Campus universitario di viale Morgagni, Nocentini (Prc): «Diritto allo studio o all'investimento immobiliare?»

Questo il testo dell'intervento di Anna Nocentini, capogruppo di Rifondazione Comunista:«Un progetto unitario per l'ampliamento del Campus universitario di Viale Morgagni è stato presentato stamani alla Commissione Urbanistica, un progetto quindi del quale si apprende la superficie utile lorda (SUL) che scaturirà dalla nuova edificazione, 8.000 mq, destinata a ostello, residenze per studenti/ricercatori ed attività commerciali correlate, su area F2 destinata a servizi pubblici, di proprietà dell'Università che verrà realizzato dall'Università attraverso un project financing.Compete all'Università la verifica della sostenibilità economica del project, certo un di più di attenzione a questo strumento dovrebbe essere un imperativo specie dopo che stanno emergendo i fallimenti dei project realizzati a Firenze dall'Amministrazione comunale; ma alcune osservazioni ci sembrano comunque doverose:- la necessità di chiarezza fra i diversi attori, visto che le competenze del diritto allo studio sono ormai da tempo affidate all'ARDSU e investono quindi la Regione Toscana, per cui non è chiaro il motivo dell'intervento dell'Università- la considerazione che normalmente l'erogazione dei servizi del diritto allo studio non è fonte di lucro, anzi è un costo –condivisibilissimo- per la collettività, e quindi non si capisce quale possa essere l'interesse del privato nella futura gestione del servizio.Al Consiglio Comunale compete assicurare che la destinazione pubblica di quell'area non sia messa in discussione da eventuali accordi fra gli attori del project financing.Risulta che la convenzione fra Università e soggetto privato preveda che più della metà della SUL per residenze sia destinata alla vendita del diritto di superficie per 75 anni, ovvero l'acquisto da parte di privati come possesso temporaneo dell'appartamento per 75 anni.Ma come si può garantire che rimanga la destinazione pubblica per una superficie che si aggira fra i 3.000 e i 3.500 metri quadri?Che cioè solo studenti andranno ad abitare in quelle residenze una volta immesse nel mercato? Non è certo sufficiente una clausola nella convenzione fra privati a dare sicurezza che nel giro di pochi anni quegli appartamenti non si trasformino in normali appartamenti sul mercato, né che il controllo verrà effettuato per gli stessi 75 anni dall'Università!Al Consiglio compete anche una ulteriore riflessione sulla scelta fatta dall'Università, di ampliare la disponibilità di accoglienza per il diritto allo studio destinando la maggior parte a studenti che possano acquistare gli appartamenti, facendo così una ulteriore selezione per censo che molto ricorda gli orientamenti di politica universitaria che questo Governo sta portando avanti nel pieno della forte opposizione di studenti e lavoratori.La programmazione del territorio, la destinazione e l'uso dei nuovi interventi non può avvenire senza sapere quale città vogliamo per il futuro: è quindi questa la scelta che stava anche nel piano strutturale per una città della cultura?».(fn)