Legge elettorale europee, La Sinistra: «Il PD scelga tra l'accordo con la PdL o gli alleati»
Questo il testo dell'intervento dei consiglieri de La Sinistra:
«Il profilarsi di un accordo tra PD e PDL per una nuova legge elettorale per le europee, con l'obiettivo di introdurre una soglia di sbarramento al 4%, rappresenta il tentativo di utilizzare le leggi elettorali per esigenze di bassa cucina politica. Si gioca con le regole che sovraintendono alla formazione delle rappresentanze istituzionali per le esigenze contingenti di PD e PDL e, ancor peggio, di qualche leader negli scontri interni ai rispettivi partiti.
Non vi è infatti altra ragione plausibile per introdurre uno sbarramento del 4%.
Ricordiamo che nel Parlamento Europeo non vi è il rischio di frantumazione, esistendo regole molto ferree che lo stesso europarlamento si è dato che obbligano gli eletti ad aggregarsi in gruppi parlamentari rispondenti alle famiglie politiche europee ed a criteri di rappresentanza di un alto numero di Paese aderenti alla UE. Ad oggi i gruppi sono 7 e tali rimarranno.
Inoltre la struttura della UE assegna al Parlamento la funzione di rappresentare i popoli e le diverse espressioni politiche, mentre il ruolo di governo viene assolto dalla Commissione Europea, nominata dai singoli governi nazionali. Non vi è dunque alcun bisogno di assicurare stabilità al Governo europeo.
Le ragioni della proposta di introdurre, a tre mesi dalle elezioni, lo sbarramento al 4% sono quindi tutte legate ad esigenze particolari e contingenti.
A partire da quella di Veltroni, che, di fronte alla temuta emorragia di consensi del PD dovuta ad una opposizione debole e talvolta inesistente
sui temi della difesa dei diritti dei lavoratori e del sostegno alla CGIL, della giustizia, del conflitto di interessi, della laicità dello stato, per tentare di salvare se stesso e limitare i danni, cerca di ricreare artificiosamente quel meccanismo di "voto utile" che gli consentì di drenare i voti della Sinistra sull'onda del tentativo di battere Berlusconi.
Sull'altare della disperata necessità di ottenere da Berlusconi la nuova legge elettorale per le europee Veltroni sta sacrificando qualsiasi idea di opposizione netta sulla giustizia, sulla rai, sul federalismo.
Ci domandiamo: dove sta in tutto questo l'interesse generale? Dove sta l'attenzione per i problemi reali di un Paese sempre più sprofondato in una crisi economica in cui si perdono i posti di lavoro e le famiglie non arrivano alla fine del mese, mentre si adotta un sistema di contrattazione che indebolirà ulteriormente il potere di acquisto di salari e stipendi?
Ci pare che Veltroni sia assai più impegnato a cercare di ottenere qualche punto percentuale in più a danno della sinistra. Ma fare un deserto attorno ad un PD che invece del 24% prende il 26% od il 28%, riproponendo la logica dell'autosufficienza e di un bipartitismo forzoso, imperfetto e squilibrato a favore della destra, non risolve il problema di come ricostruire le condizioni per un nuovo centro-sinistra in grado di battere questa destra.
E' per questo che lunedì prossimo in Consiglio Comunale simbolicamente non parteciperemo alle votazioni: pur rimanendo in aula, scompariremo dai banchi, come vorrebbero Berlusconi e Veltroni. Per dimostrare per un giorno quello che accadrebbe se andasse in porto il loro disegno di cancellare dalle istituzioni tutto ciò che non è PD o PDL. Ci auguriamo che il PD fiorentino, insieme al quale stiamo lavorando per ricostruire nei territori un'alleanza di centro-sinistra, si esprima nel merito e manifesti ai propri vertici nazionali l'incoerenza e la miopia delle scelte che stanno compiendo».
(fn)
«Il profilarsi di un accordo tra PD e PDL per una nuova legge elettorale per le europee, con l'obiettivo di introdurre una soglia di sbarramento al 4%, rappresenta il tentativo di utilizzare le leggi elettorali per esigenze di bassa cucina politica. Si gioca con le regole che sovraintendono alla formazione delle rappresentanze istituzionali per le esigenze contingenti di PD e PDL e, ancor peggio, di qualche leader negli scontri interni ai rispettivi partiti.
Non vi è infatti altra ragione plausibile per introdurre uno sbarramento del 4%.
Ricordiamo che nel Parlamento Europeo non vi è il rischio di frantumazione, esistendo regole molto ferree che lo stesso europarlamento si è dato che obbligano gli eletti ad aggregarsi in gruppi parlamentari rispondenti alle famiglie politiche europee ed a criteri di rappresentanza di un alto numero di Paese aderenti alla UE. Ad oggi i gruppi sono 7 e tali rimarranno.
Inoltre la struttura della UE assegna al Parlamento la funzione di rappresentare i popoli e le diverse espressioni politiche, mentre il ruolo di governo viene assolto dalla Commissione Europea, nominata dai singoli governi nazionali. Non vi è dunque alcun bisogno di assicurare stabilità al Governo europeo.
Le ragioni della proposta di introdurre, a tre mesi dalle elezioni, lo sbarramento al 4% sono quindi tutte legate ad esigenze particolari e contingenti.
A partire da quella di Veltroni, che, di fronte alla temuta emorragia di consensi del PD dovuta ad una opposizione debole e talvolta inesistente
sui temi della difesa dei diritti dei lavoratori e del sostegno alla CGIL, della giustizia, del conflitto di interessi, della laicità dello stato, per tentare di salvare se stesso e limitare i danni, cerca di ricreare artificiosamente quel meccanismo di "voto utile" che gli consentì di drenare i voti della Sinistra sull'onda del tentativo di battere Berlusconi.
Sull'altare della disperata necessità di ottenere da Berlusconi la nuova legge elettorale per le europee Veltroni sta sacrificando qualsiasi idea di opposizione netta sulla giustizia, sulla rai, sul federalismo.
Ci domandiamo: dove sta in tutto questo l'interesse generale? Dove sta l'attenzione per i problemi reali di un Paese sempre più sprofondato in una crisi economica in cui si perdono i posti di lavoro e le famiglie non arrivano alla fine del mese, mentre si adotta un sistema di contrattazione che indebolirà ulteriormente il potere di acquisto di salari e stipendi?
Ci pare che Veltroni sia assai più impegnato a cercare di ottenere qualche punto percentuale in più a danno della sinistra. Ma fare un deserto attorno ad un PD che invece del 24% prende il 26% od il 28%, riproponendo la logica dell'autosufficienza e di un bipartitismo forzoso, imperfetto e squilibrato a favore della destra, non risolve il problema di come ricostruire le condizioni per un nuovo centro-sinistra in grado di battere questa destra.
E' per questo che lunedì prossimo in Consiglio Comunale simbolicamente non parteciperemo alle votazioni: pur rimanendo in aula, scompariremo dai banchi, come vorrebbero Berlusconi e Veltroni. Per dimostrare per un giorno quello che accadrebbe se andasse in porto il loro disegno di cancellare dalle istituzioni tutto ciò che non è PD o PDL. Ci auguriamo che il PD fiorentino, insieme al quale stiamo lavorando per ricostruire nei territori un'alleanza di centro-sinistra, si esprima nel merito e manifesti ai propri vertici nazionali l'incoerenza e la miopia delle scelte che stanno compiendo».
(fn)