Cittadinanza onoraria a Englaro, Falciani (PS): «E' il simbolo di un Paese che crede ancora al rispetto e non all'arroganza»
Questo il testo dell'intervento di Alessandro Falciani, capogruppo del Partito Socialista:
«In questi mesi Beppino Englaro è divenuto un simbolo.
Il simbolo forse migliore di un Paese che sembra avere smarrito il senso dello stato di diritto, il simbolo chiaro e per certi versi crudele di un Paese che soffre eppure non si arrende - come ha scritto recentemente Roberto Saviano- il simbolo di quella parte del Paese che crede ancora alle istituzioni, alla libertà, all'autonomia dei poteri.
Beppino Englaro è divenuto il simbolo di un Paese che crede ancora al rispetto e non all'arroganza.
Noi non pensiamo che Beppino sia un eroe o un martire: semmai lo è stata sua figlia morta, o forse rinata in un letto della clinica La Quiete di Udine un mese fa, mentre tutto intorno un Paese accanito e morboso e una politica debole e addormentata hanno dimenticato di chiederle semplicemente scusa.
Ma non per questo chiediamo che Beppino Englaro diventi cittadino onorario di Firenze.
Tra Berlusconi e Napolitano, durante la dura crisi istituzionale che il primo ha voluto creare, ci siamo schierati col secondo e quindi con Beppino Englaro, il simbolo migliore e più vero di un Paese invece smarrito, anestetizzato, tramortito dalla cultura della superficialità.
Nel febbraio scorso abbiamo approvato una risoluzione manifestando al Presidente della Repubblica stima e adesione alla sua azione in cui la sua coerenza in difesa della costituzione era giudicata come la maggior garanzia per il popolo italiano
Ma non solo perché Beppino Englaro si è trasformato nel simbolo di quella parte del Paese che difende la Costituzione, chiediamo che diventi cittadino onorario di Firenze.
Lo chiediamo perché crediamo che una città come la nostra debba andare fiera di persone come lui, crediamo che ogni città del mondo meriti di avere tra i propri figli un uomo che si è battuto per se stesso, per la libertà di una scelta, per il rispetto di una volontà.
Lo chiediamo perché Beppino Englaro ha fatto della propria dolorosa storia personale una battaglia in difesa della legalità, dello stato di diritto e quindi laico dell'umanità e della civiltà, che ha dato la spinta decisiva, dopo anni di stasi del Parlamento, alla elaborazione di una legge sul tema del testamento biologico, che rischia peraltro di essere inquinata da posizione ideologiche che distolgono dalla centralità della tutela dei diritti.
Sarebbe stato più comodo per lui portare, in silenzio e senza clamore, sua figlia in una casa di cura privata, dove di fatto si pratica l'eutanasia o presso una struttura sanitaria estera, dove questa procedura di fine vita è consentita.
Chiediamo la cittadinanza per Beppino Englaro perché attraverso questo atto prestigioso si possa sostenere con maggior forza, anche per l'eco che avrà sui media e tra la pubblica opinione, l'art. 32 della Costituzione per cui, in merito alle cure " la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana", come confermano le decisioni giurisprudenziali in due sentenze della Corte di Cassazione, una del 2007, l'altra del 2008. E come coerente conseguenza della Risoluzione approvata dal Consiglio Comunale del 2 marzo scorso su proposta del gruppo de La Sinistra " In merito alla approvazione di una legge sul testamento biologico in sede parlamentare" che prendendo le mosse dalla tragica vicenda di Eluana Englaro " dia priorità assoluta alle scelte del singolo individuo"
D'altra parte prese di posizioni come queste sono comuni a tutti coloro che lottano per l'affermazione di uno Stato laico e giusto, come quella di Don Alessandro Santoro quando ha affermato pochi giorni fa "non riesco più a fare silenzio e mi sento di stare dalla parte di chi crede nell'autodeterminazione e vuol salvaguardare l'articolo 32 della Costituzione italiana: "[...] Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana"... E tutto questo in nome del mio essere cittadino, credente, prete di questa chiesa che dovrebbe essere testimone credibile di amore e di com-passione".
Beppino Englaro segue, rappresentato dal suo avvocato Giuseppe Campeis che ne è socio, alle iniziative della associazione " Liberi di decidere" di Firenze, che ha svolto nei giorni scorsi due iniziative sul Testamento Biologico al Teatro Puccini.
Martedì scorso, partecipando all'iniziativa, ho comunicato che nel corso della mattinata la commissione sanità aveva approvato la delibera sul conferimento della cittadinanza onoraria a Beppino Englaro e che lunedì (cioè oggi) sarebbe stata discussa in consiglio comunale. Le oltre mille persone presenti, compresa la collega Claudia Livi, si sono unite in uno scrosciante e entusiastico applauso. Tutti cattolici e laici, col minimo comun denominatore del rispetto della costituzione e dello stato di diritto. Appunto della visione laica dell Stato.
Il nostro Regolamento non prevede l'unanimità come requisito per assegnare la cittadinanza onoraria. Nel 2000 è stata conferita al vescovo del Ciapas Samuel Ruiz con 7 voti contrari, nel 2006 allo scrittore Rigoni Stern con 3 voti contrari.
Nemmeno Roberto Benigni nel 1999 ebbe l'unanità. E nemmeno Sandro Pertini, nel Consiglio Comunale del 19 marzo '85, Sindaco Lando Conti, - quando già era Presidente della Repubblica ebbe l'unanimità, registrando due voti contrari.D'altra parte la nostra è una città di parte, medaglia d'oro della resistenza, la città dei Calamandrei, dei Rosselli, dei Don Minzoni dei Fanciullacci e dei Pertini, come Di Don Mazzi e Don Santoro uomini di parte che hanno onorato e onorano con le loro battaglie eticamente orientate la nostra città.
Se all'interno della coalizione di Centro Sinistra vi sono opinioni diverse, ritengo questa circostanza una risorsa e non un problema.
Siamo come una squadra di calcio: chi gioca all'attacco, chi in difesa, chi all'ala destra, chi all'ala sinistra.
L'importante è vincere la partita».
(fn)
«In questi mesi Beppino Englaro è divenuto un simbolo.
Il simbolo forse migliore di un Paese che sembra avere smarrito il senso dello stato di diritto, il simbolo chiaro e per certi versi crudele di un Paese che soffre eppure non si arrende - come ha scritto recentemente Roberto Saviano- il simbolo di quella parte del Paese che crede ancora alle istituzioni, alla libertà, all'autonomia dei poteri.
Beppino Englaro è divenuto il simbolo di un Paese che crede ancora al rispetto e non all'arroganza.
Noi non pensiamo che Beppino sia un eroe o un martire: semmai lo è stata sua figlia morta, o forse rinata in un letto della clinica La Quiete di Udine un mese fa, mentre tutto intorno un Paese accanito e morboso e una politica debole e addormentata hanno dimenticato di chiederle semplicemente scusa.
Ma non per questo chiediamo che Beppino Englaro diventi cittadino onorario di Firenze.
Tra Berlusconi e Napolitano, durante la dura crisi istituzionale che il primo ha voluto creare, ci siamo schierati col secondo e quindi con Beppino Englaro, il simbolo migliore e più vero di un Paese invece smarrito, anestetizzato, tramortito dalla cultura della superficialità.
Nel febbraio scorso abbiamo approvato una risoluzione manifestando al Presidente della Repubblica stima e adesione alla sua azione in cui la sua coerenza in difesa della costituzione era giudicata come la maggior garanzia per il popolo italiano
Ma non solo perché Beppino Englaro si è trasformato nel simbolo di quella parte del Paese che difende la Costituzione, chiediamo che diventi cittadino onorario di Firenze.
Lo chiediamo perché crediamo che una città come la nostra debba andare fiera di persone come lui, crediamo che ogni città del mondo meriti di avere tra i propri figli un uomo che si è battuto per se stesso, per la libertà di una scelta, per il rispetto di una volontà.
Lo chiediamo perché Beppino Englaro ha fatto della propria dolorosa storia personale una battaglia in difesa della legalità, dello stato di diritto e quindi laico dell'umanità e della civiltà, che ha dato la spinta decisiva, dopo anni di stasi del Parlamento, alla elaborazione di una legge sul tema del testamento biologico, che rischia peraltro di essere inquinata da posizione ideologiche che distolgono dalla centralità della tutela dei diritti.
Sarebbe stato più comodo per lui portare, in silenzio e senza clamore, sua figlia in una casa di cura privata, dove di fatto si pratica l'eutanasia o presso una struttura sanitaria estera, dove questa procedura di fine vita è consentita.
Chiediamo la cittadinanza per Beppino Englaro perché attraverso questo atto prestigioso si possa sostenere con maggior forza, anche per l'eco che avrà sui media e tra la pubblica opinione, l'art. 32 della Costituzione per cui, in merito alle cure " la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana", come confermano le decisioni giurisprudenziali in due sentenze della Corte di Cassazione, una del 2007, l'altra del 2008. E come coerente conseguenza della Risoluzione approvata dal Consiglio Comunale del 2 marzo scorso su proposta del gruppo de La Sinistra " In merito alla approvazione di una legge sul testamento biologico in sede parlamentare" che prendendo le mosse dalla tragica vicenda di Eluana Englaro " dia priorità assoluta alle scelte del singolo individuo"
D'altra parte prese di posizioni come queste sono comuni a tutti coloro che lottano per l'affermazione di uno Stato laico e giusto, come quella di Don Alessandro Santoro quando ha affermato pochi giorni fa "non riesco più a fare silenzio e mi sento di stare dalla parte di chi crede nell'autodeterminazione e vuol salvaguardare l'articolo 32 della Costituzione italiana: "[...] Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana"... E tutto questo in nome del mio essere cittadino, credente, prete di questa chiesa che dovrebbe essere testimone credibile di amore e di com-passione".
Beppino Englaro segue, rappresentato dal suo avvocato Giuseppe Campeis che ne è socio, alle iniziative della associazione " Liberi di decidere" di Firenze, che ha svolto nei giorni scorsi due iniziative sul Testamento Biologico al Teatro Puccini.
Martedì scorso, partecipando all'iniziativa, ho comunicato che nel corso della mattinata la commissione sanità aveva approvato la delibera sul conferimento della cittadinanza onoraria a Beppino Englaro e che lunedì (cioè oggi) sarebbe stata discussa in consiglio comunale. Le oltre mille persone presenti, compresa la collega Claudia Livi, si sono unite in uno scrosciante e entusiastico applauso. Tutti cattolici e laici, col minimo comun denominatore del rispetto della costituzione e dello stato di diritto. Appunto della visione laica dell Stato.
Il nostro Regolamento non prevede l'unanimità come requisito per assegnare la cittadinanza onoraria. Nel 2000 è stata conferita al vescovo del Ciapas Samuel Ruiz con 7 voti contrari, nel 2006 allo scrittore Rigoni Stern con 3 voti contrari.
Nemmeno Roberto Benigni nel 1999 ebbe l'unanità. E nemmeno Sandro Pertini, nel Consiglio Comunale del 19 marzo '85, Sindaco Lando Conti, - quando già era Presidente della Repubblica ebbe l'unanimità, registrando due voti contrari.D'altra parte la nostra è una città di parte, medaglia d'oro della resistenza, la città dei Calamandrei, dei Rosselli, dei Don Minzoni dei Fanciullacci e dei Pertini, come Di Don Mazzi e Don Santoro uomini di parte che hanno onorato e onorano con le loro battaglie eticamente orientate la nostra città.
Se all'interno della coalizione di Centro Sinistra vi sono opinioni diverse, ritengo questa circostanza una risorsa e non un problema.
Siamo come una squadra di calcio: chi gioca all'attacco, chi in difesa, chi all'ala destra, chi all'ala sinistra.
L'importante è vincere la partita».
(fn)