grande e convinta partecipazione."Siamo veramente onorati di aver potuto accogliere a Firenze questo evento – ha detto il sindaco Leonardo Domenici, che è anche uno dei vicepresidenti di «Mayors for peace» – anche perché in questo incontro abbiamo deciso cose importanti. La prima, è l'appello sottoscritto dai sindaci italiani per impegnarsi con ogni mezzo nella campagna per il disarmo e per allargare la rete delle città coinvolte in questo progetto. La seconda, di carattere più generale ma non meno concreta, è di far ottenere riconoscimento internazionale e istituzionale alla campagna «2020 Vision» e al ruolo di «Mayors for peace» in tutte le riunioni degli organismi che discutono della non proliferazione nucleare".Il presidente di Mayors for peace e sindaco di Hiroshima Akiba Tadatoshi ha sottolineato "la necessità di dover allargare la campagna di «Vision 2020» e fondamentali sono tutti questi sforzi che stiamo compiendo sulla scena internazionale che, in futuro, potranno contare anche su nuovi contributi finanziari, non solo dalle città di Hiroshima e Nagasaki come è stato finora, ma anche da parte delle altre città che fanno parte dell'associazione dei sindaci. È molto importante – ha proseguito il sindaco di Hiroshima Akiba Tadatoshi – il nostro progetto iniziato nel 2006 «Le città non sono bersagli» perché le città non devono mai essere bersaglio di nessun tipo di arma. Non possiamo, però, dimenticare, che nonostante tutto il nostro impegno USA, India e Corea del Nord non hanno ancora ratificato la risoluzione per la non proliferazione nucleare"."Particolarmente importante è la decisione di ospitare il prossimo incontro dell'assemblea esecutiva dell'associazione nella nostra città – ha spiegato il sindaco di Nagasaki Tomihisa Taue –. Il 2009 sarà l'anno che anticipa il rinnovo del trattato di non proliferazione nucleare e quindi speriamo che l'assemblea di Nagasaki sia una grande cassa di risonanza per affrontare i temi per l'eliminazione delle armi nucleari nel mondo".Il sindaco della città irachena di Halabja ha ricordato quello che ha vissuto il suo popolo sotto la dittatura di Saddam Hussein."Più di ogni altro popolo siamo assetati di pace e di democrazia – ha commentato il sindaco Mohamned Keder parlando in lingua curda – poiché sin dal 1968, anno di arrivo di Saddam Hussein, abbiamo subito la sua dittatura e tutto il popolo iracheno ha sofferto. Oggi che siamo qui, siamo contenti perché vediamo tante città che sono contrarie alle armi di distruzione di massa. Speriamo che altri popoli non subiscano mai quello che abbiamo dovuto soffrire noi. Vorrei rivolgere un invito a tutti i sindaci a venire nella nostra città il 16 marzo dell'anno prossimo per vedere da vicino la tragedia di Halabja".All'incontro in Palazzo Vecchio ha partecipato una folta rappresentanza di sindaci italiani, fra i quali i sindaci di Ghedi Anna Giulia Guarnirei, di Aviano Stefano del Cont Bernard, di Cassino Bruno Vincenzo Scittarelli, oltre all'onorevole Tana de Zulueta, all'assessore regionale della Toscana Massimo Toschi, al presidente del consiglio provinciale di Firenze Massimo Mattei, a Flavio Lotti del coordinamento Enti locali per la pace e a Lisa Clark dei Beati Costruttori di pace. Hanno partecipato allo svolgimento dei lavori anche il presidente del Consiglio Comunale Eros Cruccolini e Susanna Agostini, delegata per il Comune di Firenze dell'associazione Mayors for Peace.I sindaci del "Mayor for peace" si sono dai appuntamento nel 2009 quando, l'esecutivo dell'associazione terrà la "7° Conferenza Generale" a Nagasaki, durante il mese di agosto, per promuovere la collaborazione tra "Mayors for Peace" ed altre organizzazioni governative che operano per assicurare la pace nel mondo. (uc)Foto CGEA seguire, il testo dell'appello sottoscritto dai sindaci di "Mayors for Peace".LE CITTÀ NON SONO BERSAGLI !Appello dei Sindaci e dei Presidenti delle Provinceaderenti a MAYORS FOR PEACEFirenze, 23 novembre 2007Noi, membri italiani di MAYORS FOR PEACE, riuniti a Firenze per ribadire che "LE CITTÀ NON SONO BERSAGLI!", rinnoviamo il nostro impegno e la nostra ferma determinazione per un mondo libero da armi nucleari.La campagna "2020 Vision" ha come obiettivo l'eliminazione dal pianeta di ogni arma nucleare entro il 2020, quando ricorrerà il 75° anniversario del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki. Le testimonianze dei sopravvissuti dell'olocausto atomico ci ricordano la meta che vogliamo raggiungere: solo quando il mondo avrà abolito le armi atomiche, le vittime potranno riposare in pace.Alla presenza del Presidente Tadatoshi Akiba, dei Vicepresidenti e di molti Sindaci provenienti da altri paesi del mondo che fanno parte di MAYORS FOR PEACE, ci siamo riuniti a Firenze per discutere il ruolo che le città possono svolgere in difesa della pace e contro i ricorrenti rischi della competizione atomica.Come membri italiani, confermiamo la volontà di lavorare per allargare la Rete dei MAYORS al maggior numero possibile di Enti locali, per dimostrare che le nostre città hanno a cuore il futuro di tutte le città del mondo. In questo certi di interpretare le aspirazioni e la volontà delle nostre popolazioni.Esprimiamo solidarietà e amicizia ai Sindaci di Aviano e Ghedi, comuni sul cui territorio si trovano ancora oggi armi nucleari. Ci impegniamo a portare avanti la Campagna "Un futuro senza atomiche", al fine di far dichiarare l'Italia "Paese libero da armi nucleari". Sarà una campagna di popolo che potrà essere di stimolo e di ispirazione anche per le comunità locali degli altri paesi europei, che ancora ospitano armi nucleari.Tra pochi giorni ricorderemo il 20° anniversario degli accordi del 1987, che portarono allo smantellamento di 3.000 testate atomiche in Europa. Fu l'accordo che più di ogni altro contribuì a porre termine all'equilibrio del terrore negli anni terribili della Guerra Fredda.Riteniamo che sia nostro dovere completare l'opera, esigendo che anche le ultime bombe atomiche sul territorio di Stati europei non-nucleari siano smantellate, in vista di un continente libero da armi nucleari, come ripetutamente auspicato dal Parlamento Europeo.Ci impegneremo insieme ad altri sindaci, organizzazioni di società civile e governi nazionali per realizzare un bacino del Mediterraneo libero da armi nucleari, per riaffermare lo spirito di amicizia che ci lega ai Paesi vicini.L'azione delle amministrazioni locali potrà ridare slancio ai negoziati internazionali e la nostra voce dovrà essere ascoltata dai governi nazionali, affinché il mondo possa finalmente costruire la sua sicurezza su strumenti di dialogo, di politica, di relazioni trasparenti e non su strumenti di morte e di distruzione, sanciti come illegali dalla Corte Internazionale di Giustizia.PER QUESTE RAGIONInoi Sindaci e Presidenti di Province membri di MAYORS FOR PEACE· dichiariamo che "LE CITTÀ NON SONO BERSAGLI!" e chiediamo che le città abbiano pari dignità e diritto di parola nei consessi internazionali dove si discute di disarmo e di "preservare le generazioni future dal flagello della guerra";· ci impegniamo con ogni nostro mezzo e con le nostre capacità per sostenere il percorso di diplomazia dal basso, per far approvare dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite una Convenzione internazionale per la messa al bando delle armi nucleari;· ci diamo appuntamento alla riunione del Comitato Preparatorio della VIII Conferenza di Riesame del Trattato di Non Proliferazione, nel maggio 2008 a Ginevra, per presentare agli Stati il piano di MAYORS FOR PEACE per la realizzazione del Decennio del Disarmo, dichiarato dall'ONU per gli anni dal 2010 al 2020.