Pilotti (presidente commissione pari opportunità): «Dalla storia di Firenze stimolo per le donne a partecipare attivamente alle politiche pubbliche»
«Dalla storia di Firenze è arrivato uno stimolo per le donne a partecipare attivamente alle politiche pubbliche». Lo ha detto Rosanna Pilotti, presidente della commissione pari opportunità, commentando l'intervento della sovrintendente Cristina Acidini che ieri ha partecipato alla seduta aperta nel salone dei Duecento.«La sovrintendente ha spiegato la presidente Pilotti - ha percorso tre periodi della storia della nostra città per sottolinearne la consapevolezza che si è accresciuta attraverso i secoli e con i gesti come quelli compiuti dall'Elettrice Palatina "per l'utile del pubblico": vincolare, cioè, il suo patrimonio ai luoghi e segnare in questo modo un forte sentimento di appartenenza alla città. Per "l'utile del pubblico" intende lavorare la nostra commissione e siamo grati alla dottoressa Acidini per avere acconsentito ad unire l'arte e la bellezza ai temi della quotidianità, rendendo così evidente uno stretto rapporto fra la storia e la vita attuale che ci vede impegnate a prenderci cura della città in cui viviamo con occhi di donna, senza temere di vederci assegnate responsabilità».«Lavoreremo anche in collaborazione con i Quartieri ha sottolineato la presidente della commissione pari opportunità - per favorire la partecipazione delle donne al miglioramento dei servizi e individueremo forme di comunicazione molto visibili, come, per esempio, delle "cassette rosa" per far sì che tutte possano segnalare problematiche e richieste di aiuto. Saremo anche attive per promuovere la presenza delle donne nei luoghi dove si prendono le decisioni, "per concorrere con metodo democratico a determinare la politica", come dice l'articolo 49 della Costituzione».«In un prossimo incontro ha concluso - la commissione inviterà le giornaliste, in particolare quelle che lavorano a Firenze, per provare ad avviare un percorso di informazione e di comunicazione dove le donne possano esercitare pienamente il loro "diritto di parola"». (fn)