Lotta alle mafie, il presidente Cruccolini e il Gonfalone alla manifestazione di Napoli

Tre giorni per non dimenticare, per affermare i valori della legalità e l'impegno civile contro tutte le mafie. E' l'iniziativa promossa a Napoli, da oggi 19 marzo a sabato 21, dalle associazioni Libera e Avviso Pubblico a cui parteciperà il presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini.
Domani il presidente Cruccolini sarà all'assemblea nazionale di Avviso Pubblico, associazione di enti locali e regionali per la formazione civile contro le mafie, alla quale il Comune di Firenze ha aderito nel giugno del 2007, anche in virtù del lavoro e della collaborazione stretta ormai da qualche anno con alcuni comuni della locride.
«In questa sede -ha spiegato il presidente Cruccolini - sarà lanciata la proposta di un impegno da parte degli enti locali per il risarcimento delle vittime». Sabato il presidente del consiglio comunale prenderà parte, assieme al gonfalone della città, alla quattordicesima "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie", un corteo che sfilerà nelle vie del centro storico di Napoli per ricordare tutte le vittime innocenti che ha causato la criminalità organizzata, contro cui viene rinnovato l'impegno di contrasto.
Nel capoluogo campano si incontreranno oltre 500 familiari delle vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di oltre 3000 familiari. Saranno presenti rappresentanti delle Ong provenienti da circa 30 paesi europee.
Durante il corteo saranno letti, ininterrottamente, i nomi delle oltre 900 vittime innocenti delle mafie: semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali.
«All'interno del corteo - ha aggiunto il presidente Cruccolini - verranno ricordate anche le vittime della strage dei Georgofili. Non dobbiamo dimenticare che le infiltrazioni della criminalità organizzata si verificano in tutto il Paese e non solo al Sud e anche la Toscana purtroppo non ne è esente». (fn)