Università, approvato odg di PD, La Sinistra, PdCi, PS, Verdi, Rifondazione e Unaltracittà
E' terminata con l'approvazione di un ordine del giorno presentato da Partito Democratico, La Sinistra, Comunisti Italiani, Partito Socialista e Verdi insieme a Rifondazione Comunista e Unaltracittà/Unaltromondo, la seduta aperta del consiglio comunale dedicata all'università.Il documento impegna anzitutto il sindaco «a farsi soggetto attivo a garanzia del diritto di espressione e di manifestazione dei cittadini in maniera particolare in questa fase di mobilitazioni che vede tanti giovani coinvolti, tenendo conto che non si tratta di questioni di ordine pubblico ma di chiaro dissenso politico che in un Paese democratico deve essere garantito e anzi promosso».I firmatari dell'ordine del giorno chiedono anche l'intervento del sindaco «presso la presidenza della Repubblica affinché, dato il carattere strategico delle politiche sulla formazione universitaria e la ricerca, tale materia non venga trattata con decreti e colpi di maggioranza, ma con un serio confronto parlamentare, col coinvolgimento degli esponenti della cultura italiana e di tutti i soggetti interessati». (fn)Questo il testo dell'ordine del giorno:Ordine del GiornoIL CONSIGLIO COMUNALE DI FIRENZEriunito in seduta straordinaria aperta in data 4 novembre 2008udita la relazione del Sindaco, del Rettore dell'Università degli Studi di Firenze, del Presidente del CNR di Firenze, nonché gli interventi degli ospiti invitati in rappresentanza degli studenti, del personale tecnico amministrativo dell'Università e del CNR, dei ricercatori precari dell'Università e del CNR, oltre che dei consiglieriConsiderato che l'Università italiana, e l'Ateneo fiorentino in particolare, si trovano da lungo tempo in una situazione di estremo e crescente disagio che rischia di aggravarsi ulteriormente nel momento in cui saranno applicate le disposizioni riguardanti l'Università, contenute nella recente L. 133/2008Considerate le prese di posizione assunte dalla CRUI, dal CUN, nonchè da diverse Conferenze dei Presidi, dai Senati Accademici e dai Consigli di amministrazione della maggior parte degli Atenei Italiani, nonchè la posizione espressa dai Senati Accademici delle Università Toscane riunitisi per via straordinaria in seduta congiuntaViste le prese di posizione di molti organi collegiali delle Facoltà e dei Dipartimenti degli Atenei fiorentino e toscani;Vista la rilevante, giustificata protesta studentesca e la profonda preoccupazione dei giovani laureati e dei giovani docenti che svolgono con sacrificio e senza la giusta remunerazione tanta parte delle funzioni didattiche nel momento attuale;Vista l'attuale sordità da parte del Governo nei confronti dei pareri negativi delle rappresentanze dei docenti e delle associazioni di dottori di ricerca, dei dottorandi, contrattisti, precari e studenti, della CRUI e del CUN, delle Conferenze dei Presidi, dei Senati Accademici e Consigli di Amministrazione della maggior parte degli Atenei italiani;Valutata con grande preoccupazione l'opera intimidatoria che eminenti esponenti politici stanno avanzando e sollecitando, con grande senso di irresponsabilità, per interventi di ordine pubblico nelle situazioni di mobilitazione e manifestazione di politico dissenso;Considerato che, approfittando di attacchi mediatici (spesso diffamatori) su caratteri pur discutibili della gestione dell'Università, viene colpito il sistema pubblico nel suo insieme penalizzando anche gli Atenei con maggiore tradizione di ricerca e di insegnamento;Preso atto inoltre che l'Italia, che risulta nei primi posti delle classifiche europee e mondiali per la produttività scientifica, si sta distaccando progressivamente e rapidamente dalle medie dei paesi europei per investimenti destinati all'università. Infatti con appena lo 0,9% del PIL rispetto all'1,3%, il 2,6% della spesa pubblica totale rispetto al 2,8%, spesa per la ricerca pari all'1,09% del PIL contro il 2,26%, il nostro paese si pone ben al di sotto della media comunitaria e si rende inadempiente con il trattato di Lisbona che prevede una quota destinata alla ricerca pari al 3% del PIL entro il 2010. Tutto questo mentre aumentano gli stanziamenti per le spese militari e sta riemergendo l'evasione fiscale;Considerato che la già difficile situazione dell'Università italiana viene ulteriormente aggravato, fino all'esasperazione, dalla legge 133\2008 che infligge un colpo di grazia al sistema pubblico universitario e di ricerca in quanto mina principi Costituzionali fondamentali quali il "diritto allo studio" in una Università libera, democratica e aperta a tutti, il "diritto al lavoro" vero e non precario, il "diritto ad una vita dignitosa" a partire dalle condizioni salariali e materiali, sociali e culturali, la "libertà di insegnamento, di ricerca", prevedendo:una riduzione annuale fino al 2013 del Fondo di Finanziamento Ordinario di 467 milioni di euro (taglio del 6%) e un taglio del 46% sulle spese di funzionamento per sostenere l'abolizione dell'ICI sulla prima casa per le famiglie con redditi alti (per quelle con bassi redditi le misure erano già state studiate nella finanziaria 2008);una riduzione del turn-over al 20% per le università (su 5 che vanno in pensione 1 solo verrà assunto) nel periodo 2009-2013 (in termini finanziari -64 milioni di euro nel 2009, -190 milioni di euro nel 2010, -316 milioni di euro nel 2011, -417 milioni di euro nel 2012, -455 milioni di euro nel 2013). Per gli EPR si avrà una riduzione del 20% nel 2009 mentre dal 2010 al 2013 ogni unità di personale che esce potrà essere sostituita da una sola unità di personale in entrata e non in base al valore economico "liberato" (un dirigente di ricerca libera un valore economico che corrisponde a più unità di personale al primo impiego);una riduzione complessiva di spesa di quasi 4 miliardi di euro in 5 anni a cui si aggiunge un' ipotesi di ulteriori tagli previsti nel cosiddetto decreto "salva-banche".la trasformazione delle Università pubbliche in Fondazioni di diritto privato;anche per gli enti di ricerca come per le altre amministrazioni dello Stato, una riduzione della pianta organica pari almeno al 10%, con conseguente blocco delle assunzioni per molte realtà;Ritenuto che le misure descritte , ed in particolarei tagli indiscriminati senza accenni a criteri di valutazione, insopportabili per un settore già in grave sofferenza;la chiusura degli accessi ai giovani talenti;la possibilità di trasformazione in fondazionerischiano di modificare il sistema universitario nazionale in un sistema di formazione debole e con accessi indifferenziati in base al censo, mettono in serio rischio il normale esercizio della didattica e della ricerca nelle Università e nei centri di ricerca, tradiscono gli accordi europei e il dettato costituzionale sulla necessità della natura pubblica dell'istruzione, compresa quella universitaria;Osservato come eminenti professori abbiano sottolineato il carattere di incostituzionalità di alcune parti del provvedimento sopra richiamato, nello specifico l'articolo 16 "Facoltà di trasformazione in fondazioni dell'università" con particolare riguardo al comma 3 "Gli atti di trasformazione e di trasferimento degli immobili e tutte le operazioni ad essi connesse sono esenti da imposte e tasse", producendo un evidente onere per lo Stato, al quale vengono negate anche le relative entrate fiscali.Considerato che l'Ateneo fiorentino già soffre di carenza di risorse umane, amministrative e finanziarie e che con la messa in atto della legge 133/08 andrà incontro alla tangibile minaccia di un totale collasso dell'attività didattica e di ricerca, in particolare a causa della drastica riduzione del personale docente e di ricerca legata al sostanziale blocco del reclutamento contenuto nelle disposizioni sul turn-over di cui all'art 66 e dei pesanti tagli al fondo di finanziamento ordinario, che producono un ulteriore aggravamento della già insostenibile situazione economica dell'Ateneo FiorentinoRichiamata la conclusione del documento approvato all'unanimità dall'assemblea del 25 settembre 2008 dalla CRUI "Le linee di intervento della CRUI alla vigilia del nuovo anno accademico" nella quale si afferma e si evidenzia: "Deve essere sin d'ora chiaro che, in assenza di provvedimenti adeguati che diventino operativi entro il 2009, ai Rettori e alla CRUI non resterà che trarre le uniche conseguenze possibili e coerenti con le loro responsabilità di fronte ai rispettivi Atenei e al Paese"ESPRIMEla propria contrarietà ai provvedimenti adottati dal Governo contro l'Università pubblica, sottolinea i gravi rischi legati ad un indebolimento del ruolo complessivo della produzione e fruizione del sapere nel nostro Paese, cosi fortemente denunciati dalla CRUI, le cui conseguenze inevitabili e di portata dirompente per il sistema, procureranno danni irreversibili per il Paese, in particolare poiché:i tagli, previsti in maniera indiscriminata senza alcun accenno a criteri di valutazione, risultano insopportabili per un settore già in grave sofferenza e del tutto sottovalutato rispetto a quanto sta succedendo nel resto del mondo;vengono chiuse le porte ai giovani talenti, ovvero una delle risorse più pregiate del nostro paese;il taglio generalizzato dei finanziamenti, unito alla possibilità di trasformazione in fondazione privata rischia di modificare il sistema universitario nazionale in un sistema di formazione estremamente debole e con accessi differenziati in base al censo (nessun tetto per le tasse universitarie). Inoltre, senza alcun riferimento alla valutazione si selezioneranno le discipline e le sedi universitarie non sulla base del loro valore didattico e scientifico ma in ragione della diversità del contesto socio economico in cui operano;lo Stato non può garantire un percorso di acquisizione certa di diritti e immediatamente dopo tradire quella garanzia mettendo in gioco tanto la reputazione delle Istituzioni quanto le stesse basi di solidità civile dei cittadini;le norme approvate e in fase di discussione sono come bisturi di una demagogia impietosa nelle speranza viva dei giovani e dei precari di tutte le età e delle loro famiglie;la propria solidarietà e sostegno alle forme di mobilitazione che gli organi accademici, le categorie dei docenti, degli studenti, dei ricercatori precari, del personale tecnico amministrativo intenderanno attuare per contrastare i provvedimenti assunti dal Governo.CHIEDEche il Governo ritiri immediatamente la L. 133/2008;che il Parlamento non approvi il ddl n. 1441che, a partire dalla discussione parlamentare sulla legge finanziaria, si riaffermino gli obiettivi europei e si mettano a disposizione tutte le risorse necessarie per una riforma dell'Università finalizzata al rilancio complessivo della formazione e della ricerca, anche mediante la riduzione delle spese militari e il reperimento di risorse intensificando la lotta all'evasione fiscale;che, dato il carattere strategico delle politiche sulla formazione universitaria e la ricerca, tale materia non venga trattata con decreti e a colpi di maggioranza, ma con un serio confronto, con il coinvolgimento di tutti gli attori direttamente o indirettamente coinvolti (studenti, personale tecnico-amministrativo e dei servizi, docenti, associazioni sindacali e di categoria, organi di governo delle università, etc. ); che siano respinti tutti i tentativi di minare il carattere pubblico della formazione e della ricerca universitaria e che sia riaffermato il diritto allo studio per tutti, in nome dell'incondizionabile diritto al sapere e alla cultura.IMPEGNA IL SINDACOa farsi soggetto attivo a garanzia del diritto di espressione e di manifestazione dei cittadini in maniera particolare in questa fase di mobilitazioni che vede tanti giovani coinvolti, tenendo conto che non si tratta di questioni di ordine pubblico ma di chiaro dissenso politico che in un Paese democratico deve essere garantito e anzi promosso.a intervenire presso la presidenza della Repubblica affinché, dato il carattere strategico delle politiche sulla formazione universitaria e la ricerca, tale materia non venga trattata con decreti e colpi di maggioranza, ma con un serio confronto parlamentare, col coinvolgimento degli esponenti della cultura italiana e di tutti i soggetti interessati.