Vicenda Castello, intervento del vicecapogruppo di An Pdl Cellai

Questo l'intervento del vice capogruppo di An Pdl Jacopo Cellai:Lo scorso 2 dicembre leggevamo sulla stampa le domande poste dal portavoce del Sindaco Di Fede all'assemblea metropolitana del PD:"C'è un'area importante per la città e la presenza di un grande investitore che viene da fuori, e poi c'è l'indicazione, data anche dal sindaco, di costruire il nuovo stadio in quella stessa area. E di nuovo c'è un investitore "straniero", non fiorentino, non lo so se tutto questo ha provocato delle reazioni in città. E non so se queste hanno "suggerito" l'operato della magistratura". "Mi domando se facendo investire due "stranieri"( Ligresti e Della Valle ndr ) non si sia provocato qualcosa, se approvando il piano strutturale non abbiamo toccato interessi precostituiti, ma sono sicuro che in palazzo Vecchio non ci sono corrotti".Investitori stranieri, reazioni in città, suggerimenti alla magistratura, interessi precostituiti. Parole significative. Domande pesanti come macigni. Domande che mettono in dubbio il primato della politica in questa città e che fanno pensare ad un intreccio di poteri e potentati che sembrano rappresentare la parte che decide realmente le sorti di Firenze, così forti da riuscire a bloccare le decisioni di chi, democraticamente eletto, governa la città. E a fronte di queste domande ne sorgono spontaneamente altre : Di quali reazioni ci si preoccupa? Chi è che avrebbe reagito agli investitori stranieri? Quale sarebbe il nesso fra le reazioni e l'operato della magistratura? Quali sarebbero gli interessi precostituiti a Firenze?Dicevo che non era credibile leggere queste domande come un intervento a titolo personale del portavoce Di Fede. Guarda caso stamani Domenici riprende di fatto queste domande, che ora prendono la forma dell'affermazione : "In questi anni noi, anche in campo urbanistico, abbiamo pestato i piedi a molte persone. Per esempio penso alla norma che impone il 20 % di quanto costruito all'affitto a canone concordato, oppure la modifica in senso restrittivo delle norme che potevano trasformare le realtà commerciali in abitazioni". "Non c'è dubbio che questo non è piaciuto. Noi abbiamo affermato i chiari interessi pubblici. Ecco perché io credo che oggi ci siano gruppi di interessi che vogliono invertire questa tendenza". "Un attacco mediatico, politico e di gruppi di interesse".Chi sono le molte persone a cui sono stati pestati i piedi? Quali sono i gruppi di interesse a cui si riferisce Domenici? E soprattutto perché tirare in ballo tutto questo il giorno successivo al colloquio del Sindaco con i procuratori a capo dell'indagine giudiziaria su Castello ? Il Sindaco intravede forse dei nessi tra questi gruppi d'interesse e l'inchiesta giudiziaria? Tra questi e la pubblicazione delle intercettazioni?.Le domande poste dal portavoce del sindaco sembravano richiamare il concetto del "chi ha il coraggio di cambiare paga sempre l'intenzione del cambiamento", concetto che oggi sembra pienamente riconfermato da Domenici stesso, stavolta in una forma di accusa vera e propria ( come del resto sottolinea lo stesso quotidiano, l'Unità, che scrive "il Sindaco sul caso Castello accusa i gruppi di potere). Accusare, ma chi, e di cosa? Ne risulta un quadro in cui la Giunta Domenici parrebbe essere finita sotto tiro per la sua volontà di prendere decisioni politiche, esattamente ciò che è chiamata a fare, nel quale sembrerebbe vittima di chi non vuole i cambiamenti urbanistici messi in moto dalla stessa.E allora Domenici parli chiaramente al Consiglio Comunale e alla città. Faccia nomi e cognomi, rispondendo con franchezza alle domande che nascono spontaneamente dagli interrogativi di Di Fede e dalle sue affermazioni odierne.Altrimenti è meglio stare zitti. E chiedere scusa per quelle domande e per quelle affermazioni generiche che danno un'immagine della nostra Firenze ancora peggiore di quella che emerge dalle intercettazioni su Castello.