Vicenda Seves, Nocentini (Rifondazione): «La ricchezza di Firenze non può essere solo la rendita immobiliare»
Questo il testo dell'intervento di Anna Nocentini, capogruppo di Rifondazione Comunista:
«L'unico atto approvato nella seduta odierna del consiglio comunale è stata la mozione sulla Seves, con l'emendamento proposto dal nostro gruppo.
La protesta per l' 'inciucio' Partito Democratico-Popolo della Libertà sullo sbarramento al 4% per le elezioni europee è stata sospesa per questo unico atto la cui urgenza è legata all'inizio della cassa integrazione per 110 lavoratori.
L'emendamento pone un impegno per il futuro, comunque vada, la vicenda del piano strutturale: la destinazione dei quell'area deve rimanere produttiva, non disponibile per le speculazioni immobiliari.
Contrario all'emendamento solo il PD, subalterno nei confronti dei forti e legato ad un'idea di sviluppo sempre dipendente dalla rendita immobiliare.
Non viene introdotto alcun veto alle delocalizzazione nell'area metropolitana, se e quando l'azienda volesse concretamente procedere all'ampliamento. Allo stesso tempo, viene mandato un messaggio chiaro all'azienda: non si può sostituire l'attività produttiva con la rendita immobiliare.
Il Partito Democratico, abbandonato dai partiti della coalizione, non fa tesoro delle drammatiche esperienze in cui le aziende hanno delocalizzato a migliaia di chilometri di distanza dopo aver depredato il territorio per la debolezza delle amministrazioni locali e licenziato i lavoratori.
C'è da chiedersi cosa ci sia dietro il manifesto che troneggia nelle ultime uscite del loro segretario nazionale inneggiante ad un new deal dell'ambiente».
(fn)
«L'unico atto approvato nella seduta odierna del consiglio comunale è stata la mozione sulla Seves, con l'emendamento proposto dal nostro gruppo.
La protesta per l' 'inciucio' Partito Democratico-Popolo della Libertà sullo sbarramento al 4% per le elezioni europee è stata sospesa per questo unico atto la cui urgenza è legata all'inizio della cassa integrazione per 110 lavoratori.
L'emendamento pone un impegno per il futuro, comunque vada, la vicenda del piano strutturale: la destinazione dei quell'area deve rimanere produttiva, non disponibile per le speculazioni immobiliari.
Contrario all'emendamento solo il PD, subalterno nei confronti dei forti e legato ad un'idea di sviluppo sempre dipendente dalla rendita immobiliare.
Non viene introdotto alcun veto alle delocalizzazione nell'area metropolitana, se e quando l'azienda volesse concretamente procedere all'ampliamento. Allo stesso tempo, viene mandato un messaggio chiaro all'azienda: non si può sostituire l'attività produttiva con la rendita immobiliare.
Il Partito Democratico, abbandonato dai partiti della coalizione, non fa tesoro delle drammatiche esperienze in cui le aziende hanno delocalizzato a migliaia di chilometri di distanza dopo aver depredato il territorio per la debolezza delle amministrazioni locali e licenziato i lavoratori.
C'è da chiedersi cosa ci sia dietro il manifesto che troneggia nelle ultime uscite del loro segretario nazionale inneggiante ad un new deal dell'ambiente».
(fn)