Situazione politica, l'intervento del vicesindaco Matulli in consiglio comunale
Il vicesindaco Giuseppe Matulli è intervenuto oggi in consiglio comunale in merito alla situazione politica. Ecco il suo intervento."Questa comunicazione si inserisce in un quadro partito dal terz'ultimo consiglio comunale, quello del 24 novembre, in cui il sindaco Leonardo Domenici nel suo intervento richiamò l'inchiesta giudiziaria all'origine di un terremoto che ha investito questa Amministrazione e la città di Firenze ha esordito il vicesindaco . In quella occasione il sindaco sottolineò come l'inchiesta non sia messo in discussione alcun atto dell'Amministrazione. Tesi non solo dimostrata dai fatti ma che il sindaco ha chiesto e ottenuto di illustrare all'autorità giudiziaria fiorentina. Da una parte quindi c'è questa comunicazione in consiglio del sindaco del 24 novembre, dall'altra c'è la riunione della maggioranza convocata per il 7 gennaio: quindi se è convocata vuol dire che, fino a prova contraria, esiste checché ne pensi l'opposizione".Il vicesindaco Matulli poi si è soffermato sui fatti avvenuti nel frattempo che quindi hanno resa necessaria una ulteriore comunicazione, ovvero le dimissioni dell'assessore all'urbanistica Gianni Biagi e dell'assessore ai lavori pubblici Paolo Coggiola.Per quanto riguarda la prima questione, il vicesindaco ha sottolineato che si è trattato di un atto amministrativo e ha letto al consiglio la lettera con cui l'assessore Biagi ha presentato le dimissioni al sindaco Domenici (pubblicata in rete civica in data 27 novembre). "Una lettera ha sottolineato Matulli che sia per la sensibilità d'animo in essa contenuta sia per le considerazioni politiche effettuata ha meritato l'apprezzamento e la solidarietà dell'intera giunta. Pur sicuri della dell'assoluta certezza del comportamento di Biagi, abbiamo ritenuto di non insistere nel respingere le dimissioni non solo per la richiesta dal punto di vista personale sia per le considerazioni sul lavoro svolto e che doveva svolgere per la sua funzione".Diversa la vicenda che ha portato alle dimissioni dell'assessore Coggiola, una vicenda tutta politica. Anche in questo caso il vicesindaco Matulli ha letto la lettera di dimissioni inviata dall'assessore Coggiola al sindaco Domenici (pubblicata in rete civica in data 9 dicembre) illustrando le valutazioni della giunta in merito. "Si è trattato di una vicenda essenzialmente politica. La giunta ha preso atto delle dimissioni congelandole. Le competenze dell'assessore Coggiola sono state assunte dal sindaco e dal vicesindaco e potranno essere svolte dagli altri membri della giunta". Il vicesindaco Matulli si è poi soffermato sulla protesta del sindaco Domenici che sabato 6 dicembre si è incatenato di fronte alla sede romana di Repubblica. "Non devo certo giustificare questo atto, è stato un gesto personale e il sindaco si sa benissimo difendere da solo. È stata una reazione a quanto pubblicato dai giornali. Voglio solo sottolineare la discordanza tra le dichiarazioni di garantismo che ascoltiamo tutti i giorni e la gogna mediatica che è sotto gli occhi di tutti". Il vicesindaco Matulli ha poi citato due articoli della Costituzione: l'articolo 27 che sancisce che "l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva" e l'articolo 15 che stabilisce che "la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge"."L'Italia è uno strano paese ha spiegato il vicesindaco in cui se dobbiamo fare un atto presso un qualche ufficio ci fanno firmare per il trattamento dei dati personali come prescrive la legge sulla privacy, ma al tempo stesso le intercettazioni telefoniche finiscono sui giornali nonostante l'articolo 15 della Costituzione stabilisca l'inviolabilità delle comunicazioni personali. Da tempo i partiti stanno discutendo sulla legittimità della intercettazioni e non trovano l'accordo su quanto può essere legittimamente diffuso dai media. Ma il principio contenuto nell'articolo 15 della Costituzione non è uno e non è mai stato uno scherzo. In passato abbiamo assistito a molti casi, oggi rimossi, di persone che sono state sbattute in prima pagina vittime' della gogna mediatica e che poi sono state riconosciute innocenti dalla magistratura". Il vicesindaco ha quindi ricordato l'ex assessore e consigliere comunale Gianni Conti, il presidente della Cassa di Risparmio di Firenze Lorenzo Cavini, Pier Lorenzo Tasselli presidente Schema 23, l'ex presidente della Regione Toscana Marco Marcucci. E uscendo da Firenze e della Toscana, il vicesindaco ha ricordato l'ex presidente dell'Iri Franco Nobili ed Enzo Tortora. "Abbiamo davvero bisogno di questo? La politica italiana ha bisogno di questo fango, di questa gogna mediatica o piuttosto di un vero confronto politico? E se non per rispetto delle persone, almeno per rispetto al sistema politico che da tutto questo viene dequalificato. Il garantismo deve valere per tutti perché in una fase delicata come questa in cui è difficile trovare punti di orientamento. È facilissimo per la sinistra trovare elementi di contraddizione nella destra e viceversa. Ognuno ha i suoi Di Pietro e i suoi Bossi e le conseguenze si vedono. Ma dobbiamo cercare i punti comuni per costruire una convivenza piuttosto che puntare sullo scontro e sulla dequalificazione del sistema"."Qualche giorno fa ha continuato il vicesindaco ho letto una bella frase del filosofo morale come Norberto Bobbio che, di fronte a esperienze della sua vita, aveva imparato a rispettare le idee altrui.. a capire prima di discutere, a discutere prima di condannare'. Mi sembra che adesso stiamo assistendo invece a una cosa bene diversa: l'importante è condannare, poi si potrà anche discutere". A questo proposito il vicesindaco ha citato anche la vicenda dell'architetto Marco Casamonti. "Troppo spesso si danno giudizi basandosi su fatti soggettivi piuttosto che oggettivi. C'è chi sbatte il mostro in prima pagina soltanto perché indagato e quindi, come sancisce la Costituzione, ancora innocente. E così facendo squalifica anche tutti quelli che con lui hanno avuto rapporti"."Non ho simpatia per coloro i quali fanno del giustizialismo la loro arma ha concluso il vicesindaco Matulli La storia insegna che il più grande giustizialista, Maximilien de Robespierre, fu vittima della sua stessa invenzione, la ghigliottina. Molti nella storia hanno fatto del giustizialismo la loro arma, per poi finirne vittima. Auguro ai giustizialisti di oggi di non incorrere nello stesso destino". (mf)