Sentenza Tar su retta residenze sanitarie, Nocentini (PRC): «Ristabilito il diritto individuale alla prestazione assistenziale»

Questo il testo dell'intervento di Anna Nocentini, capogruppo Rifondazione Comunista:«La sentenza del tribunale amministrativob regionale che condanna il Comune di Firenze per la richiesta di contributi ai familiari per il ricovero in RSA di anziani non autosufficienti ristabilisce finalmente il diritto individuale alla prestazione assistenziale sancito dalla Costituzione e affermato nella legge 130 del 2000.Sono 10 anni, dal primo regolamento comunale applicativo della legge sull'ISE (indicatore situazione economica), che contestiamo e ci opponiamo a questo abuso fatto dall'Amministrazione comunale, che ha portato tante famiglie alla miseria e a situazioni di conflitto fra i figli, chiamati a contribuire per il pagamento della quota sociale di ricovero in residenze assistite.Abbiamo ripetutamente fatto presente che in altre città, come ad esempio Torino, la questione sia stata giustamente impostata e negli anni le risorse, che ora per Firenze appaiono esorbitanti, siano state destinate.Ma abbiamo anche denunciato che da almeno un paio d'anni l'azienda sanitaria non eroga la quota sanitaria che le compete se non dopo 12/18 mesi dal ricovero, venendo così a caricare sulle famiglie cifre intorno ai 3.000 euro al mese con la conseguenza che molti anziani restano a casa, in condizioni di semi abbandono e la famiglie dei parenti fanno le corse per dare un po' di assistenza, quando non succede che le donne abbandonino il lavoro per assistere l'anziano. A poco servono in questi casi i contributi economici erogati dal Comune, anch'essi calibrati sul reddito dell'anziano e dei figli, che lasciano comunque le donne senza lavoro quando l'anziano muore. Devastante poi questo sistema quando si tratti di due anziani che vivono con le loro pensioni e uno diventi non autosufficiente. In questo caso il coniuge è chiamato a partecipare economicamente e così si trova a dover sostenere affitto, bollette ecc. senza la pensione del ricoverato e con la propria dimezzata. La solitudine che porta alla morte deriva anche da queste condizioni.Ma oltre la questione economica la gravità del comportamento del Comune sta nella assoluta mancanza di rispetto del diritto costituzionale, sancito nell'articolo 38, che riconosce ad ogni cittadino l'assistenza quando non sia più in grado di provvedere a se stesso, avendo il Comune subordinato questo diritto alla partecipazione economica dei figli al pagamento della retta: infatti, qualora questi si rifiutino l'anziano non viene assistito.Chiediamo con forza la revisione del Regolamento comunale: è giusto che ogni anziano che usufruisce del servizio contribuisca con quello che ha, beni mobili e immobili come previsto dalla legge, ma non che questo sia chiesto ai familiari, come infatti sia il Codice civile che la legislazione prevedono.Anche in questi giorni siamo in attesa di risposta ad una interrogazione, depositata una ventina di giorni fa, relativa al Regolamento ed alla convenzione stipulata con le RSA da parte dell'Amministrazione.E' ora che finalmente si ripristini un corretto rapporto fra istituzione e cittadini, e non che si continui una modalità vessatoria che offende e riduce alla miseria tante famiglie. E' scontato che, visti i tempi di attesa, gli anziani e le famiglie che possono rivolgersi alle strutture private perché in grado di sostenere la spesa, lo fanno direttamente.Questo comportamento del Comune colpisce le situazioni che sono autosufficienti e le riduce alla miseria».(fn)