Ataf, Rotondaro e Marzullo (Comunisti): «Solidarietà ai lavoratori, la vera ricchezza dell'azienda»

«Il risanamento di Ataf spa è possibile e semplicissimo: tagliare i maxi stipendi ai dirigenti, eliminare le inutili e costose partecipate e scommettere sull'unica, vera ricchezza dell'azienda, i lavoratori». E' quanto hanno dichiarato il capogruppo dei Comunisti Italiani Nicola Rotondaro e il consigliere Lorenzo Marzullo commentando la ricerca dell'azienda di trasporti secondo la quale «gli autisti lavorano meno e costano di più di quelli delle altre compagnie di trasporti pubblici».
«In maniera spregiudicata - hanno aggiunto - si cerca di ribaltare il problema e nascondere la verità, denigrando proprio i lavoratori ai quali va invece la nostra solidarietà. Da anni Ataf spa è alle prese con una dura battaglia di risanamento economico e intanto, almeno secondo alcuni esposti presentati da alcune sigle sindacali alla corte dei conti, dimostra di avere soldi da buttare. In questi esposti si contesta che i direttori sono sostituiti senza preavviso anche quando si sa del cambio ai vertici. Una procedura che garantirebbe a questi ultimi di ottenere risarcimenti che equivalgono a tre anni di stipendi da 280mila euro lordi all' anno».
«Perdere il posto di direttore Ataf sarebbe insomma, secondo questa ricostruzione ora al vaglio della magistratura contabile, una vera pacchia - hanno proseguito Rotondaro e Marzullo - intanto ieri il consiglio di amministrazione dell'azienda di trasporto pubblico ha varato una manovra di recupero per quasi 10 milioni di euro per portare in positivo il bilancio nel 2012 e "costruire un'azienda competitiva che affronti con determinazione le prossime gare". Un obiettivo, si spiega, "che è necessario raggiungere senza ulteriore contribuzione da parte dei Comuni soci". Come dire: non siamo capaci di risparmiare e scarichiamo la nostra inefficienza di amministratori sulla spalle degli enti pubblici».
«Con in precedenti accordi tra società e sindacati - hanno concluso i due consiglieri dei Comunisti Italiani - in nome del risanamento dell' azienda, i lavoratori hanno accettato pesanti sacrifici mentre i passeggeri si sono dovuti rassegnare all' aumento del biglietto. Ma tutto questo enorme sforzo sembra non essere servito a nulla. Invece le scaricare le colpe sui lavoratori e revocare unilateralmente gli accordi, dirigenti e amministratori dovrebbero fare un esame di coscienza e fare un passo indietro. Chi amministra Ataf deve ricordarsi che si tratta di un'azienda pubblica, finanziata dai cittadini. Si attui un vero risanamento, cominciando a eliminare le partecipate e, infine, eliminando la gestione in proprio dei contenziosi dei sinistri stradali. Una scelta, questa, che comporta solo inutili spese». (fn)