Primarie centrosinistra, De Zordo (Unaltracittà): «Cambiare tutto per non cambiare nulla, ecco la pseudomagia del PD»
Questo il testo dell'intervento di Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo:
«Devastare le colline fiorentine con il cosiddetto tubone, realizzare un sovradimensionato inceneritore pericoloso per la salute dei cittadini, bucare il sottosuolo della città con l'inutile e costoso sottoattraversamento dell'alta velocità, completare una tranvia progettata male e realizzata peggio, completare il ciclo della privatizzazione dei servizi pubblici. Ecco cosa vuol dire, tra le altre cose, la selezione di Matteo Renzi come candidato sindaco di Firenze, scelte politiche contenute nel programma quadro della coalizione, un programma che anche se avessero vinto gli altri candidati sarebbe stato comunque da rispettare.
Al contrario di quello che lo stesso Renzi ha suggerito e che la destra cittadina ora sottolinea, sottolineando strumentalmente la differenza di Renzi con il PD, questa visione della città è in perfetta continuità con l'era di Leonardo Domenici, considerato che il programma della coalizione (PD, Verdi, Socialisti, La Sinistra, Di Pietro) ha l'obiettivo di "proseguire la positiva esperienza di collaborazione maturata negli ultimi quindici anni di governo" e di completare le trasformazioni volute da Primicerio e Domenici che vengono descritte come "necessarie e imprescindibili".
Gli scandali legati a Castello, all'urbanistica contrattata, ai lavori pubblici, alla realizzazione della tranvia, al discriminatorio regolamento di polizia urbana rimarranno infatti scolpiti nella memoria storica della città. Unaltracittà si è opposta per cinque anni alla cattiva gestione della cosa pubblica, lavorando con tutti quei cittadini che si sono organizzati sul territorio per contrastare una visione di città arrogante e al servizio di pochi poteri economici. Matteo Renzi rappresenta quindi oggi - grazie alla continuità rivendicata nel programma del centrosinistra - una visione della città che è il contrario della buona politica, quella che si preoccupa di ascoltare per poi rispondere ai bisogni concreti delle persone oltreché governare nell'interesse di tutti.
Questa prospettiva futura a noi non piaceva e non piace tutt'ora, ci sentiamo lontani da essa non in quanto avversari di Matteo Renzi, ma in quanto alternativi al PD e alla coalizione che lo sostiene. Quindi nessuno choc, nessun cambiamento nell'amministrare Firenze per chi guarda ai contenuti e alla sostanza delle cose e non si fa suggestionare dalla retorica più o meno spumeggiante dei protagonisti delle primarie e dalle loro doti telegeniche.
Da evidenziare infine la contemporanea vittoria dell'ex Pci-Pds-Ds alle primarie per la presidenza della Provincia Andrea Barducci; la grande "svolta" delle primarie si qualifica ancor più come un regolamento dei conti, una semplice alternanza tra correnti interne ad una forza politica che persegue comunque un programma già noto e a nostro avviso deleterio per Firenze».
(fn)
«Devastare le colline fiorentine con il cosiddetto tubone, realizzare un sovradimensionato inceneritore pericoloso per la salute dei cittadini, bucare il sottosuolo della città con l'inutile e costoso sottoattraversamento dell'alta velocità, completare una tranvia progettata male e realizzata peggio, completare il ciclo della privatizzazione dei servizi pubblici. Ecco cosa vuol dire, tra le altre cose, la selezione di Matteo Renzi come candidato sindaco di Firenze, scelte politiche contenute nel programma quadro della coalizione, un programma che anche se avessero vinto gli altri candidati sarebbe stato comunque da rispettare.
Al contrario di quello che lo stesso Renzi ha suggerito e che la destra cittadina ora sottolinea, sottolineando strumentalmente la differenza di Renzi con il PD, questa visione della città è in perfetta continuità con l'era di Leonardo Domenici, considerato che il programma della coalizione (PD, Verdi, Socialisti, La Sinistra, Di Pietro) ha l'obiettivo di "proseguire la positiva esperienza di collaborazione maturata negli ultimi quindici anni di governo" e di completare le trasformazioni volute da Primicerio e Domenici che vengono descritte come "necessarie e imprescindibili".
Gli scandali legati a Castello, all'urbanistica contrattata, ai lavori pubblici, alla realizzazione della tranvia, al discriminatorio regolamento di polizia urbana rimarranno infatti scolpiti nella memoria storica della città. Unaltracittà si è opposta per cinque anni alla cattiva gestione della cosa pubblica, lavorando con tutti quei cittadini che si sono organizzati sul territorio per contrastare una visione di città arrogante e al servizio di pochi poteri economici. Matteo Renzi rappresenta quindi oggi - grazie alla continuità rivendicata nel programma del centrosinistra - una visione della città che è il contrario della buona politica, quella che si preoccupa di ascoltare per poi rispondere ai bisogni concreti delle persone oltreché governare nell'interesse di tutti.
Questa prospettiva futura a noi non piaceva e non piace tutt'ora, ci sentiamo lontani da essa non in quanto avversari di Matteo Renzi, ma in quanto alternativi al PD e alla coalizione che lo sostiene. Quindi nessuno choc, nessun cambiamento nell'amministrare Firenze per chi guarda ai contenuti e alla sostanza delle cose e non si fa suggestionare dalla retorica più o meno spumeggiante dei protagonisti delle primarie e dalle loro doti telegeniche.
Da evidenziare infine la contemporanea vittoria dell'ex Pci-Pds-Ds alle primarie per la presidenza della Provincia Andrea Barducci; la grande "svolta" delle primarie si qualifica ancor più come un regolamento dei conti, una semplice alternanza tra correnti interne ad una forza politica che persegue comunque un programma già noto e a nostro avviso deleterio per Firenze».
(fn)