Revoca della concessione d'uso per la Basilica di Santa Maria Novella, l'assessore Giani: "Un paradosso che un ministro leghista fautore di istanze federaliste

"Siamo di fronte a un paradosso. Un ministro leghista che porta avanti istanze federaliste, emette un atto centralista". Lo afferma l'assessore alla cultura Eugenio Gaini che si è visto recapitare un atto in cui viene revocata al Comune di Firenze la concessione della Basilica di Santa Maria Novella. "Una revoca della concessione d'uso - rileva l'assessore Giani - che non arriva dal ministero dei beni culturali, ma da quello dell'Interno. Nell'atto si fa riferimento che la proprietà del bene sia del Fondo Edifici di Culto, ma che a seguito del rogito Guerri del 29 aprile 1868, al Comune di Firenze è concesso l'uso perpetuo del bene. Da 141 anni quindi, in virtù di questo atto, il Comune ha in concessione la Basilica e ha instaurato un proficuo rapporto di collaborazione con l'Ordine dei Domenicani che esercitano il culto e con l'Opera di Santa Maria Novella che, attraverso l'incasso dei biglietti, si adopera per restaurare gli affreschi. La manutenzione ordinaria e straordinaria è a carico del Comune che negli ultimi 10 anni ha speso circa 6 milioni di euro, ultimo esempio il restauro della facciata". L'assessore Giani ricorda poi che oltre alla revoca richiesta per Santa Maria Novella, il FEC ha eseguito sopralluoghi per quanto riguarda Santa Croce, Santa Maria del Carmine, San Marco, San Paolino, San Gaggio, più Vallombrosa e Montesenario.
L'assessore Giani non ci sta: "Non si può arrivare a questo. Proporrò alla giunta di promuovere ogni iniziativa utile per risolvere questo problema. Non ci si può limitare a un passaggio di carte. Per questo chiederò di sapere quali sono le intenzioni e il piano di interventi che riguardano la Basilica, di avere una sorta di 'liquidazione in natura' di quanto investito dal Comune per dirottare questi finanziamenti su altri interventi, di istituire un tavolo con Stato e Curia sulle modalità di mantenimento del nostro patrimonio culturale. Una sorta di 'Concordato Fiorentino' che possa sollecitare l'istituzione di uno specifico capitolo di spesa nel bilancio dello Stato per gli edifici storici ed ecclesiastici della città".(fd)