Legge sul testamento biologico, La Sinistra presenta due mozioni e una risoluzione nei consigli comunali, provinciale e regionale

Una risoluzione sull'approvazione della legge sul testamento biologico in sede parlamentare
è stata presentata dal gruppo comunale de La Sinistra. Due atti simili saranno portati in discussione nei consigli provinciale e regionale.
Si tratta dell'iniziativa dei consiglieri comunali, provinciali e regionali de La Sinistra per affermare la necessità di una legge che "dia priorità assoluta alle scelte del singolo individuo, lasciandolo libero di fornire direttive anticipate sulle fasi finali della propria vita, potendo rinunciare a interventi terapeutici forzati e invasivi, in grado di garantire ai cittadini il rispetto dei loro diritti e delle loro volontà".
"Con questi atti vogliamo dare il via a una campagna forte sulla questione del testamento biologico - ha spiegato il capogruppo de La Sinistra in consiglio comunale Luca Pettini -, un argomento molto discusso e dibattuto in questo momento in Italia. Chiediamo una legge che lasci quantomeno il diritto alle singole persone di decidere di se stessi e della propria vita, che dia a ognuno la facoltà di scegliere cosa gli deve succedere in certi momenti e a quali trattamenti essere sottoposti. Questi sono temi che oggi nel nostro paese vengono messi in discussione in un modo sconcertante. Sia parte del Pd - ha proseguito Pettini - che il centro destra stanno obbligando i cittadini a subire un trattamento che non vogliamo, è una questione raccapricciante e per questo apriremo una battaglia civile per una libertà che, a livello di Stato, ci stanno togliendo".
"Ci teniamo molto a sottolineare il ruolo della nostra Costituzione - ha affermato la consigliera provinciale Gloria Campi -che dedica l'articolo 2 alla questione dei diritti. Oggi assistiamo ad un accanimento terapeutico che non ha ragione di esistere, per chi si trova in fin di vita, e che obbliga il malato e i familiari a subire un trattamento terribile, come successo nel caso di Eluana Englaro.
Faremo in modo che con la nostra mozione la Provincia prenda una posizione sull'argomento".
"Siamo preoccupati dell'emergenza democratica che si è aperta nel Paese - ha sottolineato la consigliera regionale Alessia Petraglia - e che riguarda i diritti del cittadino. Stiamo assistendo a una discussione parlamentare per niente laica e, in difesa dello stato di diritto, inizieremo nei nostri territori, come Sinistra, una grossa mobilitazione. Non ci piace l'ambiguità con cui il Partito democratico stà affrontando la questione: fuori dalle aule parlamentari si schiera dalla parte dei cittadini mentre dentro, prende accordi con la maggioranza e appoggia le decisioni del Governo. Occorre invece - ha concluso Petraglia - fare ostruzionismo per bloccare questo progetto di legge per il quale non crediamo si debba procedere con tutta questa urgenza".



Di seguito il testo della risoluzione presentata dal gruppo La Sinistra in consiglio comunale


RISOLUZIONE

Proponenti: Pettini, Baruzzi, Diaw, Malavolti, Pieri. Soldani

Oggetto: "In merito all'approvazione di una legge sul testamento biologico in sede parlamentare."



Il Consiglio Comunale di Firenze


premesso che la vicenda recente di Eluana Englaro, ed in particolare la richiesta del padre, in qualità di tutore, di procedere all'interruzione del trattamento di sostegno vitale artificiale della figlia, ha riaperto nell'opinione pubblica un accesso dibattito sulla necessità di una legge nazionale sul "testamento biologico";

premesso che la Corte d'appello di Milano, con sentenza dell'ottobre del 2008, ha autorizzato la richiesta del signor Englaro motivandola con l'esigenza di rispettare il modo di Eluana "di sentire e concepire la vita e la morte, del proprio modo di immaginare come sarebbe stata, anche e in primo luogo per lei stessa, la soluzione migliore", ritenendo tale interesse "prevalente su una necessità di tutela della vita biologica in sé e per sé considerata";

premesso che il rispetto della persona umana e della sua volontà individuale, che porta con sé la non coercibilità del trattamento sanitario se non per disposizione di legge, è un principio affermato dall'art.32 della Carta costituzionale nonché dalla Convenzione europea di Oviedo, la quale impone ai medici il rispetto della volontà del malato;

premesso che la tematica in esame risulta particolarmente delicata, in quanto tenuta a confrontarsi con le convinzioni personali e religiose degli individui in rapporto allo stato attuale del progresso tecnologico, in grado di strappare il paziente alla morte consegnandolo ad uno stato artificiale, una "condizione di vegetante, creata come esito non voluto delle metodiche di rianimazione e di terapie intensive", così come recentemente affermato da Umberto Veronesi;

considerato che il disegno di legge sul "testamento biologico" della maggioranza di centro-destra, attualmente all'esame del Parlamento nazionale, intende imporre alla generalità dei cittadini principi di tipo religioso, pur degni del massimo rispetto quali scelte personali ma atti a violare i diritti fondamentali dei cittadini, laici o credenti che essi siano;

considerata la necessità del rispetto delle diversità di opinioni culturali e delle convinzioni religiose dei singoli, principio base di uno Stato laico e democratico, nel quale la soggettività di ognuno deve trovare il suo spazio costituzionalmente tutelato;

esprime la propria solidarietà

alla famiglia Englaro per la dolorosa conclusione di un lungo e difficile cammino da loro intrapreso con grande umanità e consapevolezza del valore della vita e della dignità della persona;

invita la Giunta

a manifestare con determinazione nei confronti del Governo nazionale la necessità di una legge sul "testamento biologico" che dia priorità assoluta alle scelte del singolo individuo, lasciato libero di fornire direttive anticipate per le fasi finali della propria vita, potendo rinunciare a interventi terapeutici forzati e invasivi, tra i quali andranno incluse l'idratazione e l'alimentazione;
ad operare in modo che i servizi sociosanitari siano sempre in grado di garantire ai cittadini il rispetto dei loro diritti e delle loro volontà, verificando se eventuali forme di "obiezione di coscienza" da parte del personale sanitario siano con quest'ultime compatibili.(pc)