Ex panificio militare, Stella (FI-PdL) e Alessandri (AN-PdL): «Il sindaco spieghi cosa si può fare su quell'area»

«Il sindaco chiarisca la posizione dell'amministrazione sull'ex panificio militare in via Mariti e spieghi al consiglio comunale cosa si può fare su quell'area». La richiesta è stata avanzata da Marco Stella (FI-PdL) e Stefano Alessandri (AN-PdL).
«Stamani i lavori all'interno dell'area sarebbero ripartiti - hanno aggiunto i due consiglieri dell'opposizione - pochi mesi fa il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso delle imprese private che avevano cominciato a costruire soltanto sulla base di alcune dia. Poi è stato avviato un nuovo percorso di concertazione con i residenti, l'amministrazione e i privati proprietari dell'area».
«Oggi, invece - hanno sottolineato - ci troviamo nella situazione che i privati, legittimamente, hanno fatto ripartire i lavori.
Occorre fare veloce per gestire il processo insieme ai residenti, nel rispetto del tessuto urbano del quartiere. Ancora una volta il Comune si è rilevato un interlocutore non credibile. Lo sanno bene i cittadini che di "partecipazione" ne sentono solo parlare ma lo sanno bene anche gli imprenditori che a Firenze investono sempre più raramente».
«La storia dell'ex panificio militare - secondo Stella e Alessandri - è un esempio di quanto poco si possa contare su questa maggioranza che governa la nostra città. La caserma Guidobono di via Mariti, più conosciuta come ex panificio militare, ha una superficie complessiva è di 15.886 metri quadri, quella scoperta di 9.822 metri quadri, e quella coperta, su vari piani, di 10.500 metri quadri. Il ministero della difesa la mette in vendita con asta pubblica e il Comune, che può esercitare il diritto di prelazione sull'acquisto, decide di non farlo perché non ha i 5 milioni di euro necessari. Peccato però che poco più tardi deciderà si sborsare una cifra simile per l'abbattimento parziale e ricostruzione del parcheggio interrato della Fortezza. Il 23 marzo 2002 il Comune firma con il ministero un protocollo di intesa dicendo che per l'amministrazione fiorentina la priorità fra i diversi interventi era per l'ex panificio».
«Nella circostanza - ricordano i due esponenti del centrodestra - all'assessore Tea Albini dichiara che si tratta di una struttura importante per le esigenze di un quartiere che soffre della mancanza di centri di aggregazione e di ritrovo per i cittadini e che l'idea è di utilizzarla per realizzare una nuova piazza, una scuola e per insediamenti abitativi. Il 1° settembre 2003 il vicesindaco Giuseppe Matulli e l'assessore all'urbanistica Gianni Biagi ribadiscono le priorità dell'amministrazione comunale: "questa area deve svolgere un ruolo centrale nel quartiere e gli investimenti quindi devono avere come elemento prioritario e fondamentale la realizzazione di una piazza, servizi pubblici e abitazioni. E' invece esclusa la destinazione commerciale ad eccezione di piccoli negozi di vicinato a integrazione della dotazione della zona". Il 27 luglio 2004 viene avviata la fase progettuale e l'assessore Biagi dichiara: "il piano strutturale prevede la realizzazione di residenze, spazi e attrezzature pubbliche, locali destinati a piccolo commercio, aree verdi, parcheggi pubblici e privati. Il progetto è il primo intervento che segue le indicazioni contenute dal piano strutturale recentemente adottato dal consiglio comunale. E' quindi il primo in cui si applica la norma che prevede che il 20% della superficie utile lorda destinata a residenze sia destinato all'affitto o comunque a edilizia convenzionata". Insieme a Biagi interviene anche l'assessore alla partecipazione Cristina Bevilacqua ribadendo che è stato "avviato il percorso di partecipazione in cui saranno coinvolti le istituzioni, in primo luogo il consiglio comunale e il consiglio di Quartiere, i cittadini e i soggetti che rappresentano le varie istanze sociali. Sarà un'esperienza utile per definire un modello di progettazione partecipato agli interventi che interessano la città».
«Dal 2002 al 2004 ovvero nella fase progettuale e di presentazione - hanno rilevato Stella e Alessandriu - sono intervenuti sul tema tre assessori e tutti hanno ribadito le linee del progetto, il fatto che fosse "partecipato" e che le "osservazioni costruttive, richieste potranno essere un importante contributo alla definizione di un progetto di recupero". Il progetto viene fatto e per mesi il progetto è, appunto, quello. L'assessore all'urbanistica gira l'Italia per convegni internazionali presentando il progetto come innovativo ma nessuno dall'amministrazione dice qualcosa. Il 12 aprile 2005, durante una seduta del consiglio di quartiere 5 sul tema l'assessore Biagi dichiara che il progetto non esiste più. Dal 2005 a oggi il Comune non ha dato risposte né ai cittadini che hanno presentato le osservazioni né agli imprenditori che avevano acquistato l'area. Si scopre solo qualche settimana fa che il nuovo proprietario dell'area ha presentato otto "dichiarazioni di inizio attività" che stravolgono totalmente il progetto conosciuto dai cittadini che il l'amministrazione ha però bloccato.
A questo punto il sindaco spieghi a Firenze e ai cittadini cosa è possibile fare su quell'area». (fn)