La relazione al consiglio comunale dell'onorevole Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti del Comune

Questo il testo della relazione dell'onorevole Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze:

«Repetita Iuvant

Quella che presento oggi, alla fine del 2008, è la quinta relazione al Consiglio Comunale di Firenze, nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento di istituzione del garante. Ogni relazione è stata discussa a Palazzo Vecchio con contributi significativi dei Gruppi e l'approvazione di mozioni o ordini del giorno che hanno tracciato puntuali linee di intervento per la Giunta o sollecitato riforme ad altre istituzioni, a cominciare dall'Amministrazione penitenziaria, ma anche alla Regione e al Parlamento.
Assume quest'anno anche il carattere di una sorta di bilancio di una esperienza che ha visto Firenze all'avanguardia tra le città italiane nell'istituzione di una figura di garanzia per le persone private della libertà personale. Questo percorso si è concluso recentemente con l'approvazione da parte del Consiglio, all'unanimità, di un articolo aggiuntivo allo Statuto che riconosce la figura del Garante dei diritti dei detenuti.
Questa è l'occasione per esprimere un profondo ringraziamento e una soddisfazione perchè questo importante atto testimonia un giudizio positivo sul ruolo esercitato e sulle azioni praticate.
Come ho avuto modo di scrivere in molte occasioni, l'azione del Garante è influenzata fortemente dall'azione del Governo e dagli indirizzi operativi del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria. Non solo. La stampa e i mass media hanno una grande responsabilità nel determinare il senso comune e nell'orientare i sentimenti dell'opinione pubblica e nella vicenda dell'indulto se ne è sentito tutto il peso attraverso una campagna di criminalizzazione di un provvedimento giusto e doveroso.
In questi cinque anni ci siamo confrontati con tre governi, tre ministri della giustizia e tre capi del dipartimento. L'unica riforma positiva per il carcere è rappresentata dal passaggio della sanità penitenziaria al Servizio sanitario pubblico (Dpcm del Presidente Prodi del 1° aprile 2008) e occorre che il diritto alla salute, fondamentale diritto costituzionale (art. 32 Cost.) e di cittadinanza sia reso davvero effettivo per tutti, senza esclusioni. La Regione Toscana è fortemente impegnata per realizzare questo obiettivo e per quanto mi riguarda questo impegno decennale iniziato nel 1999 con il Decreto legislativo 230, mi vede impegnato anche personalmente con la convinzione che questo cambiamento possa costituire la sola leva per applicare il Regolamento del 2000 rimasto finora inattuato e per rendere le condizioni di vita negli istituti penitenziari civili e dignitose.
Tutte le altre richieste, presentate dal Coordinamento dei Garanti in maniera addirittura ossessiva, sono cadute nel vuoto. Nulla sul fronte del nuovo Codice Penale e anche il lavoro della Commissione Pisapia ha subito lo stesso destino di quelle presiedute dai giuristi Grosso e Nordio. Fallimento per l'approvazione della figura del Garante dei diritti dei detenuti a livello nazionale. Disastro per la previsione del reato di tortura. Totale assenza dall'agenda politica della revisione della legislazione sulle droghe, l'immigrazione e la recidiva. Trascuratezza sull'assenza, censurata dalla
Corte Costituzionale, di un ordinamento penitenziario specifico per i minori. L'elenco potrebbe continuare ma è già sufficientemente deprimente. Dall'altro lato si è invece perso il conto di quanti pacchetti sicurezza hanno inasprito la repressione, spesso di settori sociali marginali, aumentando la cosiddetta detenzione sociale.
La campagna sulla insicurezza e sulla paura ha prodotto guasti concettuali profondi: la continua richiesta di certezza della pena non solo contrasta con il principio costituzionale dell'art. 27 sul fine del reinserimento sociale, ma nei fatti limita il ricorso alle misure alternative che riducono consistentemente la recidiva e fanno assumere al carcere una centralità di sanzione unica invece che essere una extrema ratio.
Così ci ritroviamo immersi in un estenuante gioco dell'oca che ripropone le solite caselle: sovraffollamento, tossicodipendenti, immigrati, poveracci, autolesionismo, suicidi, violenze, malattia. Voci che paiono una litania che non ha nulla di consolatorio.
In questi anni si è pensato, elaborato e scritto progetti, piani, azioni mirate. Alessandro Margara ha presentato un testo di riforma dell'Ordinamento penitenziario che è stato anche presentato in Parlamento ma che è rimasto ben chiuso nei cassetti dei sogni.
Questo patrimonio di idee e riflessioni grazie all'Ufficio del Garante e alla Fondazione Michelucci è a disposizione di tutti gli interessati nei volumi "Del Carcere", "Ordine e disordine" e "Concatenazioni".
In ogni caso va preservato come l'orizzonte per l'azione quotidiana che non può essere dismessa.
Ormai le cifre di presenze nei penitenziari italiani si avvicinano a quelle pre-indulto. Il Dap orienta i propri piani di intervento sul livello record di 70.000 detenuti. Non intendo essere accusato di essere una Cassandra, ma ho lanciato un allarme preoccupato di fronte a una bomba a orologeria che attende solo la scintilla per scoppiare.
Il dato di Sollicciano che sfiora le 900 presenze rischia di essere illusorio; se non ci fosse stato l'indulto e non fossero stati operati alcuni sfollamenti saremmo a oltre 1.500 detenuti!
Che fare di fronte a una catastrofe annunciata? Ho proposto, e ripropongo con forza, l'idea che Firenze e la Toscana lancino una sfida "federalista". L'idea cioè che la regione che nel 1786 con la riforma della giustizia voluta da Pietro Leopoldo abolì la pena di morte e la tortura, pretenda oggi la possibilità di sperimentare un modello di esecuzione delle pene fondato sulla applicazione integrale dei principi della Costituzione e delle leggi vigenti, a cominciare dalla legge Gozzini che qualcuno vorrebbe manomettere.
Occorre costruire un Tavolo che veda protagonisti le Istituzioni (Comune, Provincia, Regione), la Magistratura di Sorveglianza, le associazioni di volontariato per un confronto con l'Amministrazione Penitenziaria al fine di costruire un laboratorio di buone prassi con l'obiettivo di fondare un welfare per gli ultimi e di praticare l'inclusione e rifiutare la logica della separatezza.
I nodi da sciogliere sono tanti, ma non bisogna farsi spaventare e soprattutto vanno affrontati con un senso complessivo e razionale, respingendo una politica del carciofo, inevitabilmente contraddittoria.
Ecco un primo elenco:
a) dare avvio a una opera di ristrutturazione degli istituti penitenziari per adeguarli alle previsioni del Regolamento del 2000;
b) attuare il principio di territorialità della pena;
c) definire il significato della custodia attenuata e i criteri per il pieno utilizzo delle strutture di Empoli, di Massa Marittima, del Gozzini, di Pontremoli;
d) eliminare la Casa di cura e custodia da Sollicciano;
e) ristrutturare il complesso di Santa Teresa che ospita i detenuti in semilibertà;
f) definire un progetto per la detenzione femminile;
g) raggiungere un utilizzo ottimale per Porto Azzurro e Gorgona:
h) scarcerare i detenuti tossicodipendenti;
i)approntare un piano per il lavoro, la casa e la residenza dei detenuti e soprattutto degli ex detenuti con un impegno delle aziende pubbliche e private;
l) eliminare i distacchi e l'utilizzo improprio della Polizia Penitenziaria;
m) innalzare la qualità dell'alimentazione dei detenuti assicurando una possibilità di acquisto dei cibi in un mercato interno;
n) razionalizzare il sistema delle comunicazioni telefoniche con la disponibilità di tessere prepagate e con i numeri predefiniti;
o) superare la realtà attuale dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo.
Si tratta di un Piano ambizioso che non è contro qualcuno, ma che intende, a legislazione vigente, fare di tutto per creare un clima di convivenza nel mondo del carcere.
Mi rendo conto che è un modo alternativo di affrontare la difficile situazione rispetto a quello semplicistico e semplificatorio di chi suggerisce che la soluzione consista nel costruire nuove carceri. Non nego la necessità, e quando ho avuto la responsabilità di governo ho agito di conseguenza, di chiudere istituti fatiscenti e indegni di un Paese civile e di sostituirli con nuovi complessi con caratteristiche di vivibilità. E' incomprensibile che dopo dieci anni di discussioni ancora non si sia messo un mattone a Savona, Trento, Bolzano, Favignana, Pordenone e non si siano conclusi i lavori a Rieti e Reggio Calabria!
Il problema è che la qualità della democrazia di un Paese ha a che fare profondamente con il livello di detenzione; oltre un certo limite si entra in una zona di rischio. La logica delle emergenze e della guerra ai fenomeni sociali e storici, come ha scritto Jonathan Simon nel volume "Il governo della paura" cambia la giustizia e produce guasti irrimediabili.
In conclusione è lo stesso ragionamento che sta al fondo del riconoscimento dei diritti a chi è privato del diritto fondamentale della libertà. I diritti umani, civili e sociali sono considerati universali e per essere tali non possono ammettere eccezioni ed esclusioni. La storia ci ha insegnato attraverso tragedie da non dimenticare perchè non si ripetano, che la strada delle persecuzioni di minoranze è così scivolosa e ingorda per cui alla fine viene coinvolta la maggioranza della popolazione e così accade quasi
ineluttabilmente che in fondo solo una minoranza dispotica goda non del diritto ma del privilegio.
Per questo il garante dei diritti dei detenuti non è un sindacalista dei deboli, ma difendendo le ragioni di chi non ha voce, afferma un principio generale.
Occorre restituire alla società persone che siano consapevoli e responsabili, che abbiano riflettuto sul danno fatto ad altri individui, vittime innocenti, e attraverso una risocializzazione austera e severa, siano disponibili ad accettare le regole giuste del consorzio civile.
E' una scommessa difficile e rischiosa. Ma l'essenza della libertà è proprio il rischio, e penso che valga la pena di giocare questa partita.
Situazione negli Istituti penitenziari fiorentini

Nuovo Complesso Penitenziario di Sollicciano

Il problema più grave di Sollicciano resta quello del sovraffollamento, risolto per un periodo troppo breve grazie al provvedimento di indulto.
Sono presenti tutte le tipologie di detenuti: comuni, alta sicurezza, elevato indice di vigilanza (e.i.v.), 41 bis, transessuali, internati, osservandi, protetti. La popolazione attuale ammonta mediamente a una popolazione detenuta pari a 800/850 persone, delle quali 90/100 donne, suddivisi nella maniera seguente:
giudicabili in attesa di primo giudizio: 262 uomini, e 38 donne;
giudicabili appellanti o ricorrenti in Cassazione: 286 uomini e 29 donne;
definitivi condannati a pene brevi, con condanna inferiore a due anni e tre mesi: 20 uomini e 20 donne;
definitivi condannati a pene lunghe, con condanna superiore a due anni e tre mesi: 223 uomini e 30 donne;
tossicodipendenti: 235 uomini (dei quali 52 in trattamento metadonico) e 40 donne (delle quali 15 in trattamento metadonico);
ristretti del circuito "protetti": 68 uomini;
ristretti del circuito "A.S.": 64 uomini.
Il 62% della popolazione detenuta maschile e il 51% di quella femminile, è costituita da persone straniere in maggioranza extracomunitari, spesso privi di titolo di soggiorno e di punti di riferimento nell'area fiorentina, per i quali formalmente è possibile l'accesso alle misure alternative, ma che comunque a fine pena sono soggetti all'espulsione.
Per le attività che si svolgono nell'Istituto, si rimanda alla Relazione dell'anno scorso, in quanto non esistono variazioni di rilievo.
Segnaliamo comunque l'attività della Compagnia teatrale di Sollicciano, nata nel 2004 con la regia di Elisa Taddei, che nel mese di giugno ha effettuato tre rappresentazioni dello spettacolo: "Nel Paese delle Meraviglie." Da segnalare che gli allievi del Maestro Mario Cini, che da anni conduce l'attività di murales per i detenuti di Sollicciano, hanno realizzato sotto la sua guida, il fondale di scena per questa rappresentazione.
Segnaliamo inoltre l'originalità dello spettacolo teatrale "Televasione" il cui testo ha visto la partecipazione dello scrittore Marco Vichi, presentato il 26 novembre, dai detenuti della sezione Alta Sorveglianza (A.S.).
L'attività dell'azienda agricola prosegue e si sviluppa con soddisfazione; questo anno la produzione di olio è stata di qualità eccellente.
Degno di nota il Progetto A.P.R.I.R.E. che è uno strumento gestionale che si rivolge ai detenuti nuovi giunti, al fine di far loro conoscere le regole penitenziarie e che mira ad individuare una prima intercettazione del disagio che l'ingresso in carcere comporta e soprattutto il rischio suicidario.

Si sta avviando il Progetto S.T.A.R.T. rivolto ai detenuti tossicodipendenti. Questo progetto troverà attuazione in due specifiche sezioni: la settima e l'ottava (in quest'ultima si stanno ultimando i lavori di allargamento dei passeggi e sarà utilizzata dal mese di gennaio). Queste due sezioni presentano delle caratteristiche diverse: la caratteristica della settima è quella di rivolgere l'attenzione sugli interventi sanitari necessari per la disintossicazione, l'ottava rappresenta una sfida più complessa alla quale hanno lavorato puntando molto sulla qualità sia l'Amministrazione Penitenziaria, sia l'Azienda Sanitaria. Poiché esiste sul territorio fiorentino, l'Istituto Gozzini che è un istituto a custodia attenuata per detenuti tossicodipendenti, onde evitare di duplicare in maniera insensata gli interventi, quello che verrà fatta all'ottava sezione sarà complementare a quanto fatto o si farà al Gozzini. Nella nuova sezione si apriranno molti spazi in collaborazione con il privato sociale: sportello di orientamento al lavoro, sportello di consulenza legale, info migranti, info comunità.
Dai dati forniti dal Sert Penitenziario, dal 1.01.08 2008 al 26.11.08 su 517 soggetti seguiti, sono stati attuati 764 trattamenti complessivi tra sanitari e psico-sociali, dei quali in %:

METADONE A MEDIO TERMINE 62,5%

METADONE A BREVE TERMINE 1,3%

METADONE A LUNGO TERMINE 1,7%

BUPRENORFINA 2,3%

FARMACI NON SOSTITUTIVI 16,7%

PSICO-SOCIALI 15,5%

Le attività del Sert si indirizzano su molteplici attività, tra le quali le più rappresentative sono: 1142 visite mediche specialistiche, 481 definizioni aggiornamento piani terapeutici, 471 psicoterapie individuali, 494 colloqui psicologico-clinico, 394 colloqui di servizio sociale, 178 consulenze dell'area sociale.


Progetti in atto

Con Decreto 2 ottobre 2006, del Ministro della Solidarietà Sociale, è stato emanato un Bando per la presentazione di progetti a favore dei detenuti tossicodipendenti, alcooldipendenti o portatori di malattie droga-alcool correlate, posti in libertà per la concessione dell'indulto, ai sensi della Legge n. 241 del 31 luglio 2006.
A seguito del suddetto bando, che prevedeva la presentazione di progetti da parte di Comuni con almeno 500 mila abitanti oppure che fosse la Provincia di riferimento a farlo, la Provincia di Firenze ha presentato al Ministro della Solidarietà Sociale, in qualità di capofila, la proposta progettuale "BEYT - percorsi di accoglienza residenziale e di sostegno all'autonomia abitativa". Il Ministro della Solidarietà Sociale, con D.M. 27 luglio 2007, ha approvato la graduatoria finale del Bando Indulto, assegnando alla Provincia di Firenze, posizionatasi al primo posto e con il finanziamento totale dell'importo richiesto, il contributo complessivo di 340 mila euro. Tale progetto prevede la collaborazione di diversi soggetti partner, sia pubblici che del privato sociale; i partner sono oltre alla Provincia di Firenze, la Società della Salute di Firenze, i Ser.T cittadini, il Centro Solidarietà di Firenze onlus, l'Associazione Arcobaleno onlus, l'Associazione Insieme onlus, CO.M.E.S. - Cooperativa Sociale onlus, Cooperativa sociale Cat onlus. L'idea che sta alla base del progetto è quella di soddisfare le esigenze degli utenti attivando fondi disponibili, ma soprattutto utilizzando la rete territoriale di servizi già attivi nell'ambito del sostegno alle persone ex detenute e tossicodipendenti.
Le azioni progettuali sono coordinate e gestite dalla Società della Salute di Firenze, attraverso la P.O. Salute Mentale e Dipendenze del Comune di Firenze, in collaborazione con gli altri partner del progetto.
Alla "Cooperativa Cat", è stato affidata la realizzazione delle seguenti attività progettuali: autonomia abitativa attraverso la concessione di un bonus di sostegno per l'affitto e per il conseguimento della patente; interventi di tutoraggio e di realizzazione di un data base informatico.
Alle associazioni "Insieme onlus", "Progetto Arcobaleno onlus", "Ceis onlus" e Cooperativa sociale "Comes onlus"è stato affidato la realizzazione di interventi di accoglienza residenziale presso strutture terapeutiche e interventi di bassa soglia sempre per l'accoglienza residenziale presso strutture terapeutiche.
Dall'avvio del progetto (giugno 2008) ad oggi (dicembre 2008) sono stati trattati 50 casi per i quali sono stati attivati interventi di autonomia abitativa, lavorativa, inserimento in comunità per la disintossicazione, kit di pronto intervento (alloggi temporanei, buoni pasto, biglietti treno autobus), assistenza legale. I casi vengono proposti dalle assistenti dei Sert di riferimento in una riunione settimanale del Gruppo denominato "Gruppo Tecnico Esecutivo", del quale fanno parte, oltre al rappresentante dell'Ufficio Salute Mentale e Dipendenze, i Sert fiorentini e i rappresentanti del privato sociale partner del progetto. Per ogni caso proposto viene definito un progetto e su quello viene richiesta l'attivazione dei benefit. L'autorizzazione viene concessa successivamente dal Gruppo Tecnico Operativo, organismo del quale fanno parte i Responsabili di un Sert individuato dal Direttore del Dipartimento Dipendenze, la P.O Salute mentale e Dipendenze, due delegati del privato sociale e un rappresentante della Provincia di Firenze.
Di questo progetto preme sottolineare la rete di buone pratiche e di condivisione costante delle azioni, messa in atto dal progetto fra il pubblico e il privato sociale.

Un altro progetto approvato a seguito dell'emanazione della legge 241/2006 è stato quello promosso dal Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, d'intesa con il Ministero della Giustizia: "Lavoro nell'inclusione sociale dei detenuti beneficiari dell'indulto". L'attuazione del progetto è stata affidata all'Agenzia governativa "Italia Lavoro".
Tale progetto è stato esaustivamente descritto nella relazione del 2007. Ad oggi il resoconto sull'Area Metropolitana di Firenze è il seguente: dall'avvio del progetto sono state sottoscritte 161 Convenzioni e 173 Progetti formativi (il numero dei progetti formativi è superiore a quello delle convenzioni, in quanto in un progetto per una convenzione possono rientrare più di un tirocinante), i tirocini attivi 47, i tirocini annullati 34, i tirocini conclusi 83, le assunzioni 30. La conclusione del progetto è prevista per aprile 2009.

Il 14 ottobre 2008 nella "Sala Incontri" di Palazzo Vecchio, l'Assessore Lucia De Siervo ha presentato, quattro progetti per il carcere, denominati: Albatros, Leccio, Minias, e Ais, promossi dall'Assessorato al Terzo Settore del Comune di Firenze e approvati dalla Regione Toscana con l'adesione degli Uffici Penitenziari fiorentini.

Il progetto Albatros prevede la creazione di una figura educativa (educatore ponte) a supporto dell'area educativa del carcere di Sollicciano. L'educatore- ponte può partecipare alle iniziative trattamentali e al trattamento dei singoli soggetti, svolge una funzione di collegamento con i servizi territoriali per la presa in carico dei soggetti prossimi alla dimissione dal circuito penitenziario, nonché di quelli prossimi a terminare la misura alternativa alla detenzione. Non ha funzioni di supplenza degli operatori penitenziari e i suoi interventi sono concordati con i responsabili del carcere e dell'U.E.P.E. L'educatore ponte fa parte del gruppo allargato di osservazione e trattamento (Got), mentre non fa parte dell'Equipe. Questa figura educativa si rapporterà inoltre con le famiglie dei detenuti, con i servizi e con le aziende. Per la sua operatività è previsto un periodo di formazione.
La durata del progetto è fissata dal 1.10.08 al 30.09.09.

Il progetto Leccio mira a migliorare la consapevolezza del detenuto in merito alla propria condizione, ovvero la consapevolezza dei propri diritti e doveri, non solo come recluso, ma anche come genitore, lavoratore, attraverso una informazione capillare, puntuale e comprensibile. Prevede infatti il progetto, per l'Istituto Gozzini e per il N.C.P. di Sollicciano, un aggiornamento, un ampliamento e ridistribuzione della "Guida detenuti"che è un vademecum della vita carceraria in sette lingue oltre l'italiano; in particolare:
si estende la Guida anche al C.C. Gozzini, con l'inserimento di un capitolo specificatamente destinato a coloro che scelgono di accedere all'Istituto a Custodia Attenuata. Il capitolo tratta diffusamente dell'organizzazione dell'istituto, delle sue finalità, dei suoi metodi, della sua vita interna che sono profondamente diversi da quelli di Sollicciano;
la traduzione del testo in serbocroato;
l'aggiunta del capitolo sul gratuito patrocinio;
modifiche varie dovute a intervenuti cambiamenti normativi;
la ristampa della Guida in 3000 copie nelle varie lingue.
Il Progetto prevede inoltre la sistematizzazione degli Sportelli informativi e di consulenza, interni e esterni al carcere.
Per gli Sportelli interni è doveroso ricordare che lo Sportello "Documenti e Tutele" nasce a Sollicciano nel 2006, sotto la supervisione della Direzione dell'Istituto, con Convenzione tra la Provincia di Firenze e l'Associazione L'Altro Diritto con lo scopo di supportare la persona reclusa nell'espletamento di pratiche burocratiche come l'iscrizione anagrafica, l'attribuzione del codice fiscale, indennità di disoccupazione, assegni familiari, pensione per invalidi civili. Questo sportello è in rete con gli sportelli esterni, con funzioni analoghe, che la stessa Associazione L'Altro Diritto apre settimanalmente presso l'Ufficio Esecuzione Penale Esterna e presso il Centro Attavante dell'Associazione A.V.P.
In relazione a questi sportelli, il Progetto Leccio, prevede l'estensione dello Sportello Interno, alla C.C Gozzini; l'ampliamento delle proprie funzioni alla predisposizione di pratiche per il gratuito patrocinio, ovvero la raccolta della documentazione da allegare alla domanda di gratuito patrocinio, sia nel carcere di Sollicciano che all'istituto Gozzini. Per lo sportello esterno prevede il mantenimento delle funzioni di informazione e di consulenza presso le sedi dell'U.e.p.e. di Firenze ed il Centro Attavante.
La durata del progetto è fissata dal 1.10.08 al 30.09.09.

Il Progetto Minias prevede una procedura d'erogazione di sostegni alle aziende o un incentivo al tirocinante, per favorire l'inserimento, il mantenimento, e la stabilizzazione al lavoro di soggetti provenienti dall'area penale, che stanno scontando una pena, o hanno scontato una pena, e che sono residenti o dimoranti nelle due province di Prato e Firenze. L'aiuto viene erogato nell'ambito di un progetto individuale di reinserimento sociale, presentato ad una apposita Commissione, composta dal Comune di Firenze, dall'associazione CIAO, dall'associazione Caritas e da un operatore che presenta il caso. La commissione decide l'erogazione, l'importo, i tempi, il monitoraggio. Nel caso in cui la commissione decida di effettuare l'erogazione, si rapporterà costantemente con l'operatore che seguirà il caso (l'operatore può essere un educatore del carcere, un rappresentante dell'Uepe, del Sert del Siast) e potrà decidere eventuali revoche o modifiche sulla base del report dell'operatore stesso.
La durata del progetto è fissata dal 1.10.08 al 30.09.09.

Progetto AIS è un progetto di Servizio Civile del Comune di Firenze, in collaborazione con l'Associazione Volontariato Penitenziario. Si tratta di un progetto annuale che prevede l'impiego di quattro volontari del servizio civile, presso la struttura del "Centro Attavante", che dovranno svolgere un'attività di supporto all'apertura e al funzionamento del Centro, una attività di mappatura delle aziende industriali, artigianali, commerciali, che possono contribuire con i loro prodotti a tenere costantemente fornito un fondo per gli indigenti, nonché la gestione sia della distribuzione di vestiario e prodotti di igiene di base ai soggetti arrestati, sia quella relativa al data-base dei colloqui ed interventi dei volontari nei confronti dei detenuti presso il carcere di Sollicciano.

Infine sta procedendo il progetto Kit. Progetto realizzato dall'Associazione Ciao con il contributo dell'Assessorato al Terzo Settore del Comune di Firenze, del Cesvot e in collaborazione della Direzione del N.C.P di Sollicciano, dell'Associazione Volontariato Penitenziario, dell'Associazione Pantagruel e della Caritas. Come spiegato nella relazione del 2007 l'obiettivo è quello di fornire sostegno ai detenuti che vengono dimessi dal carcere, fornendo loro buoni mensa, biglietti bus, buoni pernottamento e tutte le informazioni utili per muoversi sul territorio. Il progetto prevede anche un colloquio presso il "Centro Attavante", con la persona interessata nel periodo precedente la dimissione.
Da novembre 2007 a dicembre 2008, sono stati attuati oltre 90 interventi.

Casa Circondariale a custodia attenuata di Firenze Mario Gozzini

Dall'inizio dell'anno 2008, gli accessi all'istituto a custodia attenuata di Firenze, sono stati disciplinati con nuovi criteri decisi autonomamente dalla Dottoressa Maria Pia Giuffrida, Provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria. Da una parte è consentito l'ingresso anche ad utenti non rigorosamente residenti nel territorio toscano e non esclusivamente con problematiche di tossicodipendenza o di alcooldipendenza, dall'altra si consente l'accesso solo a coloro che hanno precise caratteristiche giuridico-penali, ad esempio: solo definitivi con un residuo di pena non superiore a quattro anni, assenza di evasione dagli arresti domiciliari o di commissione di reati in misura alternativa.
Per tutto il corso dell'anno, sono stati chiusi due dei cinque reparti detentivi per essere rimessi in sicurezza, conseguentemente la capienza ordinaria di 50 unità è stata ridotta di una ventina di unità. Ciò ovviamente ha avuto ripercussioni sulla organizzazione delle attività interne, in quanto ciascuna iniziativa sia scolastica-formativa che ricreativa culturale, per essere implementata e sostenuta nella sua realizzazione richiede la partecipazione di un minimo di soggetti.
Per tutto il 2008, l'utenza media si è aggirata intorno alle 25 unità, con una punta massima di 31 unità nel mese di gennaio. Attualmente (mese di dicembre) sono presenti 20 detenuti dei quali due in regime di semilibertà. Per quanto concerne la classificazione dei reati, va specificato che la maggioranza dei presenti hanno due o più titoli presenti in posizione giuridica e che comunque i rati maggiori per i quali sono detenuti sono: violazione della normativa sugli stupefacenti art. 73 DPR309/90, furto art. 624 c.p., rapina art.628 c.p, ricettazione art. 648 c.p. .
Nel primo periodo di applicazione dell'indulto sono state scarcerate 20 persone, mentre tra coloro che sono attualmente presenti, 9 hanno usufruito del provvedimento.
Con l'ingresso al Gozzini il detenuto si impegna a rispettare le regole dell'istituto ed a partecipare con costanza alle attività e alle iniziative interne. Il mancato rispetto degli impegni, comporta il rientro del detenuto nell'istituto di provenienza, dove comunque il detenuto può sempre spontaneamente decidere di tornare. Ogni detenuto viene subito preso in carico dagli operatori e assegnato allo svolgimento di una mansione lavorativa ed inserito nelle attività trattamentali. Le mansioni lavorative sono quelle domestiche (pulizie, confezionamento pasti, MOF).
Ogni detenuto svolge le mansioni assegnategli all'incirca per due ore giornaliere in modo da garantire uguale impegno e uguali introiti. Seguono attività scolastiche e formative. Queste attività sono obbligatorie, mentre le attività ricreative e sportive sono facoltative.
I corsi scolastici all'interno dell'istituto si articolano in due tipologie: quello del recupero delle carenze di base e quello in cui le lezioni sono principalmente indirizzate a coloro che devono ancora acquisire la licenza di scuola dell'obbligo. I corsi sono comunque aperti a tutti coloro che, pur non impegnati in attività formative e pur possedendo il titolo formale, devono comunque recuperare disavanzi scolastici. Nel corso di ogni anno scolastico si organizzano approfondimenti di interesse generale su tematiche socio sanitarie e ambientali.
Per coloro che manifestino il desiderio di prosecuzione degli studi, oltre la scuola dell'obbligo, si organizzano con il supporto di insegnanti volontari, lezioni di preparazione individuale agli esami in qualità di candidati privatisti. E' poi attiva la collaborazione con il Polo Universitario per il tutoraggio dei detenuti studenti universitari che potranno poi effettuare gli esami all'interno dell'istituto, oppure all'esterno qualora la loro posizione giuridica lo consenta.
All'interno dell'istituto vi è la biblioteca di libera fruizione per il prestito e la consultazione, sia nelle ore del mattino che nelle ore pomeridiane.
Per la formazione professionale sono organizzati in media due - tre corsi pomeridiani, alternando lezioni teoriche e pratiche; i settori su cui si orienta l'organizzazione dei corsi sono quello di edilizia (8 frequentanti nel 2008), di informatica (6 gli iscritti), di giardinaggio (4 persone), di ristorazione (nel corso dell'anno si è concluso il corso di pizzaiolo con 6 persone che hanno conseguito l'attestato professionale).
Per le attività ricreative e sportive, la partecipazione alle quali non è obbligatoria, si articola attraverso il cosiddetto Circolo Culturale tra gli operatori dell'area trattamentale e una rappresentanza dei detenuti nel cui ambito si dibattono problemi di interesse generale e si propongono iniziative di tipo ricreativo o sportivo. L'attività sportiva è fruibile in quattro giorni la settimana e contemporaneamente in spazi diversi, quali il campo di calcio, campo di pallavolo e palestra. Infine settimanalmente sono attivi in appositi spazi, il laboratorio musicale, teatrale e un laboratorio per attività manuali e creative.
Durante la permanenza nell'istituto, il detenuto è seguito da un team di operatori: educatore, psicologo, medico, assistente sociale, comandante, affiancati di volta in volta da insegnanti e volontari. L'assistente sociale del Ser.T interno segue i casi su richiesta o su indicazione dell'equipe, di cui fa comunque parte, relativamente alle problematiche correlate alla dipendenza da sostanze e ai programmi terapeutici esterni da avviare o per la misura alternativa o per il fine pena.
Al Gozzini è molto seguito anche il rapporto con i familiari dei detenuti, attraverso uno specifico servizio di counseling, in modo da essere sostenuti durante la detenzione del congiunto. L'istituto è dotato di un ambiente attrezzato per lo svolgimento di colloqui premiali, consistenti nella possibilità di trascorrere con i familiari un'intera giornata con la consumazione del pasto.


Istituto Penale Minorile Giampaolo Meucci

Nell'Istituto minorile di Firenze le presenze nel corso dell'anno 2008 sono oscillate dalle 22 unità dei mesi di aprile e giugno a quelle di 16 unità dei mesi di marzo e settembre. La maggioranza sono stranieri. Come riportato nella relazione dello scorso anno sono 12 i detenuti che in totale hanno usufruito dell'indulto.
Per le attività svolte vanno ricordati in collaborazione all'Associazione Volontariato Penitenziario il laboratorio Comunicazione; il laboratorio Tracce (autobiografia) e il laboratorio di orientamento al lavoro.
L'Associazione L'Altro Diritto cura il Progetto Ludoteca.
Il 15 ottobre 2008, è stato inaugurato lo spazio cinema, che sarà la sede di un progetto Cineforum.
L'Altro diritto gestisce la Biblioteca e il Progetto "Liberi Libri" che consiste nella lettura di testi ed incontri con gli autori. Il 22 ottobre i ragazzi del Meucci hanno incontrato lo scrittore Massimo Carlotto per una discussione sul volume "Jimmy della collina".

L'Associazione Auser continua a sviluppare il Progetto Laboratorio Cartotecnica; la Cooperativa Ulisse ha dato avvio ad un Laboratorio per la riparazione di biciclette. La Croce Rossa è presente con un progetto di educazione alla salute. Il Sert gestisce uno "Sportello di Ascolto" rivolto ai minori con problemi di alcool o tossicodipendenza.
Il Centro sportivo italiano attua il Progetto "Insieme si vince" per lo svolgimento di attività sportive.
L'attività scolastica è presente con un corso di alfabetizzazione di primo livello e di secondo livello e un percorso di scuola media.

Il Garante in Italia

La presenza della figura del Garante delle persone private della libertà personale, si sta sviluppando in molte realtà del territorio del nostro Paese.
Il Garante di Firenze, istituito con Delibera del 2003 e nominato con ordinanza sindacale, ha trovato riconoscimento nello Statuto del Comune; il Consiglio Comunale in data 4.11.08 ha approvato la Delibera che modificando lo Statuto con l'introduzione dell'art. 12 bis, ha sancito il recepimento di questa figura di garanzia e tutela nello Statuto.
Il Garante è attualmente presente nei Comuni di Firenze, Bologna, Ferrara, Torino, Nuoro, Brescia, Rovigo, Bergamo, Sulmona, Sassari, San Severo, Reggio Calabria, Pisa. Nel Comune di Roma la carica di Garante è ad oggi sospesa, poiché il Garante Gianfranco Spadaccia, dopo le elezioni comunali si è dimesso e il Sindaco Alemanno non ha ancora assunto una decisione.
A Milano e Lodi, il Garante è stato individuato dalla Amministrazione Provinciale.
Cinque Regioni, Lazio, Sicilia, Campania, Lombardia, Marche hanno nominato un Garante.
La Regione Emilia Romagna, con legge del 12 febbraio 2008 n. 63, ha approvato la legge: "Disposizioni per la tutela delle persone ristrette negli istituti penitenziari della Regione", che prevede anche l'istituzione dell'ufficio del Garante Regionale, ma non ha ancora provveduto alla nomina.
La Regione Puglia con la legge n. 19 del 10 luglio 2006: "Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini di Puglia", all'art. 31 ha previsto l'Ufficio del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, che ad oggi non è ancora nominato.
Anche la Regione Umbria con legge n. 94 del 10 ottobre 2006 ha istituito il Garante, ma non ancora proceduto alla nomina.
Nella precedente legislatura, come è noto, era stata approvato alla Camera (4.04.2007) il testo unificato di diverse proposte di legge relative alla istituzione della Commissione Nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e la tutela dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
La Commissione, nel provvedimento che era all'esame del Senato, avrebbe dovuto svolgere anche le funzioni di Garante per le persone detenute, con compiti di vigilanza sulla esecuzione della custodia dei detenuti, degli internati e dei soggetti sottoposti a custodia cautelare, con diritto di visita senza preavviso negli istituti penitenziari, ospedali psichiatrici giudiziari, centri di permanenza temporanea, camere di sicurezza. Il Testo unificato (art. 10) prevedeva un importante riconoscimento a livello legislativo dei Garanti territoriali, statuendo che la succitata Commissione cooperasse con i Garanti, ove presenti a livello regionale, provinciale, comunale, nello svolgimento delle rispettive funzioni e prendendo in esame le segnalazioni da questi effettuate, anche avvalendosi dei loro uffici, senza delega delle funzioni. La nuova legislatura non ha ancora iniziato l'esame di questo provvedimento. In ambito europeo esiste un Comitato indipendente che, in forza di
una Convenzione tra gli Stati del Consiglio d'Europa, ha accesso illimitato - e anche senza preavviso - ai luoghi di privazione della libertà da parte dell'autorità pubblica, nonché a liberi colloqui con le persone ristrette e alla documentazione relativa ai loro casi.
La situazione non è stata finora la stessa in ambito Nazioni Unite. Esiste infatti, in tale ambito, un analogo Comitato (il "Comitato contro la tortura",in sigla CAT), istituito dalla Convenzione contro la tortura, a cui però non è attribuita la possibilità di accesso ai luoghi. Tuttavia, dopo un decennale dibattito l'Assemblea ha aperto alla ratifica un Protocollo Opzionale alla Convenzione (in sigla OPCAT) che istituisce per gli stati che la ratificano (il Protocollo è "opzionale") un organismo con poteri di accesso illimitato analoghi a quello del Comitato europeo.
Naturalmente questo Organismo sovranazionale non potrà visitare con continuità tutti gli Stati che ratificano il Protocollo, sparsi per il mondo. Per questo un articolo prevede che gli Stati che aderiscono al Protocollo devono entro un anno dalla ratifica, istituire un organismo nazionale con analoghi poteri che deve monitorare con continuità e indipendenza i luoghi di privazione della libertà (detto "National Preventive Mechanis", in sigla NPM).
Questo organismo avrebbe funzioni di autorità di controllo indipendente su tali luoghi; a esso fa riferimento continuo l'organismo sopranazionale.
L'Italia ha firmato il Protocollo il 20 agosto 2003, ma non ha mai proceduto alla successiva ratifica - i governi che si sono succeduti non hanno presentato tuttora alcun disegno di legge di ratifica. Il motivo è appunto il non volersi trovare l'anno successivo sguarniti sul piano dell'istituzione dell'organismo nazionale.
Ben 20 Stati europei hanno già ratificato (Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Malta, Repubblica Ceca, Georgia, Albania, Bosnia, Croazia, Danimarca, Svezia, Estonia, Liechtenstein, Polonia, Moldova, Ucraina, Slovenia, Serbia, Armenia) e stanno istituendo o hanno già istituito il meccanismo nazionale.
La Francia, per esempio, ha approvato nello scorso anno il Controllore indipendente delle carceri, proprio come passo per l'istituzione del meccanismo nazionale e ora (11 novembre scorso) ha ratificato il Protocollo.
Ovunque in Europa il dibattito si svolge su come far funzionare tale organismo, mentre solo Stati più "timorosi" delle autorità indipendenti non hanno ancora ratificato.
Questa mancanza di previsione legislativa di una figura nazionale di Garante per le persone limitate nella libertà personale, si ripercuote conseguentemente sulle figure dei garanti locali, privi di un reale potere di intervento e di autonomia. Basti pensare che i garanti accedono agli istituti penitenziari, alla stregua di "volontari" attraverso l'art. 17 o l'art. 78 dell'Ordinamento Penitenziario e quindi con una autorizzazione della Magistratura di Sorveglianza nel primo caso e con una autorizzazione del Direttore dell'istituto nel secondo caso. Il ruolo di tutela e di promozione dei diritti fondamentali delle persone ristrette, da parte dei garanti locali, non può certo essere attuato pienamente e sollecitamente, in queste condizioni.
Per completezza di informazione va ricordato che, una soluzione per quanto riguarda l'accesso dei garanti al carcere, poteva essere offerta dall'art. 117 secondo comma del Regolamento penitenziario n. 230 del 2000, che testualmente recita: "Il Dipartimento dell' amministrazione penitenziaria può autorizzare persone diverse da quelle indicate nell'art.67 della legge ad accedere agli istituti, fissando le modalità della visita. Possono anche essere autorizzate in via generale le visite di persone appartenenti a categorie analoghe a quelle previste dall'articolo 67 della legge".
Infine nella precedente legislatura, il senatore Cesare Salvi aveva proposto (atto 1421 del 21.03.07) una modifica dell'art. 67 della legge 26 luglio 1975 n. 354, in materia di visite agli istituti penitenziari, inserendo la figura dei Garanti territoriali, dei Sindaci e dei Presidenti di Provincia tra coloro che hanno diritto di accesso agli istituti penitenziari.


Il Coordinamento Garanti

Il Garante di Firenze fa parte del Coordinamento dei Garanti delle persone private della libertà personale e partecipa alle iniziative, riunioni, incontri che vengono periodicamente programmati.
Il 23 gennaio 2008 a Firenze, il Coordinamento ha tenuto una riunione durante la quale è stata designata come Coordinatrice hanno deciso per il 2008, la Garante del Comune di Bologna, Avv. Desi Bruno. I garanti, pur prendendo atto della crisi politica al momento della riunione, hanno deciso di portare avanti le seguenti iniziative:
- di contattare nuovamente il Capo del Dap, dott. Ettore Ferrara, per ottenere per tutti i garanti l'autorizzazione all'accesso in carcere attraverso l'art. 117 del Regolamento Penitenziario n.230/2000l;
- una richiesta ufficiale al Comitato Europeo per la prevenzione della tortura di prevedere una inchiesta e un monitoraggio sull'applicazione dell'art. 41 bis dell'Ordinamento Penitenziario, in considerazione dell'ampio ricorso che di questa misura si continua a fare nelle carceri italiane;
- la richiesta di un confronto con gli organismi del Dap sull'utilizzo e sulle ricadute che i regimi differenziati di Alta Sicurezza AS e Elevato indice di vigilanza cautelare EIV hanno sul piano trattamentale;
- la richiesta a tutte le Regioni che non dispongono di Garanti regionali per i detenuti di provvedere con legge regionale alla istituzione di tale figura e un sollecito verso quelle Regioni che hanno istituito il Garante, ma non hanno provveduto alla nomina;
- la richiesta di un confronto con la magistratura di sorveglianza, sulla funzione della figura del Garante, sulla esecuzione della pena e sulle misure alternative al carcere.
Il Coordinamento il 20 febbraio scrive al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Interni e al Ministro della Giustizia relativamente all'esercizio del diritto di voto per i detenuti, nell'occasione delle elezioni politiche e amministrative 2008. Con tale lettera si chiedeva che venisse tempestivamente predisposto un sistema capillare di comunicazione alle persone detenute. Come è noto, al momento della consultazione elettorale, i detenuti possono votare, tramite la costituzione di un seggio speciale all'interno del luogo di reclusione; l'esercizio di tale diritto è però subordinato ad alcuni adempimenti, che richiedono troppo tempo e che per la loro macchinosità rischiano di vanificare il diritto. Si è avuta conferma di questa ipocrisia in occasione delle ultime elezioni politiche in cui non solo a Firenze, ma in tutte le realtà monitorate, si è riscontrato un basso livello di partecipazione al voto rispetto al numero degli aventi diritto. In previsione delle elezioni europee e amministrative del giugno 2009 sarà indispensabile individuare procedure e modalità che non tramutino in beffa.
In data 7 aprile 2008 a Bologna, il Coordinamento ha indetto una Conferenza stampa dal titolo: "Giustizia, pena, diritti umani" alla quale tra l'altro hanno presenziato anche Mauro Palma Presidente del Comitato Europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o dei trattamenti inumani e degradanti, Stefano Anastasia, Capo della segreteria del Sottosegretario alla Giustizia prof. Luigi Manconi, Libero Mancuso, Assessore del Comune di Bologna e Sergio Lo Giudice, consigliere del Comune di Bologna . I garanti hanno chiesto al Parlamento di porre mano ad una riforma complessiva della giustizia, attraverso una riforma del codice penale, la revisione della leggi in materia di droghe, immigrazione, recidiva, la piena esigibilità del diritto di difesa, con l'accesso al patrocinio a spese dello Stato per i non abbienti, il completamento del passaggio al Servizio Sanitario Nazionale delle competenze in materia di tutela della salute delle persone detenute, l'effettiva realizzazione delle innovazioni previste dal Regolamento del 2000, anche attraverso il reperimento di idonee risorse personali e materiali, la moltiplicazione sul territorio nazionale delle Case per detenute madri, la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, la definizione dell'ordinamento penitenziario minorile.
Il Coordinamento dei Garanti chiedeva infine a tutti i leader politici candidati di inserire nell'agenda del futuro Parlamento, l'istituzione di un organismo nazionale indipendente per la tutela dei diritti umani, con funzioni anche di Garante per le persone private della libertà personale.
Il Coordinamento Garanti si è riunito poi il 12 settembre sempre a Bologna. Durante la riunione si è proposto di sollecitare la presentazione e l'approvazione di una proposta di legge, per equiparare lo status dei Garanti a quello dei Parlamentari per quanto concerne l'accesso al carcere; di inserire nel calendario degli impegni futuri, un incontro tra i Garanti e il Direttore del Dap; di redigere un regolamento per il funzionamento del Coordinamento stesso. Si è deciso per favorire la sensibilizzazione dell'opinione pubblica intorno ai temi dei diritti dei detenuti e del sovraffollamento delle carceri, di tenere tre convegni programmatici a Reggio Calabria, Bologna, Torino, a partire da fine ottobre fino alla fine dell'anno.
Il primo convegno a Reggio Calabria si è svolto il 5 dicembre con il titolo: "La governance della pena - I Garanti ed i diritti delle libertà"con la partecipazione del Consigliere Sebastiano Ardita.

L'operato del Garante

Le segnalazioni arrivate all'Ufficio del Garante dall'inizio dell'anno, per lettera scritta o per e-mail, da parte di detenuti o familiari di essi, sono state oltre un centinaio. I problemi più ricorrenti, come ribadito nelle relazioni degli anni precedenti, riguardano i trasferimenti, lo stato di salute e la concessione o il diniego di misure alternative o di permessi.
Queste segnalazioni sono state recepite anche direttamente dal Garante, durante i colloqui richiesti dai detenuti e che si svolgono all'interno del carcere di Sollicciano, o degli altri Istituti fiorentini.
Per la risoluzione positiva di alcuni casi, è stato decisivo l'intervento del Garante nei confronti del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, del Provveditorato regionale e anche il rapporto con la Direzione e gli educatori degli istituti. L'azione del Garante si sviluppa spesso in una funzione di mediazione nel difficile rapporto tra il detenuto e l'amministrazione penitenziaria.
Il buon esito di numerosi casi non attutisce la insoddisfazione per troppe vicende che rimangono senza esito positivo a causa delle resistenze burocratiche e della difficoltà di abbattere muri di gomma.
Ad esempio, per fare ottenere una visita medica ad un detenuto è stato necessario un numero spropositato di telefonate, richieste e incontri.
Ci si scontra con la difficoltà di fare ottenere i permessi per detenuti che non hanno impedimenti dovuti a reati ostativi, ma non ottengono la declassificazione.
Allucinante è il caso di un detenuto che quasi a fine pena non ha ancora avuto il riconoscimento della semilibertà o dell'affidamento, pur avendo trovato un lavoro, per continui rinvii della decisione da parte del Tribunale di Sorveglianza, la prima volta per una dichiarazione dei Carabinieri rivelatasi falsa, la seconda per una documentazione carente da parte degli uffici penitenziari.
Infine un caso clamoroso è stato quello del rimpatrio in Romania per scontare l'ultimo mese di detenzione, di un detenuto del Gozzini (in art. 21 lavoro esterno), sul cui anche il Magistrato di Sorveglianza si è espresso sulla assurdità di questo provvedimento di espulsione.
Anche questo anno si sono rivolte al Garante di Firenze, detenuti presenti in carceri di tutta Italia.
Ad ognuno si è comunque risposto e nei casi di appartenenti a località in cui è presente la figura del Garante si è provveduto a trasmettere la documentazione.
Anche da molti istituti della Toscana sono pervenute denunce e richieste di intervento. In particolare da San Gimignano, Livorno e Prato.
Numerosi ospiti del carcere di San Gimignano condizioni di vita insopportabili e in alcuni casi degli episodi di violenza.
Il Garante ha denunciato pubblicamente la situazione e il Dap ha proceduto ad una ispezione che ha confermato lo stato di disagio. Alcune misure amministrative hanno avviato un processo di miglioramento della situazione, anche se proprio recentemente si è dovuti intervenire per il trasferimento di un detenuto colpito da una forma grave di anoressia, nel Centro Clinico di Pisa.
Sempre a proposito di episodi non commendevoli va segnalata la vicenda dell'O.p.g. di Montelupo.
Nel mese di novembre un internato ha scritto due lettere al Garante denunciando ripetuti abusi e violenze contro pazienti e gravi carenze dell'Istituto.
Il caso è esploso pubblicamente e sono in corso due inchieste, una amministrativa e una della Magistratura.
La Asl di Empoli è intervenuta con un sopralluogo che ha verificato lo stato di sovraffollamento e di inadeguatezza della struttura.
Il caso ha provocato una interrogazione parlamentare e l'interessamento di alcuni Consiglieri Regionali.
Il 19 dicembre la 6° Commissione Consiliare della Provincia ha tenuto una riunione sulla "Situazione all'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino," invitando il Direttore, il Coordinatore dei Servizi Sanitari dell'O.p.g. il Sindaco di Montelupo Fiorentino e il Garante che in quella occasione ha sottolineato l'opportunità di accelerare il processo di riforma dell'O.p.g. come previsto nelle Linee di indirizzo per gli interventi negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, redatto dai Ministeri della Giustizia e della Salute.

Nel mese di dicembre il Garante ha incontrato il nuovo Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze, la dott.ssa Antonietta Fiorillo, per sottoporle alcuni casi di persone detenute relativamente alla concessione di permessi o misure alternative per il loro carattere assolutamente emblematico.
La disponibilità manifestata per una collaborazione proficua nel rispetto delle diverse responsabilità e della assoluta autonomia di giudizio, offre un segno di valorizzazione di un rapporto che produca la comprensione delle decisioni dei magistrati da parte dei detenuti e soprattutto la tempestività dell'esame delle richieste avanzate.

Il Garante si è fatto promotore, in collaborazione con la Fondazione Michelucci e l'Arci di Firenze di una iniziativa per la salvaguardia della Legge Gozzini. Si è tenuto infatti in data 2 luglio presso la sede dell'Arci di Firenze un seminario dal titolo: "Il carcere: buttare via le chiavi". L'iniziativa è nata in conseguenza alla presentazione di una proposta di legge di iniziativa dei senatori Berselli e Balboni che proponeva una restrizione totale della legge Gozzini. Il disegno di legge mirava infatti a ridurre drasticamente i benefici penitenziari, abolendo la liberazione anticipata, vietando la semilibertà per gli ergastolani e in generale rendendo più difficile l'ammissione a tutte le misure alternative e se avesse avuto seguito avrebbe comportato un pericolo grave per il reinserimento dei detenuti, per il governo delle carceri e, infine per la sicurezza di tutta la città. L'iniziativa ha visto la partecipazione delle associazioni del volontariato e si è conclusa con la condivisione di una linea non di mera difesa della legge Gozzini, ma di mobilitazione per lo sviluppo di iniziative per la riforma del carcere.

Permane la presenza costante del Garante alle riunioni mensili del "Gruppo Carcere e Salute" e alla "Commissione detenuti" che si tiene periodicamente nel carcere di Sollicciano.
In entrambe le sedi, la questione fondamentale discussa è stata quella della Riforma Sanitaria, con la quale i detenuti sono equiparati a tutti i cittadini sul piano dei servizi sanitari erogati.
Il Presidente del Consiglio Prodi il 1° aprile 2008 ha firmato il Dpcm, proposto dai Ministri Turco e Scotti, che sancisce il trasferimento, in tema di medicina penitenziaria, delle competenze, dell'assistenza e del personale, dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale. Si è giunti così con questo provvedimento al compimento di un percorso che era già iniziato con la riforma Bindi nel 1999, nel quale veniva affermato il principio secondo il quale il diritto alla salute è uguale per tutti.
Per l'attuazione completa della riforma si prevede che la Conferenza Stato-Regioni, emani entro limiti temporali prefissati, i successivi provvedimenti che dovranno adottare le Regioni al fine di rendere operative, attraverso il coinvolgimento di tutte le unità territoriali interessate, le linee di indirizzo della riforma. Il Garante ha partecipato a tutti gli appuntamenti del "Forum Nazionale per il diritto alla salute dei detenuti e delle detenute".
Si può ricordare che la Regione Toscana con la Legge 64/05, ha anticipato la riforma della sanità penitenziaria, avviando anche, attraverso accordi con il Ministero della Giustizia, la costruzione di significativi elementi di riforma. Con Delibera n. 693 del 8.09.08 la Regione Toscana, ha previsto l'istituzione di un Centro regionale di coordinamento per la salute in carcere e il Comitato Consultivo di sanità penitenziaria.
Per chi fosse interessato alla cronistoria di questa fondamentale riforma, segnaliamo il libro di Bruno Benigni, Presidente del Forum nazionale salute e carcere, intitolato "Sani dentro", che descrive gli sviluppi e i mutamenti avvenuti dal 1998 al 2008 in materia di sanità penitenziaria.

Recentemente è stato evidenziato in una riunione del Gruppo Carcere e Salute, un restringimento per quanto riguarda gli accessi dei volontari tramite l'art. 17, nel carcere di Sollicciano. Il problema è stato posto dal Capo dell'Area Pedagogica di Sollicciano, sostenendo che gli educatori, con una concessione indiscriminata degli art. 17, non sono in grado di seguire o comunque controllare il lavoro di tutti i volontari.
Il Garante a fronte di ciò, ha richiesto alle associazioni di volontariato una ricognizione su tale questione, vale a dire un bilancio quantitativo e qualitativo della presenza di volontari in carcere, assiduità della presenza, difficoltà ad attuare i progetti. Si attende un riscontro da parte di tutte le associazioni, programmando già per l'anno 2009, una riunione con il volontariato per affrontare tale tema.

In conclusione è doveroso ricordare che il Consiglio Comunale alla fine della discussione della relazione del Garante per l'anno 2007, nella seduta dell'11

febbraio 2008, approvò un ordine del giorno: "Sulle condizioni del carcere a Firenze," nel quale si invitava la Giunta Regionale alla completa applicazione della Legge n. 64 del 2005 a tutela del diritto alla salute dei detenuti, il Consiglio Regionale alla istituzione del Garante regionale per le persone private della libertà personale e la Provincia ad attuare un coordinamento efficace delle politiche per l'inserimento al lavoro e dalla formazione dei detenuti e dei semi-liberi, per il buon esito dei Progetti Ministeriali per gli indultati.

Desidero dare atto al Presidente del Consiglio Comunale, Eros Cruccolini dell'impegno costante e dell'attenzione sollecita per le problematiche del carcere che si è concretizzata in aiuto efficace per la realizzazione di numerosi progetti. Non posso non ricordare in questa occasione che l'azione dell'Ufficio del Garante, molto impegnativa e intensa ha potuto esplicarsi in questi anni grazie alla presenza e al lavoro costante, ricco di passione della signora Lucia Miniati, attualmente unica collaboratrice del Garante.

Il Giardino degli Incontri

Nella relazione dell'anno scorso, si dava atto dell'avvenuta inaugurazione dell'ultima progetto dell'Architetto Giovanni Michelucci. Si tratta di un'opera d'arte dentro il luogo dei reclusi. E' un fatto straordinario ma ancora più eccezionale è il fatto che finalmente ha cominciato ad essere non solo lo spazio dei detenuti per i colloqui con le loro famiglie, ma anche uno spazio aperto alla città e ai suoi eventi.
Il 12 settembre, dentro il Giardino, è stata rappresentata la lettura teatrale "Lilith, l'origine della donna" prodotta dall'associazione culturale "Arte Mide". Questo evento, inserito nel programma di Fiesta Firenze ha visto la partecipazione delle donne detenute e di un pubblico esterno di cittadini interessati.
Sempre al Giardino degli Incontri, il 28 ottobre, il Professor Valerio Onida, Presidente emerito della Corte Costituzionale, ha illustrato come è nata e come vive la legge fondamentale della Repubblica, in una lezione dal titolo emblematico: "I diritti civili e le garanzie sociali della Costituzione valgono anche per i detenuti"?
L'evento è stato notevolmente apprezzato dai detenuti presenti, che hanno partecipato attivamente al dibattito. Questo incontro è stata anche una occasione per distribuire ai presenti una copia del volume di Valerio Onida, "La Costituzione", edito da Il Mulino e offerto in omaggio dal quotidiano Il Sole 24 Ore, su richiesta dell'Ufficio del Garante.
Infine in data 20 dicembre, si è tenuta una lezione della Professoressa Patrizia Meringolo, del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Firenze agli studenti del corso di psicologia dell'Empowerment sociale.
Dopo oltre 10 anni per il completamento del progetto del Giardino degli Incontri, approvato nel' 89 e reso operativo nel' 98, si può finalmente dire che "Il Giardino degli Incontri" è luogo di produzione e promozione culturale di Firenze, un vero e proprio "ponte" tra il carcere e la sua città. Il sogno di Michelucci è compiuto!
Con un impegno delle Istituzioni e della società civile, il Giardino potrà diventare una sede non occasionale, di eventi teatrali, culturali, musicali; di dibattiti, di mostre d'arte, destinati sia ai detenuti che ai cittadini liberi, segnando l'inizio di un nuovo rapporto tra le due città.

Convegni, seminari, conferenze stampa

Il Garante nel corso dell'anno 2008 ha partecipato ai seguenti eventi:

"Giornata di studi sul diritto alla salute della popolazione detenuta ed internata negli Istituti penitenziari toscani - Firenze, 11 gennaio;

"La salute dei detenuti e degli internati nel Servizio Sanitario Nazionale" - Convegno nazionale - Firenze, 29 febbraio;

"Ciclo di seminari sui temi delle riforme che potrebbero incidere sul processo e sulla pena"- Bologna, 6 marzo - 30 maggio;

"Muri da abbattere" - Incontri sulla condizione carceraria, la politica securitaria e il declino dell'ideale riabilitativo - Palermo, 17-21 marzo;

"Mondo della pena oggi" - Corso di formazione per operatori volontari Spoleto, 28 marzo;

"Emergenza carceri come conseguenza dello sfascio della giustizia"- Convegno - Roma, 19 maggio;

"Congresso nazionale di Medicina Penitenziaria"- Amalfi, 22-24 maggio;

"Carcere, esclusione sociale, diritto alla formazione" - Seminario - Firenze, 29 maggio;

"Contro ogni razzismo. Capire le differenze, valorizzare le diversità" - Meeting internazionale - S. Rossore, 10-11 luglio;

Presentazione del libro "Lisistrata incatenata"- Pisa, 20 settembre;


"La psichiatria a 30 anni dalla legge180"- Convegno - Treviglio, 31 ottobre;

"A scene chiuse? Esperienze del teatro in carcere" - Convegno - Firenze, 24 novembre;

"Seminario del Forum Regionale della Toscana per la salute in carcere" - Firenze, 2 dicembre;

"La governance della pena - I Garanti ed i diritti della libertà" 1° Convegno nazionale - Coordinamento nazionale dei Garanti territoriali - Reggio Calabria, 5 dicembre;

"I Garanti dei diritti delle persone private della libertà personale" - Convegno Ferrara, 17 dicembre.

Nel corso dell'anno il Garante ha tenuto le seguenti conferenze stampa:

Conferenza stampa del 13.03.08 - "La bomba carcere";

Conferenza stampa del 30.05.08 - "Ci si può salvare dal carcere?" La vicenda singolare di Roberto Guadagnuolo;

Conferenza stampa del 2.07.08 - Presentazione del seminario: "Il carcere buttare via le chiavi?"

Conferenza stampa del 11.09.08 - Primo spettacolo nell'Anfiteatro del Giardino degli Incontri - La poesia darà senso al carcere?

Conferenza stampa del 28.11.08 - Che succede a Montelupo?


Sito web del Garante dei diritti dei detenuti

L'indirizzo web del sito del Garante è: http://www.comune.firenze.it/garante
Il sito del Garante, come annunciato nella precedente relazione è stato oggetto di una revisione generale per renderlo conforme alla normativa italiana in tema di accessibilità. L'ufficio del Garante, quello della Rete Civica e della Direzione Sistemi Informativi hanno lavorato insieme per questo fine.
Ad oggi sono ancora necessarie alcune modifiche e ampliamenti, in modo da renderlo sempre più agibile e completo nella consultazione. Nel corso del nuovo anno, sicuramente verranno apportati gli adeguamenti del caso.

In prima pagina troviamo immediatamente consultabili gli appuntamenti che riguardano il mondo del carcere, la giustizia, le iniziative sugli stessi temi e gli approfondimenti relativi. Molto curata è la rassegna stampa e relativo archivio, dove si possono consultare tutte le notizie più rilevanti, sulla realtà carceraria fiorentina e non solo. Nel menù principale a sinistra troviamo gli articoli di Franco Corleone, con relativa biografia. Da segnalare una completa raccolta normativa, suddivisa per argomenti (Carcere e giustizia - Salute in carcere - Tossicodipendenze - Immigrazione ed asilo etc...).

Alla voce "Garante in Italia", vi sono riportati i vari atti deliberativi e istitutivi dei garanti esistenti a livello territoriale, suddivisi tra quelli regionali, provinciali, comunali.
Sempre nel menù principale a sinistra, alla voce link utili, sono indicati i siti web da consultare concernenti il mondo del carcere e della giustizia, sia siti istituzionali sia dell'associazionismo.

La voce La nostra biblioteca, riporta i volumi e le riviste sulla giustizia e carcere, consultabili nell'ufficio del Garante, che con un progetto ambizioso si vorreb