Università, Falciani e Ricca (PS): «Gli atenei devono attrarre studenti e ricercatori, anche dall'estero. E sfornare sempre più laureati di qualità»

«Gli atenei devono attrarre studenti e ricercatori, anche dall'estero. E sfornare sempre più laureati di qualità». Per Alessandro Falciani, capogruppo del Partito Socialista, ed il consigliere Marco Ricca l'università può «uscire dall'alternativa modello privatistico/modello pubblicistico» e «garantire che anche i giovani meno abbienti, purchè dotati di talento, siano messi in condizione di arrivare ai livelli più alti di istruzione».«Per ottenere questi obiettivi – hanno sottolineato i due esponenti della maggioranza intervenendo nel consiglio comunale di questo pomeriggio – basta vedere come funzionano gli altri sistemi universitari, quasi interamente pubblici come quello italiano».«Una parte del finanziamento deve essere pubblico – hanno spiegato Falciani e Ricca - ma assegnato sulla base di indicatori premianti la qualità. Le restanti parti devono venire dalle tasse di iscrizione e da privati. Retribuzioni, assunzioni, carriere devono essere di competenza delle università, risolvendo il problema del precariato e inaugurando un sistema che ne impedisca la rigenerazione».Falciani e Ricca si sono soffermati sulla situazione dell'ateneo fiorentino. «Il debito accertato - hanno ricordato - è attualmente di oltre 35 milioni di euro. Le ragioni sono essenzialmente due: la politica immobiliare dei decenni passati con la realizzazione dei Poli di Novoli e di Sesto che ha avuto il pregio di aver creato un'università funzionale superando la dispersione in micro-entità; la politica di promozioni interne eseguita negli ultimi anni: 862 ordinari, 757 associati, 745 ricercatori.Il frutto di una politica sbagliata di promozioni. Una corretta politica presume un sistema piramidale dove fa carriera chi realmente dimostra qualità di alto livello o competenze gestionali necessarie a guidar gruppi di ricerca consistenti. Si assiste invece alla piramide rovesciata che porta via molte risorse economiche ed appiattisce la retribuzione tra chi, professore ordinario, è isolato e chi gestisce strutture con gruppi da 10 a 100 elementi. E che continua a vivere sul precariato dei ricercatori».«Nella riunione del 24 ottobre scorso – hanno concluso - sono state rinviate sine die le assunzioni dal 1 Novembre di 23 ricercatori pregressi, di 1 associato,cofinanziato al 95 per cento dal Ministero, e di 23 dei 43 ricercatori cofinanziati lo scorso anno dallo stesso Ministero. Per gli altri 20 ricercatori cofinanziati, i cui concorsi sarebbero da espletare nel 2009, non si fanno ipotesi.Come in molte altre Università, la presenza di una vasta fascia di docenti entrati in cattedra nel 1980, data a cui risale la prima legge organica di riforma del sistema Universitario Nazionale, , fa prevedere nei prossimi anni un picco di pensionamenti.Inoltre numerosi precari che sono rimasti all'interno dell'Università con delle ragionevoli possibilità di poter partecipare ad un concorso in quanto era atteso questo maxi-pensionamento e quindi hanno scelto una carriera sottopagata e senza sicurezze per desiderio di affermare le loro capacità nel campo della ricerca, si troveranno senza più nessuna possibilità di essere assunti all'Università e fuori dal mercato del lavoro per la loro età troppo avanzata. A sua volta l''Università perderà tutto il lavoro di formazione e di selezione che è stato fatto negli anni». (fn)