Nocentini (Rifondazione comunista): "Presentata una mozione di sfiducia per chiedere le dimissioni del sindaco Domenici"
Questo l'intervento della capogruppo di Rifondazione Comunista Anna Nocentini."E' un fatto politico la richiesta di dimissioni del sindaco Leonardo Domenici attraverso una mozione di sfiducia depositata oggi insieme a Unaltracittà/unaltromondo. Sul piano istituzionale sappiamo bene che l'atto richiede per la presentazione una procedura a un elevato numerodi firme dei consiglieri. Ma lo sdegno per la prevaricazione odierna ha superato ogni limite. Si è deleggittimato il consiglio comunale negando una comunicazione in consiglio, prevista e concordata, sulle dimissioni dell'assessore Biagi, e poi anche dell'architetto Di Benedetto, sul "congelamento" del Piano Strutturale annunciato dal sindaco nello stesso momento in cui sta emergendo una ben più grave delegittimazione delle istituzioni. Le decisioni importanti per la nostra città sembrano avere una regia esterna al luogo deputato, il consiglio comunale.Sappiamo bene che, in forza di una assurda legge elettorale, alle dimissioni del sindaco è collegato lo scioglimento del consiglio stesso, che noi valutiamo come presidio democratico nella città. Ma non possiamo certo accontentarci davanti allo sdegno, che pure tanti consiglieri hanno espresso con comportamenti più mediatici che di sostanza come l'abbandono dell'aula. Se c'è un vulnus, un'offesa alla democrazia, non è uscendo una volta dall'aula che si ripristina correttezza e chiarezza. Non c'è la democrazia a tempo.Abbiamo ripetuto infinite volte che l'atteggiamento sprezzante del sindaco nei confronti dell'istituzione, tollerato e giustificato dalla maggioranza e segnatamente dai membri del suo partito, è il segno della autosufficienza che caratterizza l'azione politica del PD in questa città, che lo rende sempre più isolato. Autosufficienza che ha generato la percezione di impunità.Oggi è stata una seduta paradossale del consiglio comunale in cui l'intervento dell'assessore Cioni al termine del dibattito, ha trasformato l'aula in una nuova platea in cui l'istrione di lungo corso pateticamente ha incantato con la storia personale.Noi vogliamo il rispetto dei diritti dei cittadini, non l'intervento riparatore per qualcuno che accede agli uffici dell'assessore.Un altro paradosso di questa seduta è rappresentato dalla sua conclusione. Una replica di quello che avvenne nell'inverno scorso quando era in esame la delibera sull'acqua. L'ordine del giorno approvato oggi chiede il ritiro dell'emendamento al Piano Strutturale che dà attuazione all'accordo di programma con Rfi, Regione Toscana e Provincia di Firenze e che avrebbe voluto una banale ratifica da parte del consiglio comunale. Successe così anche per l'accordo di programma che il sindaco di Firenze aveva firmato con il suo collega di Roma. Rivendichiamo la piena dignità del consiglio e di tutti gli eletti nelle decisioni sul futuro della città".(mf)