Giocoli (FI-PdL) e Sarra (AN-PdL): «Lunedì in consiglio comunale la nostra è stata una protesta politica»
Questo il testo dell'intervento di Bianca Maria Giocoli, capogruppo di Forza Italia-PdL, e Riccardo Sarra, capogruppo di AN-PdL:
«Le reazioni scomposte del sindaco, del presidente del consiglio comunale e della maggioranza dimostrano che abbiamo colpito nel segno e che avevamo ragione a protestare in maniera eclatante contro il vuoto di governo della città.
Abbiamo un sindaco che procede a colpi di querele, esposti e denunce invece di occuparsi della città e dei suoi problemi primo tra tutti, in questo periodo, l'occupazione dell'ex Meyer.
C'è un presidente che prima commina censure senza rispettare quanto prevede il regolamento in materia poi firma verbali delle riunioni dei capigruppo e della programmazione, da cui si ricava con estrema certezza la natura politica e democraticamente legittima dei tempi e delle modalità della nostra protesta e, poi, va dal prefetto a lamentarsi del contrario per salvare la popria poltrona; una vicepresidente che si dimette indignata per poi forse essere più libera di assumere il ruolo di capogruppo del Partito Democratico.
Noi ribadiamo quanto detto dal senatore Paolo Amato in aula e cioè la natura squisitamente politica della nostra dimostrazione e niente altro.
A questo punto sfidiamo la maggioranza chiedendo di adempiere al nostro ruolo di consiglieri comunali. Giovedì, alla conferenza dei capigruppo, insisteremo affinchè venga messa finalmente all'ordine dei lavori, ma per essere svolta sul serio, la delibera sul servizio idrico, venga pianificato l'esame in aula del piano strutturale, venga svolta come da statuto la comunicazione del sindaco sulle dimissioni dei suoi collaboratori. A questi argomenti aggiungiamo la richiesta di una comunicazione del primo cittadino sulla situazione delle occupazioni a Firenze.
E' evidente che invece del reato di 'lesa maesta' (che non risulta essere vigente nel nostro ordinamento e del quale veniamo accusati noi per avere un consigliere di centrodestra mostrato ai fotografi il badge di Domenici, abbandonato impolverato sui banchi ormai da tempo) forse in caso di diniego o di perdurante silenzio a questo punto si integreranno gli estremi di numerose omissioni di atti di ufficio».
(fn)
«Le reazioni scomposte del sindaco, del presidente del consiglio comunale e della maggioranza dimostrano che abbiamo colpito nel segno e che avevamo ragione a protestare in maniera eclatante contro il vuoto di governo della città.
Abbiamo un sindaco che procede a colpi di querele, esposti e denunce invece di occuparsi della città e dei suoi problemi primo tra tutti, in questo periodo, l'occupazione dell'ex Meyer.
C'è un presidente che prima commina censure senza rispettare quanto prevede il regolamento in materia poi firma verbali delle riunioni dei capigruppo e della programmazione, da cui si ricava con estrema certezza la natura politica e democraticamente legittima dei tempi e delle modalità della nostra protesta e, poi, va dal prefetto a lamentarsi del contrario per salvare la popria poltrona; una vicepresidente che si dimette indignata per poi forse essere più libera di assumere il ruolo di capogruppo del Partito Democratico.
Noi ribadiamo quanto detto dal senatore Paolo Amato in aula e cioè la natura squisitamente politica della nostra dimostrazione e niente altro.
A questo punto sfidiamo la maggioranza chiedendo di adempiere al nostro ruolo di consiglieri comunali. Giovedì, alla conferenza dei capigruppo, insisteremo affinchè venga messa finalmente all'ordine dei lavori, ma per essere svolta sul serio, la delibera sul servizio idrico, venga pianificato l'esame in aula del piano strutturale, venga svolta come da statuto la comunicazione del sindaco sulle dimissioni dei suoi collaboratori. A questi argomenti aggiungiamo la richiesta di una comunicazione del primo cittadino sulla situazione delle occupazioni a Firenze.
E' evidente che invece del reato di 'lesa maesta' (che non risulta essere vigente nel nostro ordinamento e del quale veniamo accusati noi per avere un consigliere di centrodestra mostrato ai fotografi il badge di Domenici, abbandonato impolverato sui banchi ormai da tempo) forse in caso di diniego o di perdurante silenzio a questo punto si integreranno gli estremi di numerose omissioni di atti di ufficio».
(fn)