Cinema, Bosi (Fi-Pdl): "La sceneggiata dei Verdi non salverà le sale di Firenze"
"Il ridicolo sit-in dei Verdi davanti al cinema Spazio Uno per manifestare solidarietà all'esercente che ne ha preannunciato la chiusura (sono stato io peraltro a darne per primo la notizia) mi impone di fare il punto sulla situazione delle sale fiorentine". E' quanto ha affernato il consigliere Di Forza Italia Enrico Bosi."Dal 1990 ad oggi hanno chiuso a Firenze 16 sale di cui 12 dentro le mura e 4 periferiche. Con Spazio Uno il numero delle chiusure sale a 17. Restano dunque aperti in centro due soli cinema: l'Odeon che resiste in quanto effettua programmazioni in lingua inglese ed il Fulgor, che pur essendo una multisala, per voce del suo gestore, fatica ad andare avanti e rischia la chiusura.In Commissione Cultura è stata approvata una mozione del PDL che chiede interventi per i cinema, con evidente riferimento alle sale chiuse. La legge comunale, infatti, ponendo un vincolo tassativo di destinazione cinematografica agli ex cinema, fatta eccezione per quelli a luci rosse (chiusi tuttavia anch'essi) impedisce di fatto il ritorno dei cinema nel centro storico. Per questo motivo abbiamo chiesto di rimuovere in parte il vincolo consentendo anche l'apertura di spazi commerciali, come è già stato fatto o proposto a Milano, Bologna, Pisa, Desenzano sul Garda, ecc. Il caso di Bologna tuttavia, come già sottolineato più volte, è ben diverso da quello di Firenze, in quanto nel capoluogo emiliano ancora diversi cinema tradizionali sono aperti nel centro cittadino.A Firenze quindi occorre al contrario incentivare la riapertura delle sale chiuse.Ma torniamo al multiplex tanto osteggiato dalla sinistra fiorentina.Se ci sono delle irregolarità amministrative è giusto che la legge faccia il suo corso, ma non si può osteggiare il multiplex soltanto perché rientrerebbe nel circuito cinematografico della berlusconiana Medusa.La guerra ai multiplex è una battaglia di retroguardia in quanto il modo di andare al cinema è cambiato radicalmente.Lo confermano i dati forniti da Audimovie, società nata nel 2007 per rilevare e diffondere i dati sugli spettatori nei cinema e pubblicati dal Sole24Ore del 25 novembre u.s. Il Presidente di Audimovie Enrico Cagnato, nell'annunciare la presentazione dei contenuti di una ricerca "quali-quantitativa" sugli spettatori, ha fornito una serie di dati impressionanti.Il cinema, secondo la ricerca, camminerebbe a due velocità: una ridotta delle monosale, ormai in declino, che registrano presenze per 20 milioni con un calo del 35%; una accelerata dei multiplex che nei soli primi 10 mesi dell'anno registrano un incremento dei biglietti venduti del 14,3% pari a 54,3 milioni di utenti e con l'obiettivo di raggiungere per fine anno la cifra record di 103 milioni di presenze complessive.Non si può dare certo la colpa al multiplex se le abitudini dei cinefili sono mutate. La colpa è anche dei dvd, della televisione, della scarsa accessibilità dei centri storici alle prese con le ztl e con l'insipienza delle amministrazioni comunali che hanno capito troppo tardi o dimenticato la funzione sociale svolta dai cinema.In Italia, alla fine degli anni '50, c'erano 9mila schermi a fronte di cento film prodotti. Oggi gli schermi sono 3300 ma proiettano 400 film.Dall'indagine emerge anche il dato che sono i giovani a decretare il successo dei multisala, rappresentanti il 60% degli spettatori e di cultura media (il 44% ha un diploma superiore, mentre il 18% è laureato).Si va più al cinema nel Nord e gli impianti che hanno registrato la maggiore performance nei primi sei mesi dell'anno, sono il Parco de' Medici a Roma, il Bicocca di Milano e il MaxiCinema di Napoli.Ma soprattutto quello che emerge dai dati di Audimovie è che il cinema in Italia è fenomeno ancora vitale perché favorisce l'aggregazione e stimola le capacità ricettive del pubblico che non è più solo interessato a guardare una pellicola ma anche a recepire le offerte pubblicitarie e distributive concesse da una multisala.Dispiace affermare che sono tramontati i "d'essai", che dopo avere fatto meritoriamente la storia del cinema, oggi non sono più economicamente sostenibili anche perché nella multisala possono benissimo trovare ospitalità circuiti cinematografici destinati ad un pubblico più selezionato e culturalmente di maggiore livello".(lb)