Bilancio, dal '98 pressione fiscale sempre in calo e servizi in crescita. Domenici: "Ma il futuro è fosco per i tagli del governo"

Dal 1998 ad oggi la pressione fiscale del Comune di Firenze è significativamente diminuita rispetto ai valori nazionali. E' quanto emerge dall'elaborazione dei dati pubblicati on line dal sito del Ministero dell'Interno e presentati oggi in Palazzo Vecchio dal sindaco Leonardo Domenici e dall'assessore al Bilancio Tea Albini."Per me è un fatto particolarmente significativo poter fornire ai cittadini di Firenze questi dati, alla fine di due mandati da sindaco – ha commentato Domenici - Soprattutto perché siamo riusciti ad aumentare l'efficienza del nostro Comune in una situazione molto difficile, in presenza di continui tagli soprattutto nei trasferimenti da parte dello stato. E ciononostante, abbiamo aumentato e poi mantenuto costanti tutti i servizi erogati, che sono moltissimi: siamo uno dei Comuni in Italia che offre ai cittadini il livello maggiore nei servizi sociali per qualità e quantità".Il sindaco ha evidenziato anche la diminuzione del numero dei dipendenti comunali, passati da 6.008 nel 1999 a 5.219 nel 2007, ma ha anche sottolineato come la gestione diretta di alcuni servizi, come gli asili nido, abbia avuto costi nettamente inferiori rispetto a molte altre città. "Non si deve credere che le esternalizzazioni costino sempre meno dei servizi gestiti direttamente, soprattutto nel campo del sociale – ha commentato – E questa ne è la prova".Ma in futuro, ha sottolineato Domenici, non è detto che questo quadro possa rimanere positivo. "Noi siamo un Comune sano, efficiente ed efficace nella gestione delle sue politiche di bilancio e sociali – ha precisato - Ma la situazione in prospettiva per i Comuni italiani è sempre più fosca: perché, tenendo conto che entriamo in una fase di recessione, la politica del governo di aggiungere ai problemi dell'economia delle scelte fatte solo di tagli, non solo non aiuta ma diventa estremamente pesante. Se poi aggiungiamo che il governo sembra quasi voglia premiare i Comuni dove si è amministrato peggio (mi riferisco ai 140 milioni erogati a Catania, sull'orlo della bancarotta) e contemporaneamente bastonare Comuni come il nostro, che hanno amministrato meglio, vi lascio immaginare cosa può succedere nel futuro".In concreto, per quanto riguarda il bilancio 2008, a Firenze in questo momento ‘mancano' circa 41 milioni di euro: 29 milioni per il mancato rimborso dell'Ici prima casa; fra 8 e 9 milioni per il mancato rifinanziamento del Fondo per le politiche sociali; oltre 3 milioni per il taglio dei costi della politica (il risparmio previsto dal governo era di 3 milioni e 100, mentre in realtà è risultato di 68mila euro).In particolare, riguardo l'esenzione dell'Ici per la prima casa, Domenici ha le idee chiare: "Credo che se il governo Berlusconi potesse tornare indietro, non rifarebbe un provvedimento che sta creando moltissimi problemi non solo ai Comuni ma anche al governo, in questa situazione di crisi finanziaria. Soprattutto perché i calcoli erano sbagliati ed è stato istituito un fondo per il rimborso dell'Ici (così come il governo si è impegnato a fare) nettamente al di sotto di ciò che effettivamente i Comuni non hanno incassato. Credo che al ministero dell'Economia si stiano mangiando le mani..E chi ci rimette da questa situazione non è il sindaco o l'assessore, ma i cittadini e le famiglie".Riguardo alle prospettive per il bilancio 2009, la situazione è ancora più grave, spiega il sindaco, anche a fronte della fase recessiva nel Paese. "Proprio ieri ho avuto un incontro al ministero dell'Economia per rivedere gli obiettivi del Patto di stabilità interno di tutti i Comuni italiani, che sono particolarmente pesanti. In una situazione in cui il governo ha previsto di fatto il blocco delle entrate (soprattutto per tasse e tariffe, ma anche per le alienazioni), l'obiettivo di miglioramento di saldo si traduce di fatto in taglio della spesa". Per Firenze nel 2009 questa cifra è di circa 16 milioni, che si vanno ad aggiungere ai problemi dovuti all'Ici, al Fondo per le politiche sociali, al taglio dei costi della politica."Si avverte la necessità di un ritorno all'intervento pubblico, di un'attenzione a ciò che è bene pubblico – ha aggiunto il sindaco - Ma non solo per difendere i risparmi bancari: credo sia profondamente sbagliato pensare che l'intervento pubblico vada bene se c'è una crisi finanziaria, mentre sui servizi e la finanza locale si usa la scure. Non si capisce perché il governo abbia scelto, in un momento drammatico, di andare avanti con questo livello di conflittualità su questioni chiave che riguardano la vita familiare degli italiani, a cominciare dalla scuola. Forse perché i sondaggi davano alti consensi: ma si fa presto a scendere, molto presto".(ag)