'Tour dell'integrazione' del Ministero, Capalad e Kebe (Consiglio degli stranieri) e l'assessore De Siervo: "Un'iniziativa deludente, con un episodio di razzism
"Un episodio di vero e proprio razzismo è accaduto domenica a Firenze durante la campagna del Ministero del lavoro, della salute e politiche sociali 'Tour dell'integrazione'". E' la denuncia della presidente del consiglio degli stranieri Divina Capalad e del vicepresidente Assane Kebe.
"Il nostro assessorato - prosegue l'assessore all'accoglienza e integrazione Lucia De Siervo - già aveva intuito che l'iniziativa informativa per i cittadini stranieri non era così costruttiva come era stata delineata, perché il percorso di cittadinanza degli immigrati si fanno con ben altri strumenti e con confronti tra le varie associazioni presenti sul nostro territorio. Agli stranieri bisogna riconoscere la piena cittadinanza, ovvero riconoscerli titolari di diritti e di doveri, e non ingannarli con semplici opuscoli".
"Venerdì, sabato e domenica scorsi a Firenze - hanno spiegato i due rappresentanti del consiglio degli stranieri- è stata promossa e organizzata, come in precedenza in altre città, l'iniziativa del Ministero che aveva come obiettivo informare i cittadini stranieri attraverso un vademecum sull'integrazione. In alcune piazze sono stati installati dei gazebo dove, in teoria, dovevano esserci alcuni operatori scelti appositamente per dare informazioni sui servizi per gli stranieri. Come consiglio degli stranieri siamo stati contattati e avevamo invitato gli organizzatori qui in Palazzo Vecchio per discutere su come in mettere in pratica la manifestazione ma il nostro invito è stato rifiutato, abbiamo allora fornito, come da loro richiesto, dei contatti e numeri di telefono per coinvolgere le comunità straniere di Firenze come personale volontario. L'intera iniziativa -hanno proseguito Divina Capalad e Assane Kebe - è stata per noi una profonda delusione: in primo luogo ci chiediamo come si possa pensare di fare integrazione in soli tre giorni, mettendo a disposizione personale non adeguato e competente sulla materia? Insieme al materiale informativo e al vademecum si poteva partecipare ad un concorso a premi compilando una cartolina. In palio, citiamo le parole del bando di concorso, 'tanta pasta quanto pesa il capofamiglia, ricariche telefoniche, trasferimenti di denaro nel paese d'origine senza costi di intermediazione'. Ma che cos'è questa - proseguono la presidente e il vicepresidente Capalad e Kebe -, vera e propria elemosina e carità"?
"La cosa ancor più grave che è successa in questi giorni è stata a danno di due volontarie, una delle quali è un membro del consiglio degli stranieri di Palazzo Vecchio, a cui è stato detto da alcuni operatori del Ministero, senza troppi convenevoli:'Qui comandiamo noi, voi siete delle semplici volontarie, se non vi sta bene prendete le vostre borse e andate via, noi veniamo da Roma, voi dall'Africa, non ci vorrete insegnare le regole di comportamento?'.
"Non possiamo - hanno aggiunto Capalad e Kebe - e non vogliamo accettare che in Italia siano spacciate iniziative così vergognose e discriminatorie per progetti di integrazione e inclusione sociale. Troviamo che l'atteggiamento degli operatori sia lo specchio della superficialità e del razzismo intrinseco e offensivo all'interno dell'intero progetto. Un progetto -hanno concluso i due rappresentanti del consiglio degli stranieri - finanziato da una grande azienda di telefonia mobile e che a nostro parere ha usato un tema come l'integrazione degli immigrati soltanto per finalità pubblicitarie". (pc)
"Il nostro assessorato - prosegue l'assessore all'accoglienza e integrazione Lucia De Siervo - già aveva intuito che l'iniziativa informativa per i cittadini stranieri non era così costruttiva come era stata delineata, perché il percorso di cittadinanza degli immigrati si fanno con ben altri strumenti e con confronti tra le varie associazioni presenti sul nostro territorio. Agli stranieri bisogna riconoscere la piena cittadinanza, ovvero riconoscerli titolari di diritti e di doveri, e non ingannarli con semplici opuscoli".
"Venerdì, sabato e domenica scorsi a Firenze - hanno spiegato i due rappresentanti del consiglio degli stranieri- è stata promossa e organizzata, come in precedenza in altre città, l'iniziativa del Ministero che aveva come obiettivo informare i cittadini stranieri attraverso un vademecum sull'integrazione. In alcune piazze sono stati installati dei gazebo dove, in teoria, dovevano esserci alcuni operatori scelti appositamente per dare informazioni sui servizi per gli stranieri. Come consiglio degli stranieri siamo stati contattati e avevamo invitato gli organizzatori qui in Palazzo Vecchio per discutere su come in mettere in pratica la manifestazione ma il nostro invito è stato rifiutato, abbiamo allora fornito, come da loro richiesto, dei contatti e numeri di telefono per coinvolgere le comunità straniere di Firenze come personale volontario. L'intera iniziativa -hanno proseguito Divina Capalad e Assane Kebe - è stata per noi una profonda delusione: in primo luogo ci chiediamo come si possa pensare di fare integrazione in soli tre giorni, mettendo a disposizione personale non adeguato e competente sulla materia? Insieme al materiale informativo e al vademecum si poteva partecipare ad un concorso a premi compilando una cartolina. In palio, citiamo le parole del bando di concorso, 'tanta pasta quanto pesa il capofamiglia, ricariche telefoniche, trasferimenti di denaro nel paese d'origine senza costi di intermediazione'. Ma che cos'è questa - proseguono la presidente e il vicepresidente Capalad e Kebe -, vera e propria elemosina e carità"?
"La cosa ancor più grave che è successa in questi giorni è stata a danno di due volontarie, una delle quali è un membro del consiglio degli stranieri di Palazzo Vecchio, a cui è stato detto da alcuni operatori del Ministero, senza troppi convenevoli:'Qui comandiamo noi, voi siete delle semplici volontarie, se non vi sta bene prendete le vostre borse e andate via, noi veniamo da Roma, voi dall'Africa, non ci vorrete insegnare le regole di comportamento?'.
"Non possiamo - hanno aggiunto Capalad e Kebe - e non vogliamo accettare che in Italia siano spacciate iniziative così vergognose e discriminatorie per progetti di integrazione e inclusione sociale. Troviamo che l'atteggiamento degli operatori sia lo specchio della superficialità e del razzismo intrinseco e offensivo all'interno dell'intero progetto. Un progetto -hanno concluso i due rappresentanti del consiglio degli stranieri - finanziato da una grande azienda di telefonia mobile e che a nostro parere ha usato un tema come l'integrazione degli immigrati soltanto per finalità pubblicitarie". (pc)