Bosi e Pieri (FI–PdL): «Cosa si aspetta a consegnare il Fiorino d'Oro al discendente di Dante Alighieri?»

«Cosa si aspetta a consegnare il Fiorino d'Oro al discendente di Dante Alighieri?». E' quanto si domandano i consiglieri Enrico Bosi e Masssimo Pieri (FI-PdL).«Sono ormai trascorsi cinque mesi da quel 16 giugno - hanno ricordato i due esponenti del centrodestra - in cui il consiglio comunale approvò la mozione della commissione cultura, rielaborata unitariamente sui testi dei due atti di iniziativa dei consiglieri Bosi e Pieri, che invita il Sindaco "a procedere alla pubblica riabilitazione di Dante Alighieri con la formale revoca della condanna" ed "a considerare l'eventualità di conferire in quell'occasione il Fiorino d'Oro o altra onorificenza alla memoria del Sommo Poeta"».«Come si ricorderà - hanno aggiunto - il fatto suscitò una larga eco anche internazionale che trovò risonanza sulla stampa europea e non che si meravigliò, tra l'altro, per le divisioni e le polemiche che si accesero in consiglio comunale e nel dibattito cittadino.In quell'occasione il Comune di Ravenna si rese disponibile a partecipare alla cerimonia anche come segnale di riconciliazione per la morte in esilio del "Divin Poeta".Ma il contenuto di certe affermazioni, al limite della diffamazione, riportate dalla stampa fiorentina e non nei confronti del conte Pieralvise Serego Alighieri, ultimo discendente dantesco, costrinsero quest'ultimo a rinunciare al ritiro dell'importante riconoscimento».«Da quel momento - hanno concluso Bosi e Pieri - la vicenda è caduta nell'oblio più totale quasi che la città si fosse improvvisamente ricordata della sua indole matrigna nei confronti dell'illustre esule.Un'occasione sarebbe stata rappresentata dalle celebrazioni per i 120 anni dalla fondazione della Società Dantesca Italiana, ma l'Amministrazione fiorentina ha preferito ignorare il problema.Rinnoviamo per questo l'invito, al sindaco ed al presidente del consiglio comunale, a sanare al più presto questa grave omissione con una cerimonia ad hoc in Palazzo Vecchio, non fosse altro che per l'eco mondiale che ebbe a suo tempo l'approvazione della mozione di conferimento dell'onorificenza a Dante.Sarebbe un grave smacco per la città tutta, di fronte all'opinione pubblica nazionale ed internazionale, non procedere quanto prima all'adempimento della volontà del consiglio Comunale prima della scadenza del mandato amministrativo». (fn)