Di Giorgi (PD): «Una parte della destra ha offeso ancora una volta le istituzioni democratiche»
«C'è un bene comune, ovvero il rispetto delle istituzioni e dei luoghi che le rappresentano, che dovrebbe essere intoccabile per chiunque voglia far sentire le ragioni della sua protesta. Esiste una tradizione, profonda e radicata in una parte della destra italiana, nello svillaneggiare i luoghi delle istituzioni. In questo senso l'episodio dell'occupazione del consiglio comunale è assolutamente coerente». E' quanto ha dichiarato la vicecapogruppo del Partito Democratico Rosa Maria Di Giorgi commentando la decisione di tre consiglieri di Alleanza Nazionale-PdL di occupare il Salone dei Duecento «per protesta contro il sindaco».«Con una scelta davvero fuori misura - ha aggiunto - questi consiglieri vogliono contrapporre il Palazzo', ovvero la sede delle istituzioni e della politica, alla Piazza', cercando di farsi interpreti di una protesta sguaiata che alcune frange di cittadini intendono portare avanti contro l'amministrazione. Dobbiamo respingere le "grida" di una piazza irresponsabile e di quegli iscritti di Azione Giovani che ieri hanno rumoreggiato fuori da Palazzo Vecchio».«Le modalità scelte per questa protesta - ha sottolineato Rosa Maria Di Giorgi hanno quindi superato il grado di 'tollerabilità democratica'. La destra fiorentina non è nuova a queste trovate. Nel corso di questa legislatura, cavalcando più volte la tigre della protesta, ci ha costretti ad assistere ad alcune delle sedute del consiglio con tanto di gazzarra inscenata anche da piccoli gruppi di cittadini, chiamati appositamente nel Salone dei Duecento. La sensazione che si ha è che la strumentalizzazione stia raggiungendo livelli di guardia e che una gestione irresponsabile della lotta politica possa condurre a una situazione di tensione del tutto ingiustificata per le vicende cui si riferisce, ma pericolosamente destabilizzante per una città che invece è abituata a una franca contrapposizione politica, anche aspra, ma esercitata all'interno di regole condivise, senza esasperazioni violente e in un clima di rispetto reciproco e di equilibrio».«L'occupazione del consiglio comunale - ha concluso la vicecapogruppo del Partito Democratico - deriva da una malintesa concezione del potere secondo la quale le istituzioni possono essere trattate come una cosa propria. Il fatto di essere stati legittimamente eletti garantisce a questi consiglieri certamente il diritto di criticare ma non li libera dal dovere di rispettare sempre e comunque le istituzioni». (fn)