Cellai (AN-PdL): «Disdire una commissione a fronte di uno sciopero dei lavoratori è grave e non ha senso»

«Disdire una commissione a fronte di uno sciopero dei lavoratori è grave e non ha senso». Lo ha detto Jacopo Cellai (AN-PdL).
«Leggendo l'attacco dei colleghi del gruppo de La Sinistra - ha dichiarato Cellai - al presidente della seconda commissione Ricci, PD, reo di non aver disdetto la seduta di domani in concomitanza con lo sciopero della CGIL sembra di tornare al liceo quando chi non andava a fare sciopero e voleva entrare in classe veniva "apostrofato" dagli scioperanti.
Il presidente Ricci ha fatto benissimo a confermare la convocazione della seduta di domani della commissione sviluppo economico, a differenza del presidente della commissione pace dei Comunisti Italiani Marzullo, che ha annullato la seduta programmata. Non solo perché all'ordine del giorno vi è l'audizione dell'Assessore Gori in relazione al codice regionale del commercio e al relativo regolamento di attuazione. Un tema di primaria importanza per la città e per il centro storico.
Anche se l'argomento in questione fosse stato di tutt'altra importanza il presidente della commissione avrebbe fatto benissimo a confermare la seduta. Era suo dovere farlo. Che senso ha disdire il lavoro programmato di una commissione, quello di esprimere la solidarietà al sindacato e a chi sciopera? Chi vuole farlo si associ ai lavoratori e scenda in piazza con loro».
«Ma chiedere ad una sede istituzionale di rinunciare ai propri lavori non è ammissibile - ha aggiunto Cellai - e se di prassi in passato si è trattato, c'è da riflettere sull'uso politico che è stato fatto delle sedi istituzionali. Il rispetto per i lavoratori passa da tutt'altre cose, non certo dallo svolgimento di una commissione. La cui disdetta al contrario rappresenta una mancanza di rispetto palese verso i cittadini e le istituzioni».
«I colleghi de La sinistra - ha concluso il consigliere di AN - dicono che domani ovviamente non parteciperanno alla commissione.
Ne sentiremo ovviamente la mancanza, ma per una mattina credo che potremo pure sopravvivere». (fn)