Bosi (FI): «Rivedere la legge "Merlin", aprendo quartieri del sesso come nei paesi del Nord Europa»
Questo il testo dell'intervento del consigliere di Forza Italia Enrico Bosi:«La polemica tra i due assessori Cioni e Lastri, ribattezzati dalla stampa, "i separati in casa", ripropone ancora una volta le divisioni all'interno della Giunta fiorentina ed ovviamente fra le diverse anime della sinistra.Dopo la reiterata brutta figura delle ordinanze sui lavavetri, problema da risolvere semplicemente applicando le disposizioni comunitarie sul rimpatrio dei cittadini dell'UE privi di lavoro e senza fissa dimora, si attende il varo dell'ennesimo provvedimento burletta, questa volta sul fenomeno della prostituzione cittadina. Perché alla fine, tra chi vuole le zone controllate e chi non ne vuole affatto sapere, si rischia l'ennesimo inutile pasticcio amministrativo.Se si vuole risolvere alla radice il problema della prostituzione, togliendola dalle strade di Firenze e dintorni, occorre pensare alle soluzioni attuate da paesi che si sono dimostrati ben più civili del nostro. Per esempio i quartieri a luci rosse di Amsterdam, Amburgo, Berlino, e via dicendo, che hanno di fatto eliminato la prostituzione all'aperto, imponendo tasse e controlli medici su chi la esercita.In Italia però, tra rigurgiti di moralismo bigotto e il populismo demagogico della sinistra, si è consentito il degrado del nostro paese, ormai bivacco della prostituzione di mezza Europa.Si impone quindi una legge nazionale che affronti il problema e ponga fine al ridicolo balletto di proposte degli amministratori locali.Ripropongo il testo della mozione che ho presentato, in tempi non sospetti, il 7 settembre 2007».(fn)Questo il testo della mozione:MOZIONEOggetto: Per impegnare l'Amministrazione Comunale a predisporre iniziative e provvedimenti contro la prostituzione.Proponente: Bosi (F.I.)Il Consiglio ComunaleRicordato che la Convenzione di Shengen, nella sua relazione sul fenomeno della tratta degli esseri umani, sottolinea che la prostituzione è una moderna forma di schiavitù che colpisce nel mondo quasi 200 milioni di persone, di cui almeno 500 mila in Europa Occidentale (nella sola Italia 50 mila donne di cui almeno un terzo minorenni);Considerato come il giro di affari legato alla prostituzione sia di oltre 500 miliardi di euro, denaro questo che alimenta le organizzazioni criminali e consente di finanziare ulteriori attività criminose;Preso atto che anche a Firenze il fenomeno della prostituzione è ampiamente diffuso e che la maggior parte delle persone coinvolte provengono dall'Africa e dai Paesi dell'Est europeo ed in particolare dalla Romania, creando gravi problemi di ordine pubblico in alcuni quartieri cittadini;Viste le proposte di legge da più parti avanzate per riformare la "legge Merlin" e per dare diversa rilevanza penale ai reati connessi all'esercizio della prostituzione;Viste le proposte di creazione di zone "protette" ove poter consentire l'esercizio controllato e sicuro della prostituzione, sull'esempio di alcune città europee, sottraendo così il fenomeno al controllo del racket e allontanandolo dalle strade e dalla clandestinità;Visto il dibattito politico di questi giorni che vede coinvolti i sindaci delle principali città del paese e le autorità di governo ed il grande interesse suscitato nell'opinione pubblica da tempo desiderosa di vedere risolto questo annoso e vergognoso problemaImpegna il Sindaco e La GiuntaA farsi promotori presso il Governo nazionale per l'adozione di misure atte a reprimere il fenomeno del racket della prostituzione, proponendo ad esempio, l'istituzione di quartieri del sesso come ad Amsterdam o Amburgo, o zone cittadine dove prostituirsi liberamente sotto il controllo delle autorità;ad attivare progetti finalizzati a favorire l'abbandono della pratica della prostituzione mediante corsi di formazione professionale, sostegni per l'avviamento al lavoro, con il coinvolgimento di associazioni di volontariato e cooperative sociali;a promuovere concrete iniziative finalizzate all'eliminazione o riduzione delle cause principali del fenomeno della prostituzione, quali la povertà e le disuguaglianze sociali;ad adottare provvedimenti amministrativi quali la contravvenzione per intralcio alla circolazione stradale dei clienti e l'apposizione sistematica di divieti di sosta, anche temporanea, in zone frequentate dal giro della prostituzione.