Vicenda Seves, Nocentini (Rifondazione): «Il Comune deve fare la sua parte»
«Il Comune deve fare la sua parte». Lo ha detto Anna Nocentini, capogruppo di Rifondazione Comunista, dopo l'incontro con le rappresentanze sindacali unitarie dela Seves.
«L'incontro - ha spiegato l'esponente dell'opposizione - mantiene aperte tutte le nostre preoccupazioni sul futuro dell'azienda, dei 170 posti di lavoro e sulla futura destinazione dell'area.
Si tratta un'azienda nata a Firenze, cresciuta in quantità e qualità della produzione, con catene in Cecoslovacchia, in Brasile e che recentemente è stata acquisita da nuovi proprietari facenti capo ad un pool di società finanziarie; un'azienda che, stante la crisi attuale, non registra complessivamente una diminuzione di richieste tale da dover preludere alla chiusura».
«Ad una iniziale prospettiva di cassa integrazione straordinaria, facile anticipazione del blocco della produzione - ha aggiunto Anna Nocentini - si è sostituita dagli incontri di inizio gennaio la prospettiva della cassa integrazione ordinaria che scatterà il prossimo 2 febbraio. Permane una situazione di incertezza sulle reali intenzioni dell'azienda, a cui si aggiunge il fatto che i controlli effettuati in questi giorni sullo stato di efficienza e di sicurezza del forno fusorio dimostrano lo stato di grave usura del forno stesso, tale da farne prevedere piuttosto la sostituzione che la riparazione, tenuto anche conto di una precedente rottura del forno stesso capitata un paio d'anni fa, con conseguenze non gravi.
In questo quadro le dichiarazioni della Giunta a favore della salvaguardia dei posti di lavoro in Seves devono concretizzarsi non solo attraverso la partecipazione al tavolo provinciale di crisi, ma anche attraverso gli atti utili a indirizzare le scelte dell'azienda più verso il mantenimento dell'attività produttiva che verso la realizzazione di rendita immobiliare. E' noto che Seves ha presentato una osservazione al piano strutturale con la richiesta di trasformare la propria area da produttiva a residenziale e che tale osservazione è stata considerata "meritevole di accoglimento" da parte della Giunta comunale. Se permane questa possibilità, sarà difficile dissuadere la proprietà da un investimento sicuramente meno impegnativo e più redditizio nell'immediato».
«A distanza di oltre un mese dalla prima audizione presso le commissioni consiliari di Palazzo Vecchio - ha concluso la capogruppo di Rifondazione Comunbista - non è stata ancora presa la decisione di annullare il giudizio sull'osservazione di Seves, manifestando così all'azienda la indisponibilità a scambiare attività produttiva e posti di lavoro con qualche villetta alle pendici della collina. A questo si deve aggiungere che a fronte di una zona di particolare pregio, sotto villa Petraia e villa Corsini, l'area non potrebbe sopportare un ulteriore insediamento abitativo per la viabilità e i servizi di urbanizzazione. E' necessario che in tempi brevi alle affermazioni in aula della giunta seguano i fatti». (fn)
«L'incontro - ha spiegato l'esponente dell'opposizione - mantiene aperte tutte le nostre preoccupazioni sul futuro dell'azienda, dei 170 posti di lavoro e sulla futura destinazione dell'area.
Si tratta un'azienda nata a Firenze, cresciuta in quantità e qualità della produzione, con catene in Cecoslovacchia, in Brasile e che recentemente è stata acquisita da nuovi proprietari facenti capo ad un pool di società finanziarie; un'azienda che, stante la crisi attuale, non registra complessivamente una diminuzione di richieste tale da dover preludere alla chiusura».
«Ad una iniziale prospettiva di cassa integrazione straordinaria, facile anticipazione del blocco della produzione - ha aggiunto Anna Nocentini - si è sostituita dagli incontri di inizio gennaio la prospettiva della cassa integrazione ordinaria che scatterà il prossimo 2 febbraio. Permane una situazione di incertezza sulle reali intenzioni dell'azienda, a cui si aggiunge il fatto che i controlli effettuati in questi giorni sullo stato di efficienza e di sicurezza del forno fusorio dimostrano lo stato di grave usura del forno stesso, tale da farne prevedere piuttosto la sostituzione che la riparazione, tenuto anche conto di una precedente rottura del forno stesso capitata un paio d'anni fa, con conseguenze non gravi.
In questo quadro le dichiarazioni della Giunta a favore della salvaguardia dei posti di lavoro in Seves devono concretizzarsi non solo attraverso la partecipazione al tavolo provinciale di crisi, ma anche attraverso gli atti utili a indirizzare le scelte dell'azienda più verso il mantenimento dell'attività produttiva che verso la realizzazione di rendita immobiliare. E' noto che Seves ha presentato una osservazione al piano strutturale con la richiesta di trasformare la propria area da produttiva a residenziale e che tale osservazione è stata considerata "meritevole di accoglimento" da parte della Giunta comunale. Se permane questa possibilità, sarà difficile dissuadere la proprietà da un investimento sicuramente meno impegnativo e più redditizio nell'immediato».
«A distanza di oltre un mese dalla prima audizione presso le commissioni consiliari di Palazzo Vecchio - ha concluso la capogruppo di Rifondazione Comunbista - non è stata ancora presa la decisione di annullare il giudizio sull'osservazione di Seves, manifestando così all'azienda la indisponibilità a scambiare attività produttiva e posti di lavoro con qualche villetta alle pendici della collina. A questo si deve aggiungere che a fronte di una zona di particolare pregio, sotto villa Petraia e villa Corsini, l'area non potrebbe sopportare un ulteriore insediamento abitativo per la viabilità e i servizi di urbanizzazione. E' necessario che in tempi brevi alle affermazioni in aula della giunta seguano i fatti». (fn)