«Comune parte civile nei processi per stupro»: mozione di Alessandri (AN-PdL) e Stella (FI-PdL) approvata dal consiglio comunale
Il consiglio comunale ha approvato la mozione di Stefano Alessandri (AN-PdL) e Marco Stella (FI-PdL), emendata dalla comissione pari opportunità, per modificare lo statuto e introdurre il principio di tutela delle donne, con particolare attenzione alle situazioni di molestie e di reati sessuali. In questo modo l'ammnistrazione potrà costituirsi parte civile nei processi per stupro.
«Come presidente della commissione pari opportunità e come cittadina di Firenze - ha sottolineato Rosanna Pilotti - non posso che rallegrarmi e sin da ora metto a disposizione le nostre competenze per approvare la modifica dello statuto prima dello scioglimento del consiglio comunale, dunque, prima del 23 aprile.
Modificare lo statuto rappresenta un segno concreto che il Comune di Firenze è davvero vicino alle donne, perché affina gli strumenti giuridici in conseguenza di gravissimi atti di lesione di "beni sociali " tutelati; questi "beni sociali" tutelati, come ha affermato la Corte di Cassazione, sono la libertà di autodeterminazione della donna e la convivenza pacifica sul territorio comunale».
«In questo senso - ha aggiunto la presidente Pilotti - il Comune è vicino a tutta la cittadinanza perché, a modifica avvenuta, potrà chiedere il risarcimento del danno economico e morale al responsabile delle violenze. Le risorse pubbliche, cioè i soldi di tutta la popolazione che vive nel territorio comunale, investite per la creazione di strutture per prevenire e contrastare la violenza contro e sulle donne e per "prendersi cura" di quelle che hanno subito violenza dovranno essere risarcite da chi è stato giudicato responsabile delle violenze stesse. La mancanza del rispetto nei confronti delle donne è una mancanza di rispetto nei confronti della comunità: questo è l'alto valore giuridico espresso nella sentenza della Cassazione.
I valori di una civiltà, oltre che nella coscienza di ciascuna persona, sono esplicitati sotto forma di regole, formate da diritti e doveri, nei confronti delle quali chi è chiamato ad una funzione pubblica deve rapportarsi tenendo a mente un principio: quello di lavorare per il bene pubblico.
Le regole possono e devono essere modificate se non sono sufficienti per tutelare la comunità, sulla base dei principi contenuti nella Costituzione.
Cos'è lo Statuto se non l'atto principale sul quale fondare la convivenza della popolazione che vive nel Comune? Proprio per questa ragione, cioè quella di rappresentare la più alta espressione dell'autonomia normativa dell'ente locale, rende lo statuto uno strumento di autogoverno da utilizzare direi, senza nessun intento di svilimento, anzi come un elenco telefonico: se l'evolversi - nel bene e nel male - della struttura sociale in tutti i suoi aspetti ne impone la modifica, l'introduzione di nuovi principi, e tra questi le finalità delle sue politiche, l'abrogazione di parti o la revisione, tutto ciò è un segno di vitalità e attenzione al bene pubblico per il quale il Comune opera».
«Costituirsi parte civile e affiancarsi alle vittime - ha sottolineato la presidente della commissione pari opportunità - è un modo efficace per contrastare la violenza contro e sulle donne.
Lo Statuto è uno strumento di autogoverno di cui i Comuni si dotano per adattare "la propria struttura gestionale alla peculiarità della realtà sociale che sono chiamate ad interpretare". La Corte di Cassazione ha confermato che lo statuto è l'espressione dell'esistenza stessa e dell'identità dell'ordinamento giuridico locale". Chi stupra colpisce la città nella sua interezza, nell'immagine e nel portafoglio.
I risarcimenti aiutano le vittime, perché i soldi liquidati potranno essere investiti in nuovi servizi o nel potenziamento di quelli esistenti: aumento dell'illuminazione, delle pattuglie della polizia locale in centro e in periferia, corsi di autodifesa gratuiti, servizio Ataf con fermata lungo il percorso e trasporto notturno fino a casa, ad un costo inferiore al taxi, autobus by night con o senza prenotazione, dispositivi satellitari che si installano sull'auto che permettono di chiedere aiuto». (fn)
«Come presidente della commissione pari opportunità e come cittadina di Firenze - ha sottolineato Rosanna Pilotti - non posso che rallegrarmi e sin da ora metto a disposizione le nostre competenze per approvare la modifica dello statuto prima dello scioglimento del consiglio comunale, dunque, prima del 23 aprile.
Modificare lo statuto rappresenta un segno concreto che il Comune di Firenze è davvero vicino alle donne, perché affina gli strumenti giuridici in conseguenza di gravissimi atti di lesione di "beni sociali " tutelati; questi "beni sociali" tutelati, come ha affermato la Corte di Cassazione, sono la libertà di autodeterminazione della donna e la convivenza pacifica sul territorio comunale».
«In questo senso - ha aggiunto la presidente Pilotti - il Comune è vicino a tutta la cittadinanza perché, a modifica avvenuta, potrà chiedere il risarcimento del danno economico e morale al responsabile delle violenze. Le risorse pubbliche, cioè i soldi di tutta la popolazione che vive nel territorio comunale, investite per la creazione di strutture per prevenire e contrastare la violenza contro e sulle donne e per "prendersi cura" di quelle che hanno subito violenza dovranno essere risarcite da chi è stato giudicato responsabile delle violenze stesse. La mancanza del rispetto nei confronti delle donne è una mancanza di rispetto nei confronti della comunità: questo è l'alto valore giuridico espresso nella sentenza della Cassazione.
I valori di una civiltà, oltre che nella coscienza di ciascuna persona, sono esplicitati sotto forma di regole, formate da diritti e doveri, nei confronti delle quali chi è chiamato ad una funzione pubblica deve rapportarsi tenendo a mente un principio: quello di lavorare per il bene pubblico.
Le regole possono e devono essere modificate se non sono sufficienti per tutelare la comunità, sulla base dei principi contenuti nella Costituzione.
Cos'è lo Statuto se non l'atto principale sul quale fondare la convivenza della popolazione che vive nel Comune? Proprio per questa ragione, cioè quella di rappresentare la più alta espressione dell'autonomia normativa dell'ente locale, rende lo statuto uno strumento di autogoverno da utilizzare direi, senza nessun intento di svilimento, anzi come un elenco telefonico: se l'evolversi - nel bene e nel male - della struttura sociale in tutti i suoi aspetti ne impone la modifica, l'introduzione di nuovi principi, e tra questi le finalità delle sue politiche, l'abrogazione di parti o la revisione, tutto ciò è un segno di vitalità e attenzione al bene pubblico per il quale il Comune opera».
«Costituirsi parte civile e affiancarsi alle vittime - ha sottolineato la presidente della commissione pari opportunità - è un modo efficace per contrastare la violenza contro e sulle donne.
Lo Statuto è uno strumento di autogoverno di cui i Comuni si dotano per adattare "la propria struttura gestionale alla peculiarità della realtà sociale che sono chiamate ad interpretare". La Corte di Cassazione ha confermato che lo statuto è l'espressione dell'esistenza stessa e dell'identità dell'ordinamento giuridico locale". Chi stupra colpisce la città nella sua interezza, nell'immagine e nel portafoglio.
I risarcimenti aiutano le vittime, perché i soldi liquidati potranno essere investiti in nuovi servizi o nel potenziamento di quelli esistenti: aumento dell'illuminazione, delle pattuglie della polizia locale in centro e in periferia, corsi di autodifesa gratuiti, servizio Ataf con fermata lungo il percorso e trasporto notturno fino a casa, ad un costo inferiore al taxi, autobus by night con o senza prenotazione, dispositivi satellitari che si installano sull'auto che permettono di chiedere aiuto». (fn)