Nuovo regolamento regionale sul commercio. L'assessore Gori: "Disattese le indicazioni del Comune di Firenze. Si va verso una jungla del commercio, snaturando i

"Le novità introdotte dal nuovo regolamento regionale sul commercio rischiano uno sconvolgimento nel centro storico fiorentino che sarà regolato alla stregua di qualsiasi comune dell'hinterland fiorentino, facendo perdere a Firenze le peculiarità di città turistica. Potremo avere supermarket all'ombra del Duomo o della Torre di Arnolfo con buona pace dei regolamenti comunali. Si rimetterà in moto quel meccanismo di acquisizioni di interi palazzi con sfratti alle piccole attività commerciali che era stato fermato attraverso il regolamento che limitava a 400 metri quadri la media distribuzione nel centro di Firenze. L'effetto sarà la desertificazione delle aree meno «pregiate» e lo sviluppo di medie e grandi strutture".
È l'allarme lanciato dall'assessore all'attività produttive Silvano Gori che commenta il nuovo regolamento regionale sul commercio che prevede, tra le novità, la possibilità di aprire supermercati di medie dimensioni (fino a 2.500 metri quadri), la possibilità di fare "accorpare" più negozi, di acquisire anche le singole licenze.
"Il sistema degli «accorpamenti» di più esercizi va ripensato totalmente perché rischia di determinare effetti negativi sul tessuto urbano consolidato - spiega l'assessore Gori -. Accorpando piccolissimi negozi che vengono comunque considerati, a forfait, di 250 metri quadri (150 metri quadri per i piccoli comuni), di qualunque superficie essi siano, esistenti da pochi anni (1 o 3) è possibile aprire o ampliare medie strutture vanificando la programmazione comunale con il solo rispetto del requisito dei bagni e dei parcheggi (le cui distanze sono necessarie solo all'esterno dei centri storici e non per i «consorzi»). Quindi, se sono acquistati i locali e le licenze è possibile accorpare un fruttivendolo di 10 metri quadri a Brozzi, una cartoleria di 12 metri quadri a Rifredi ed altri tre negozi di 20 metri quadri l'uno in altre zone, ottenendo la possibilità di aprire una struttura fino a 1.250 metri quadri (con una superficie reale di soli 82 metri quadri)".
"Il nuovo regolamento regionale - prosegue l'assessore Gori - non ha affrontato le questioni più urgenti e che sotto gli occhi di tutti: ad esempio i saldi. Stabilire date fisse per le vendite di fine stagione è un errore: occorre uno strumento più flessibile (come una delibera di giunta) che può modificare le date dei saldi, celermente. Inoltre, le date non sono coordinate con quelle delle altre Regioni che utilizzano i saldi come attrattore turistico ed economico. Ad esempio: in Campania, Liguria, Lazio, Emilia Romagna, Sicilia, Piemonte, Basilicata i saldi cominciano il 2 o 3 gennaio, in Toscana, invece, il 7 gennaio e questo non contribuisce a rilanciare il commercio nella nostra regione, anzi, l'affossa ulteriormente e determina prassi poco condivisibili di vendite scontate mascherate. Le date devono essere stabilite dalla giunta regionale coordinandosi almeno con le Regioni territorialmente più vicine ed importanti".
Un'altra questione che secondo l'assessore Gori non è stata affrontata dal regolamento regionale, sono le aperture festive.
"Anche qui, soprattutto dopo l'osservazione di ottobre 2008 dell'autorità della concorrenza il regime previsto dal Codice e dal Regolamento è inadeguato, lasciando spazio alla deregulation delle aperture festive con rincorse fra le zone dei singoli comuni e fra i comuni delle zone limitrofe come accade con gli outlet che possono essere sempre aperti. È necessario - spiega l'assessore Gori - reintrodurre una specificità per le zone turistiche altrimenti i negozi del centro di Firenze saranno costretti a rimanere aperti soltanto per le 20 giornate concordate ed a stare chiusi tutte le altre domeniche, con un grandissimo danno economico per tutta la filiera turistica. È necessario stipulare obbligatoriamente accordi fra comuni su area vasta (almeno a livello di Provincia) per rispondere alle osservazioni dell'Autorità. In caso contrario, è preferibile mantenere l'attuale assetto che è stato giudicato positivamente da tutti gli operatori e dalle associazioni di categoria, rinviando l'entrata in vigore dell'articolo 80 del Codice, aspettando, nel frattempo, chiarezza sul parere dell'autorità della concorrenza".
"Devono essere disciplinate diversamente le gallerie d'arte che devono essere incentivate, soprattutto nelle città d'arte ed invece sono penalizzate dal regolamento perché trattate al pari di una media struttura alimentare (parcheggi, bagni ecc.) quando hanno superfici superiori a 250 metri quadri. Poiché non sono grandi attrattori di traffico veicolare, è necessario - auspica l'assessore Gori - inserirle fra le tipologie di attività che hanno un abbattimento del 10% della superficie di vendita. Il regolamento, invece, prevede che ogni galleria d'arte abbia un metro e mezzo di parcheggio per ogni metro quadro di superficie riservata all'esposizione e alla vendita. Quindi, una galleria di 800 metri quadri dovrà avere un parcheggio di 1.200 metri quadri. Ed è una cosa assurda poiché è evidente che il numero di coloro che visitano una galleria d'arte non è certo paragonabile ai clienti di un supermercato".
"Quello che serve e che non è stato previsto dal nuovo regolamento regionale - conclude l'assessore Gori - è l'introduzione di una norma che permetta ai Comuni di definire un vero e proprio piano della funzione commercio così come già avvenuto per la somministrazione. Per le medie strutture bisogna prevedere una destinazione d'uso urbanistica specifica analoga a quella prevista per la somministrazione che permetta ai Comuni di limitare i cambi di destinazione d'uso delle unità immobiliari sede di esercizi storici". (uc)