Cittadinanza onoraria a Englaro, Di Giorgi (PD): «Respinta proposta di revoca dettata da superficialità e scarso rispetto consiglio»

«Il dibattito sulla richiesta di revoca della cittadinanza onoraria a Giuseppe Englaro, presentata dal centrodestra, è stato un passaggio completamente inutile e poco rispettosa per il ruolo delle istituzioni stesse. Una ripetizione per chi non ha ritenuto sufficiente l'ampio confronto che sul tema si era svolto la settimana scorsa. Viene da chiedersi a cosa serva il consiglio comunale se, dopo una settimana e senza che siano intervenuti fatti nuovi, si rimettono in dubbio la sua attività e le sue decisioni». Questo il commento di Rosa Maria Di Giorgi dopo che l'assemblea di poalazzo Vecchio ha respinto la richiesta di revoca.
«Si evidenzia - ha aggiunto - mancanza di rispetto e volontà di giocare con le istituzioni. Questo risulta chiaro anche dalle dichiarazioni dei consiglieri Giocoli e Amato, quando ribadiscono di aver respinto la richiesta del sindaco di lunedì scorso, in cui si chiedeva di rinviare la concessione della cittadinanza onoraria per permette un approfondimento ulteriore, con il solo scopo di favorire l'emergere di spaccature nella maggioranza. Il problema è che i consiglieri del centro-destra, abituati da sempre alle semplificazioni, sono poco avvezzi alla complessità. Nel loro modo di trattare ogni argomento c'è un'innata superficialità e una preoccupante propensione alla semplificazione, sia in ambito locale che nazionale, convinti come sono di essere sempre in possesso della verità e che, comunque, c'è solo una persona che alla fine decide per davvero. Invece, il consiglio comunale esprime la sua complessità come una ricchezza, un valore aggiunto che nasce dal dibattito e dal confronto».
«Nella discussione che ha sancito la concessione della cittadinanza onoraria a Englaro - ha ricordato Rosa Maria Di Giorgi - all'interno del Partito Democratico si sono evidenziate più posizioni: da chi apprezzava il percorso umano e pubblico di Englaro, ritenendo giusta la decisione, a chi dissentiva sul tipo di riconoscimento, ritenendo altre forme più appropriate, per finire a chi non condivideva il percorso da lui seguito. Tutti, però, erano d'accordo sulla necessità di portare avanti un approfondimento e forse, l'unica forzatura è stata quella del socialista Falciani, che ha voluto accelerare la delibera».
«Questo - ha concluso la capogruppo del PD - è accaduto una settimana fa e ora, dopo che il consiglio si è espresso con voto democratico, abbiamo il dovere di rispettare l'istituzione e il valore della decisione presa. In questo mi preme ricordare anche il principio di laicità a cui si ispira il nostro operato e il diritto dell'istituzione a potersi esprimere liberamente, senza doversi sottoporre a giudizi provenienti da altre sfere ad essa estranee. Il nostro atteggiamento in questo è coerente e ribadiamo la sovranità del Consiglio attraverso la difesa del voto che lo stesso ha liberamente, dicendo no alle strumentalizzazioni del centrodestra». (fn)