Vicenda SEVES. Intervento dell'Assessore Nencini: "Costruiamo una determinazione comune per difendere il presidio produttivo"
"Sono figlio di un operaio delle Officine Galileo e vi propongo tre cose pratiche. In questo momento, graffiare oggi l'Amministrazione, significa danneggiare i lavoratori della SEVES. Costruiamo una determinazione di questo consiglio e dell'Amministrazione in difesa di quel presidio produttivo. Siamo di fronte ad un cambiamento strategico e di management della proprietà della SEVES ma fino a quando non avremo capito le reali intenzioni, non possiamo permettere la dismissione dello stabilimento. La nostra determinazione e la capacità di fare vertenza dei lavoratori possono portare la proprietà a modificare la propria strategia. La Cassa Integrazione di 85 dipendenti su 175 lavoratori fa temere una volontà di disimpegno della proprietà dal territorio fiorentino".Questo, in sintesi, l'intervento in Consiglio Comunale dell'assessore alle politiche del lavoro Riccardo Nencini sulla vicenda della SEVES.Segue l'intervento integrale dell'assessore Nencini."Nei giorni scorsi l'RSU della SEVES, storica azienda che produce vetro cemento nel territorio fiorentino, nell'area storica di Castello, si è incontrata con il mio assessorato per informarci su un cambio di orientamento strategico della proprietà con relativo radicale cambio di management. Il gruppo dirigente che abbiamo conosciuto ed apprezzato in città che ha garantito una fase di sviluppo dell'azienda, è stato completamente sostituito.Non sappiamo ancora le intenzioni strategiche della proprietà. Quello che intuiamo, da quanto finora è successo e cioè lo spegnimento del forno, la messa in Cassa Integrazione di 85 dipendenti su 175 lavoratori, fa temere una volontà di disimpegno della proprietà dal territorio fiorentino.Poiché l'impianto produttivo si trova in una zona assolutamente delicata della città, sia dal punto di vista del Piano Regolatore vigente e sia secondo le prospettive del nuovo Piano Strutturale, così come fino ad oggi lo abbiamo conosciuto, sappiamo che quell'impianto produttivo, per essere difeso, ha bisogno di una determinazione dell'Amministrazione e dell'assemblea cittadina che ponga un punto fondamentale.Le destinazioni di quello stabilimento sono ferme fino a quando non sono chiare la prospettiva industriale, la possibilità nell'ambito di una prospettiva industriale anche di una delocalizzazione nell'ambito dell'area fiorentina. Fino a quanto non sono chiari questi due punti, l'assemblea e l'Amministrazione decidono di mantenere in essere l'attuale destinazione di quel sito produttivo. Sfuggendo, così, al fascino di questioni urbanistiche che possono illudere la proprietà per facili guadagni seguendo la strada del disimpegno. Non so se quello che viene fatto oggi alla SEVES, che è anche centro direzionale, ha senso farlo anche in altre regioni d'Europa. So, con assoluta certezza, che questa Amministrazione non consentirà di pensare al fatto che ci siano guadagni che possono derivare da diverse destinazioni urbanistiche, dando ai lavoratori, alla loro rappresentanza, la possibilità di esercitare un potere contrattuale sulle politiche di sviluppo dello stabilimento e dell'azienda che non sia condizionato dalla possibilità di vedere, per la proprietà, di incamerare facili guadagni. Questa comunicazione ha questo senso: mettere a conoscenza il Consiglio Comunale dei passaggi che successivamente, lo stesso consiglio se la vicenda dovesse proseguire, sarà chiamato a fare con determinazioni proprie, sulla materia urbanistica.Da parte del consiglio, credo di interpretarne la volontà, credo che si dia a queste persone il senso di una città che, pur in mezzo alle difficoltà, sa cogliere i momenti in cui schierarsi. L'assemblea elettiva della città e l'Amministrazione sanno che questo è un momento in cui ci si schiera al di là delle divisioni e dei pareri politici. Firenze sa difendersi perché la sua assemblea elettiva e la sua Amministrazione sanno stare in campo anche di fronte ad una sfida portata da una multinazionale". (uc)