Capalad e Kebe (Consiglio degli stranieri): «Nei programmi dei candidati alle primarie ci sia spazio per iniziative contro il razzismo dilagante»
«Nei programmi dei candidati alle primarie del centrosinistra ci sia spazio per iniziative tese a far fronte a questo razzismo dilagante». L'appello è stato lanciato dalla presidente del consiglio degli stranieri Divina Capalad e dal vicepresidente Assane Kebe.
«Purtroppo - hanno sottolineato - assistiamo ogni giorno a episodi di razzismo che aumentano sempre più sia a livello nazionale e locale, che nella nostra città: il conflitto religioso e quello razziale vengono registrati anche a Firenze, ogni giorno, sugli autobus, per strada o nelle scuole. In questo senso la politica potrebbe fare tanto con interventi mirati verso la mediazione e l'integrazione sociale e partendo da un'educazione a certi principi, fin dalle giovani generazioni».
«Gli articoli del decreto sicurezza approvati ieri al Senato - hanno proseguito Divina Capalad e Assane Kebe - dimostrano come non ci sia in Italia la volontà politica di portare avanti l'inclusione sociale, impedendo di fatto ad uno straniero di avere un percorso di cittadinanza normale».
«La tassa sul permesso di soggiorno - hanno sottolineato la presidente Capalad e il vicepresidente Kebe - che arriverà a costare dagli 80 ai 200 euro, significa aumentare un disagio che già esiste con il passaggio di gestione delle pratiche a Poste Italiane. Senza contare che si tratta di un costo che incide davvero tanto sulle possibilità delle famiglie straniere, che già si trovano di fronte ad una situazione economica non facile, e che le ricevute rilasciate non sempre sono accettate come documenti validi ai fini amministrativi».
«La scelta di imporre ai medici di denunciare i clandestini e quindi di conseguenza di non assicurare loro le cure necessarie - hanno aggiunto i due esponenti del consiglio degli stranieri - è una vera e propria violazione dei diritti umani. Questo porterà al prolificare di cliniche illegali oltre ad essere un pericolo per l'intera comunità. Bisognerebbe invece avere una visione di stato sociale che aiuta le persone che sono in difficoltà e non incoraggiare la violenza anche attraverso l'istituzione delle cosiddette 'ronde padane'. Il nostro timore è che attraverso questo provvedimento si favoriscano e basta gli episodi di intolleranza a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi in Italia, nei confronti di senza fissa dimora e immigrati. Soltanto una politica di inserimento sociale - hanno concluso - può risolvere la situazione, interventi che costerebbero assai meno che pagare persone che vanno in giro di notte a presidiare il territorio». (fn)
«Purtroppo - hanno sottolineato - assistiamo ogni giorno a episodi di razzismo che aumentano sempre più sia a livello nazionale e locale, che nella nostra città: il conflitto religioso e quello razziale vengono registrati anche a Firenze, ogni giorno, sugli autobus, per strada o nelle scuole. In questo senso la politica potrebbe fare tanto con interventi mirati verso la mediazione e l'integrazione sociale e partendo da un'educazione a certi principi, fin dalle giovani generazioni».
«Gli articoli del decreto sicurezza approvati ieri al Senato - hanno proseguito Divina Capalad e Assane Kebe - dimostrano come non ci sia in Italia la volontà politica di portare avanti l'inclusione sociale, impedendo di fatto ad uno straniero di avere un percorso di cittadinanza normale».
«La tassa sul permesso di soggiorno - hanno sottolineato la presidente Capalad e il vicepresidente Kebe - che arriverà a costare dagli 80 ai 200 euro, significa aumentare un disagio che già esiste con il passaggio di gestione delle pratiche a Poste Italiane. Senza contare che si tratta di un costo che incide davvero tanto sulle possibilità delle famiglie straniere, che già si trovano di fronte ad una situazione economica non facile, e che le ricevute rilasciate non sempre sono accettate come documenti validi ai fini amministrativi».
«La scelta di imporre ai medici di denunciare i clandestini e quindi di conseguenza di non assicurare loro le cure necessarie - hanno aggiunto i due esponenti del consiglio degli stranieri - è una vera e propria violazione dei diritti umani. Questo porterà al prolificare di cliniche illegali oltre ad essere un pericolo per l'intera comunità. Bisognerebbe invece avere una visione di stato sociale che aiuta le persone che sono in difficoltà e non incoraggiare la violenza anche attraverso l'istituzione delle cosiddette 'ronde padane'. Il nostro timore è che attraverso questo provvedimento si favoriscano e basta gli episodi di intolleranza a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi in Italia, nei confronti di senza fissa dimora e immigrati. Soltanto una politica di inserimento sociale - hanno concluso - può risolvere la situazione, interventi che costerebbero assai meno che pagare persone che vanno in giro di notte a presidiare il territorio». (fn)