Cittadinanza onoraria a Englaro, Nocentini (Rifondazione Comunista): "Un dibattito sul quale non si può cambiare idea
"Su una questione fondamentale come la delibera di ieri sulla cittadinanza a Beppino Englaro, non possiamo pensare di entrare nel dibattito in consiglio, con un'idea e poi si possa cambiare". E' quanto afferma la capogruppo di Rifondazione Comunista Anna Nocentini, dopo il dibattito avvenuto ieri in consiglio comunale sulla decisione di approvare la delibera sul conferimento della cittadinanza onoraria a Beppino Englaro.
"Paradossalmente questo può succedere in un atto come il bilancio, se un consigliere d'opposizione valutasse che nel merito c'è la condizione per cambiare parere - sottolinea l'esponente di Rifondazione Comunista - ma non su questioni fondamentali, come quella che sottintendeva la delibera di ieri, costruite nell'arco di una vita e condivise con le persone che un consigliere rappresenta. Prendere in considerazione che ci possa essere uno scambio che possa motivare un cambiamento di pensiero sui valori fondamentali fa orrore alla politica. Le richieste di rinvio erano strumentali, inutili, e destinati all'inefficacia, visto il tema in discussione".
"Non sono stupita ma scandalizzata - sottolinea la capogruppo Nocentini - dall'intervento a gamba tesa della Curia fiorentina che esprime un giudizio sul funzionamento delle istituzioni, e che non può che indebolire le istituzioni stesse; dal nostro punto di vista quando si parla del corpo delle persone è inaccettabile che ci sia tanta energia nell'affrontare il tema del fine vita e tanta poca energia quando nella nostra città le persone vengono valutate solo in base al loro misero corpo. Mi domando perché la chiesa fiorentina non abbia, con la stessa energia e gli stessi toni definitivi, condannato tutti quegli interventi che quanto meno spaventano, che fanno paura ai poveri, ai lavavetri e ai mendicanti della nostra città".
"E' infine inaccettabile - conclude Nocentini - che si sottolinei da più parti la questione del metodo, vale a dire dei tempi brevi e della parzialità del voto favorevole. E' del tutto evidente che siamo di fronte ad una questione così fondamentale, da mesi alle cronache della ribalta e da anni nella discussione del Paese, e i molti che ora alzano la voce l'avrebbero potuta affrontare, mentre è pretestuoso attaccarsi proprio alla questione dei tempi. Non è un caso che già nel 2007 la commissione affari istituzionali, che presiedo, abbia promosso dentro Palazzo Vecchio un convegno sul tema della laicità, al quale però, solo un consigliere, oltre alla sottoscritta, presero parte". (pc)
"Paradossalmente questo può succedere in un atto come il bilancio, se un consigliere d'opposizione valutasse che nel merito c'è la condizione per cambiare parere - sottolinea l'esponente di Rifondazione Comunista - ma non su questioni fondamentali, come quella che sottintendeva la delibera di ieri, costruite nell'arco di una vita e condivise con le persone che un consigliere rappresenta. Prendere in considerazione che ci possa essere uno scambio che possa motivare un cambiamento di pensiero sui valori fondamentali fa orrore alla politica. Le richieste di rinvio erano strumentali, inutili, e destinati all'inefficacia, visto il tema in discussione".
"Non sono stupita ma scandalizzata - sottolinea la capogruppo Nocentini - dall'intervento a gamba tesa della Curia fiorentina che esprime un giudizio sul funzionamento delle istituzioni, e che non può che indebolire le istituzioni stesse; dal nostro punto di vista quando si parla del corpo delle persone è inaccettabile che ci sia tanta energia nell'affrontare il tema del fine vita e tanta poca energia quando nella nostra città le persone vengono valutate solo in base al loro misero corpo. Mi domando perché la chiesa fiorentina non abbia, con la stessa energia e gli stessi toni definitivi, condannato tutti quegli interventi che quanto meno spaventano, che fanno paura ai poveri, ai lavavetri e ai mendicanti della nostra città".
"E' infine inaccettabile - conclude Nocentini - che si sottolinei da più parti la questione del metodo, vale a dire dei tempi brevi e della parzialità del voto favorevole. E' del tutto evidente che siamo di fronte ad una questione così fondamentale, da mesi alle cronache della ribalta e da anni nella discussione del Paese, e i molti che ora alzano la voce l'avrebbero potuta affrontare, mentre è pretestuoso attaccarsi proprio alla questione dei tempi. Non è un caso che già nel 2007 la commissione affari istituzionali, che presiedo, abbia promosso dentro Palazzo Vecchio un convegno sul tema della laicità, al quale però, solo un consigliere, oltre alla sottoscritta, presero parte". (pc)