Cinema e donne contro ogni discriminazione, l'assessore Lastri ha conferito il Sigillo della Pace a due registe: la palestinese Badr e l'algerina Saharaoui

L'arte del cinema come occasione per promuovere la cultura del confronto e del dialogo tra diverse civiltà. Attraverso gli occhi, il talento, la creatività e la sensibilità delle donne, il cinema diventa strumento di pace, per combattere le differenti forme di discriminazione e di razzismo. Ed è proprio partendo da questo tipo di cinema, che indaga sui diversi aspetti della realtà, che stamani in Palazzo Vecchio l'assessore alla pubblica istruzione e pari opportunità Daniela Lastri, ha conferito il Sigillo della Pace, una medaglia d'argento con il logo "S.Pax et Defensio Libertatis" alla regista palestinese Liana Badr per il docu-film "Barakat!" con la seguente motivazione "Per aver creato uno stile nella documentazione, sintesi di poesia e registrazione della vita quotidiana, nella zona del conflitto simbolo della nostra epoca: la Palestina", e alla regista algerina Djamila Saharaoui per il documentario "Le porte sono aperte, qualche volta": "Per aver messo in scena il ruolo svolto dalla trasmissione della memoria tra due generazioni di donne, proponendo la soluzione non violenta dei conflitti"."Il Sigillo della Pace è un premio unico nel suo genere. E' un riconoscimento ufficiale – ha sottolineato l'assessore Daniela Lastri - che la città di Firenze conferisce ad autrici e registe che realizzano opere di grande valore artistico etico e sociale in situazioni caratterizzate da contesti fortemente ostili come la guerra, il razzismo, l'oppressione sessista intolleranza e propongono l'incontro e la conoscenza tra le culture per la risoluzione non violenta dei conflitti".Erano presenti alla premiazione circa 200 studenti del liceo classico Galileo, del liceo artistico Leon Battista Alberti, dell'Istituto Tecnico Agrario, del liceo statale Machiavelli Capponi.Il Sigillo della Pace è un premio istituito nel 1998 su iniziativa dell'assessorato alla pubblica istruzione, pari opportunità e cultura delle differenze, progetto Donna del Comune di Firenze, in collaborazione con l'associazione Laboratorio Immagine Donna, nell'ambito della 29esima edizione del Festival Internazionale di Cinema delle Donne, che si svolge a Firenze. Il "Sigillo della Pace", quest'anno alla sua decima edizione, viene conferito ogni anno ad autrici cinematografiche che realizzano opere che racchiudono tematiche come il razzismo e l'oppressione sessista, l'incontro e la conoscenza di culture per la risoluzione dei conflitti."Il Sigillo della Pace – ha sottolineato l'assessore Lastri – ha premiato, nel corso di questi dieci anni, autrici provenienti da tutto il mondo, di grande statura artistica e morale, che si battono per la dignità della persona umana, per il rispetto della vita, in favore della piena e libera partecipazione femminile alla vita sociale, per la tolleranza e l'accoglienza, per il dialogo, per la pace come diritto inalienabile e base di ogni libertà. Le loro opere, belle e coraggiose, meritano di essere conosciute da un pubblico, specie di giovani, sempre più ampio. Per questo è importante il coinvolgimento degli studenti e delle studentesse, che ogni anno partecipano alla giornata di premiazione".L'obiettivo del Sigillo è infatti quello di formare tra i più giovani un'abitudine alla visione critica e consapevole dei prodotti della comunicazione di massa, attraverso opere di valore che favoriscono l'attitudine alla partecipazione democratica, l'educazione alla non violenza e al rispetto delle diversità.Inoltre l'istituzione del premio nasce con lo scopo di far conoscere e sostenere le autrici cinematografiche attive in zone particolarmente pericolose, attraverso la diffusione di opere che, anche se di grande valore artistico ed etico, non trovano un canale adatto per farsi conoscere, e infine quello di premiare la professionalità femminile, nel campo dell'informazione mediatica e del cinema.Liana Badr è nata nel 1950 a Gerusalemme ed è cresciuta a Gerico e si è laureata in Filosofia e Psicologia all'Università araba di Beirut. Dopo l'esodo dei palestinesi dal Libano nel 1982, ha vissuto a Damasco, Tunisi, Amman. È tornata in Palestina nel 1994. Impegnata come volontaria in varie organizzazioni di donne palestinesi, ha collaborato alla rivista Al Hurriyya. Poeta e scrittrice, è stata Responsabile del Dipartimento Cinema e Audiovisivi del Ministero della Cultura Palestinese a Ramallah e redattrice del periodico del ministero: Dafater Thaqafiyya. Ha pubblicato il suo primo racconto a Beirut nel 1979, A compass for the Sunflower. Successivamente racconti, novelle, cinque libri per bambini, una raccolta di poesie e un libro sulla poetessa Fadwa Toquan, The shadow of the spoken words - Dialogue with Fadwa Toquan.Filmografia: Fadwa (2000); L'ulivo (2000); L'uccello verde (2002); Rana's wedding (di Hany Abu-Assad, sceneggiatura, 2002); Assedio. Diario di una scrittrice (2004); Le porte sono aperte, qualche volta! (2006).Djamila Sahraoui è nata in Algeria nel 1950. Laureata in Lettere ad Algeri, nel 1975 si trasferisce in Francia e si diploma in regia e montaggio all' IDHEC di Parigi. Barakat! È il suo primo lungometraggio a soggetto. FilmografiaHouria (1980); Avoir 2000 ans dans les Aurès (documentario, 1990); Prénom Marianne (documentario, 1992); La moitié du ciel d'Allah (documentario, 1996); Algérie, la vie quand même (documentario, 1999); Opération Télé-cités (documentario, 2000); Algérie, la vie toujours (documentario, 2001); Et les arbres poussent en Kabylie (documentario, 2003); Barakat! (2006).(pc)SEGUE FOTO CGE