Permesso di soggiorno a Ammar, Alessandri (AN-PdL) Stella (FI-PdL) : «Vicenda condizionata da opportunismi politici»
«Chi vuole la fiducia deve meritarsela». Lo hanno detto i consiglieri Stefano Alessandri (AN-PdL) e Marco Stella (FI - PDL) commentando la proposta «di far intervenire il sindaco per far concedere il permesso di soggiorno a Ammar, l'extracomunitario clandestino che ha salvato una ragazza che si era gettata in Arno per suicidarsi».
«La vicenda - hanno aggiunto - impone una riflessione ampia ed approfondita scevra da opportunismi politici e buonismi dell'ultim'ora.
Vorremmo ricordare ai molti colleghi che si sono espressi nelle ultime ore a favore del rilascio del permesso di soggiorno che il cittadino tunisino risulta essere clandestino. Non solo, egli risulta essere stato denunciato, tra l'altro, per la recente aggressione ai danni del gestore dell'Osteria dei Benci. Aggressione che scatenò le ire dei cittadini e degli stessi esponenti politici che evidentemente, oggi, hanno cambiato idea».
«Ferma restando l'eroicità del gesto posto di Ammar - sottolineano i due consiglieri - la politica non può ignorare i comportamenti precedenti del cittadino tunisino, ne può bypassare il complesso sistema di normative che regolano il rilascio dei permessi di soggiorno. Nel nostro Paese esistono gli istituti di garanzia a tutela dell'interesse generale che consiste innanzitutto nel rispetto delle regole da parte di chiunque, perché nessuno è superiore alla legge».
«In particolare - hanno commentato Alessandri e Stella - la legge stabilisce che per avere un permesso di soggiorno l'immigrato abbia un lavoro. Molti, in queste settimane, affermano l'importanza di aprire la stagione del 'rispetto della legge'.
Opinione condivisibile purché non sia evocata quando ci fa comodo e trascurata quando non ci conviene. Non c'è niente di peggio, in democrazia, di un potere che quando esige l'osservanza delle norme, manifesta una così clamorosa disparità di comportamento a proposito dei suoi cittadini. Perché scinde la legalità, appunto, dalla legittimità di chi la pretende. Un permesso di soggiorno premio per Ammar rischia di diventare una sorta di sanatoria per i reati commessi in precedenza e rappresenta una forma di discriminazione verso tutti quegli immigrati che hanno deciso di rispettare le leggi del nostro paese ed attendono pazientemente l'apertura del decreto flussi per venire in Italia a lavorare».
«Consigliamo agli autorevoli colleghi - hanno concluso - maggiore ponderatezza nell'esprimere opinioni in tal senso, accantonando la smania elettorale per evitare di lanciare messaggi fuorvianti alla cittadinanza». (fn)
«La vicenda - hanno aggiunto - impone una riflessione ampia ed approfondita scevra da opportunismi politici e buonismi dell'ultim'ora.
Vorremmo ricordare ai molti colleghi che si sono espressi nelle ultime ore a favore del rilascio del permesso di soggiorno che il cittadino tunisino risulta essere clandestino. Non solo, egli risulta essere stato denunciato, tra l'altro, per la recente aggressione ai danni del gestore dell'Osteria dei Benci. Aggressione che scatenò le ire dei cittadini e degli stessi esponenti politici che evidentemente, oggi, hanno cambiato idea».
«Ferma restando l'eroicità del gesto posto di Ammar - sottolineano i due consiglieri - la politica non può ignorare i comportamenti precedenti del cittadino tunisino, ne può bypassare il complesso sistema di normative che regolano il rilascio dei permessi di soggiorno. Nel nostro Paese esistono gli istituti di garanzia a tutela dell'interesse generale che consiste innanzitutto nel rispetto delle regole da parte di chiunque, perché nessuno è superiore alla legge».
«In particolare - hanno commentato Alessandri e Stella - la legge stabilisce che per avere un permesso di soggiorno l'immigrato abbia un lavoro. Molti, in queste settimane, affermano l'importanza di aprire la stagione del 'rispetto della legge'.
Opinione condivisibile purché non sia evocata quando ci fa comodo e trascurata quando non ci conviene. Non c'è niente di peggio, in democrazia, di un potere che quando esige l'osservanza delle norme, manifesta una così clamorosa disparità di comportamento a proposito dei suoi cittadini. Perché scinde la legalità, appunto, dalla legittimità di chi la pretende. Un permesso di soggiorno premio per Ammar rischia di diventare una sorta di sanatoria per i reati commessi in precedenza e rappresenta una forma di discriminazione verso tutti quegli immigrati che hanno deciso di rispettare le leggi del nostro paese ed attendono pazientemente l'apertura del decreto flussi per venire in Italia a lavorare».
«Consigliamo agli autorevoli colleghi - hanno concluso - maggiore ponderatezza nell'esprimere opinioni in tal senso, accantonando la smania elettorale per evitare di lanciare messaggi fuorvianti alla cittadinanza». (fn)