Giorno del Ricordo, Giocoli (FI-PdL) e Andriulli (AN-PdL): «C'è ancora qualcuno che vuol negare la tragedia delle foibe»

«Per troppo tempo la tragedia delle foibe è stata tenuta nascosta ma anche luoghi come l'Istria e la Dalmazia hanno rappresentato vaghi riferimenti geografici di un passato perduto. Ma anche ora è difficile far riappropriare ai fiorentini una pagina drammatica della nostra storia, che era stata troppo a lungo sottratta, come una pagina strappata dal libro delle vicende nazionali». E' quanto hanno dichiarato la capogruppo di Forza Italia-PdL Bianca Maria Giocoli e il consigliere di Alleanza Nazionale-PdL Antonio Gerardo Andriulli.
«Il Parlamento con una legge approvata nel marzo 2004 - ricordano i due esponenti del centrodestra - ha deciso di istituire il "Giorno del ricordo" in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo Giuliano-Dalmata, delle vicende del confine orientale, anche con la concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati.
Una scelta importante, condivisa da un ampio schieramento di forze parlamentari. Ma per anni, nel corso della passata legislatura, abbiamo dovuto combattere duramente per far intitolare a questi nostri sventurati compatrioti un luogo della città».
«La mozione per l'intitolazione della strada ai martiri delle foibe fu approvata per la prima volta dal consiglio comunale il 3 febbraio 1997 - hanno aggiunto Giocoli e Andriulli - ma ci sono voluti cinque anni per vedere attuata la volontà dell'assemblea di Palazzo Vecchio. Cinque anni sofferti, di atti del consiglio comunale dimenticati dall'amministrazione, di commissioni toponomastiche che avevano dato pareri assurdi e fuori del tempo, di assessori che avevano votato contro in giunta. Alla fine, nel giugno 2002, ce l'avevamo fatta grazie anche ad un costruttivo lavoro di squadra: il consigliere di AN Achille Totaro che nel 1997 aveva presentato la richiesta ripresa da noi, da Gaia Checcucci di AN, da Massimo Pieri per Forza Italia, dal capogruppo dei Verdi Alessio Papini, oltre al lavoro svolto dall'allora assessore Andrea Ceccarelli in giunta».
«Poi, grazie alle sterili polemiche di qualcuno - hanno proseguiti - nel gennaio 2007 la civilissima Firenze si è macchiata di un atto fuori del tempo e gravissimo, la rottura della lapide che ricorda quanti furono uccisi nelle foibe nel 1945. Tutti, in questi giorni, parlano di riconciliazione. Ma c'è bisogno di una riconciliazione che esca dalle inevitabili vaghezze retoriche solo grazie a segni pubblici, precisi e forti, in grado di contraddire certe artificiose confusioni».
«Per colpa di mostre sulle foibe come quella allestita nel cortile della Dogana, a Palazzo Vecchio - hanno concluso Giocoli e Andriulli - e per interventi come quello della professoressa Rossi, svolto nella seduta di oggi del consiglio comunale, i giorni dolorosi di Trieste, dell'Istria, della Dalmazia e della Venezia Giulia rischiano di non finire mai». (fn)