Musei comunali, domenica per l'8 marzo ingresso gratuito alle donne. E al Museo dei ragazzi si raccontano le "Storie di matrimoni nella Firenze della Controrifo
Ingresso gratuito ai musei comunali a tutte le donne domenica 8 marzo.In occasione della festa della donna il Museo di Palazzo Vecchio, la Cappella Brancacci, il Museo di Santa Maria Novella saranno gratuiti alle donne. Non solo In occasione della Festa della Donna presso il Museo dei ragazzi si narreranno le "Storie di matrimoni nella Firenze della Controriforma" (prenotazione obbligatoria ai numeri 055 2768224 o 055 2768558). Gli appuntamenti sono tre: dalle 11,30 alle 13,00 la storia è quella delle " Le nozze della principessa Lucrezia de' Medici. Il matrimonio nelle classi dominanti"; dalle 14,30 alle 16,00 "La storia della balia Cassandra e di Francesca da Settignano. Il matrimonio nelle classi popolari" E poi dalle 16:30 alle 18,00 si narrerà "La storia della monaca Costanza e della vedova Dianora. Il matrimonio mistico". Per quanto riguarda il Museo di Santa Maria Novella dalle 9 alle 17 ci sarà anche l'apertura straordinaria in occasione della IX edizione della manifestazione ARTOUR-0 2009 il MUST - Museo Temporaneo Firenze - Shanghai -Yiwu-Roma. L'iniziativa, promossa da Ellequadro Events in collaborazione con il Comune e con le istituzioni, fondazioni, associazioni e Gallerie d'arte italiane e straniere consiste nel realizzare un percorso d'arte nel centro cittadino in siti individuati e riconosciuti come simboli di Firenze. Nel Museo di santa Maria Novella saranno esposte opere di Claudia Ballesio, Carlo Bernardini, Brunivio Buttarelli, Mirta Carroli, Carlo Lorenzetti, Luisa Mazza, Stefano Soddu, Daniele Nitti Sotres.
Per quanto riguarda le storie dei matrimoni nelle Sale dei Quartieri monumentali di Palazzo Vecchio si trovano alcune significative raffigurazioni di matrimoni. Nella Sala di Clemente VII, nel Quartiere di Leone X, due affreschi illustrano le nozze di Caterina de' Medici con il Delfino di Francia, officiate dallo stesso Papa e quelle di Alessandro de' Medici con Margherita d'Austria, mentre nel soffitto della Sala delle Sabine, nel Quartiere di Eleonora, sono dipinte Le donne sabine che mettono pace fra i mariti romani e i parenti sabini a rappresentare in una società, ancora non regolata dalla legge, il primo legame coniugale e la prima alleanza tra popoli. Tre importanti raffigurazioni riferite ai legami coniugali che, tuttavia, non rimandano certo a sogni d'amore, ma a rapporti di potere, alleanze politiche e militari. Ed è per questa ragione che il Museo dei Ragazzi - grazie al determinante sostegno di Unicoop Firenze - ha dedicato un trittico al matrimonio nella società fiorentina del secondo Cinquecento, attraverso tre pièce teatrali che intendono restituire alla storia lo spessore e l'emozione della vita. Se la microstoria del matrimonio di Lucrezia de' Medici, figlia di Cosimo I e di Eleonora di Toledo, con Alfonso d'Este è stata scelta in quanto rappresentativa delle tipiche modalità coniugali delle famiglie regnanti, la vicenda della monaca Costanza e della vedova Dianora affronta il tema del matrimonio con Dio, non di rado, un legame imposto dalle famiglie per ragioni essenzialmente economiche, di salvaguardia dei patrimoni, mentre la pièce dedicata alla balia e alla popolana mostra il misero matrimonio dei poveri, dove pure nulla rimanda ai sogni d'amore.. Ogni pièce ha la durata di circa 20-25 minuti ed è seguita dalla conversazione del pubblico con i personaggi storici che restano in scena. Nel dialogo fra i visitatori e i personaggi si genera il confronto fra due paesi stranieri: la nostra comune attualità e il tempo della storia, dove gli uomini e le donne nascevano, amavano, odiavano, lavoravano, si riproducevano, pregavano, morivano come noi, ma in modo totalmente diverso.(lb)
Per quanto riguarda le storie dei matrimoni nelle Sale dei Quartieri monumentali di Palazzo Vecchio si trovano alcune significative raffigurazioni di matrimoni. Nella Sala di Clemente VII, nel Quartiere di Leone X, due affreschi illustrano le nozze di Caterina de' Medici con il Delfino di Francia, officiate dallo stesso Papa e quelle di Alessandro de' Medici con Margherita d'Austria, mentre nel soffitto della Sala delle Sabine, nel Quartiere di Eleonora, sono dipinte Le donne sabine che mettono pace fra i mariti romani e i parenti sabini a rappresentare in una società, ancora non regolata dalla legge, il primo legame coniugale e la prima alleanza tra popoli. Tre importanti raffigurazioni riferite ai legami coniugali che, tuttavia, non rimandano certo a sogni d'amore, ma a rapporti di potere, alleanze politiche e militari. Ed è per questa ragione che il Museo dei Ragazzi - grazie al determinante sostegno di Unicoop Firenze - ha dedicato un trittico al matrimonio nella società fiorentina del secondo Cinquecento, attraverso tre pièce teatrali che intendono restituire alla storia lo spessore e l'emozione della vita. Se la microstoria del matrimonio di Lucrezia de' Medici, figlia di Cosimo I e di Eleonora di Toledo, con Alfonso d'Este è stata scelta in quanto rappresentativa delle tipiche modalità coniugali delle famiglie regnanti, la vicenda della monaca Costanza e della vedova Dianora affronta il tema del matrimonio con Dio, non di rado, un legame imposto dalle famiglie per ragioni essenzialmente economiche, di salvaguardia dei patrimoni, mentre la pièce dedicata alla balia e alla popolana mostra il misero matrimonio dei poveri, dove pure nulla rimanda ai sogni d'amore.. Ogni pièce ha la durata di circa 20-25 minuti ed è seguita dalla conversazione del pubblico con i personaggi storici che restano in scena. Nel dialogo fra i visitatori e i personaggi si genera il confronto fra due paesi stranieri: la nostra comune attualità e il tempo della storia, dove gli uomini e le donne nascevano, amavano, odiavano, lavoravano, si riproducevano, pregavano, morivano come noi, ma in modo totalmente diverso.(lb)