Cellai (AN-PdL): «Le domande inquietanti del portavoce del sindaco»
Questo il testo dell'intervento di Jacopo Cellai, vicecapogruppo di Alleanza Nazionale-PdL:«C'è un'area importante per la città e la presenza di un grande investitore che viene da fuori, e poi c'è l'indicazione, data anche dal sindaco, di costruire il nuovo stadio in quella stessa area. E di nuovo c'è un investitore "straniero", non fiorentino, non lo so se tutto questo ha provocato delle reazioni in città. E non so se queste hanno "suggerito" l'operato della magistratura"."Mi domando se facendo investire due "stranieri"( Ligresti e Della Valle ndr ) non si sia provocato qualcosa, se approvando il piano strutturale non abbiamo toccato interessi precostituiti, ma sono sicuro che in Palazzo Vecchio non ci sono corrotti"Sono le affermazioni rese dal portavoce del Sindaco, Giovanni Di Fede, all'assemblea metropolitana del PD di ieri, riportate stamani dalla stampa locale.Il Sindaco ha sempre professato la sua fiducia nei confronti della magistratura ed offerto la massima collaborazione, tanto da chiedere per primo un colloquio col Procuratore Quattrocchi, a capo delle indagini su Castello. E mentre tiene quello che si definisce "un profilo basso" sulla vicenda giudiziaria, il suo portavoce pone domande a dir poco inquietanti, dal contenuto, a mio avviso, decisamente più grave di alcune intercettazioni pubblicate in questi giorni sulla stampa. Nessuna accusa. Nessun attacco ad alcuno. Ma quando si pongono domande di questa natura, evidentemente pesanti e forti, durante un'assemblea di partito che vede importanti esponenti indagati sulla vicenda Castello, una ragione ci deve essere. Quando si parla di "investitori stranieri", reazioni in città, suggerimenti alla magistratura, interessi precostituiti, quale messaggio si vuole comunicare ?Non mi sento di rispondere a questa domanda in toto, ma pare abbastanza lampante il concetto del "chi ha il coraggio di cambiare paga sempre l'intenzione del cambiamento".Del resto la storia è piena di casi di innovatori e rivoluzionari messi in croce con ogni pretesto per impedire loro di realizzare il cambiamento.Se questo fosse il messaggio perché chi usa queste parole non completa i propri pensieri, sempre sotto forma di domanda o riflessione per carità. Di quali reazioni ci si preoccupa ? Chi è che avrebbe reagito agli investitori stranieri ? Quale sarebbe il nesso fra le reazioni e l'operato della magistratura ? Quali sarebbero gli interessi precostituiti a Firenze ?In questi anni Giovanni Di Fede si è sempre pronunciato pubblicamente in modo sobrio e misurato. Non è credibile che si sia posto domande che pesano come macigni per un fatto di protagonismo o per uno sfogo. Ed è molto strano pensare che le sue domande siano state rivolte a titolo esclusivamente personale, visto il ruolo che ricopre.Ciò che è certo per il sottoscritto è che il fatto stesso di porsi queste domande mette in dubbio il primato della politica in questa città e mette in luce altresì un intreccio di poteri e potentati che sembrano rappresentare la parte che decide realmente le sorti di Firenze».(fn)