Bosi (FI-Pdl): «Gli italiani non sono razzisti, ma vogliono unicamente severità con gli stranieri che delinquono»
Questo il testo dell'intervento di Enrico Bosi, consigliere di Forza Italia-Pdl:«Gli italiani non sono spaventati dal colore della pelle o dalla presenza di extracomunitari ma sono preoccupati dall'aumento della criminalità straniera e dalla concorrenza massiccia nei servizi sociali, negli ospedali, nelle scuole di ogni ordine e grado.Gli episodi, talvolta gravi, avvenuti nel nostro paese e presentati come atti di razzismo, anche se sovente non lo sono affatto, non trovano fondamento nei concetti di superiorità razziale e di xenofobia.Vanno benissimo le condanne pronunciate anche dalle massime autorità (Presidente della Repubblica e Papa su tutti), come sostiene il prof. Marzio Barbagli, sociologo di sinistra con cattedra universitaria a Bologna, ma non si deve pensare che siamo di fronte all'emergere di tendenze razziste. Lo stesso professore universitario afferma che nella frequentazione delle forze di polizia per acquisire dati utili alla sua ricerca sul tema dell'immigrazione e della sicurezza in Italia non ha riscontrato episodi di razzismo, ma al contrario ha trovato negli agenti e negli operatori sfiducia e frustrazione per il senso di inutilità dell'azione svolta. Da qui la necessità di una più concreta finalizzazione del prezioso lavoro svolto dalle forze dell'ordine. Chi sgarra va punito ed espulso immediatamente.Il professore Barbagli ha anche evidenziato nel proprio studio un aspetto della criminalità degli immigrati non adeguatamente pubblicizzato. E cioè che per alcune categorie di reati (stupro, rapina, omicidio, furto) le vittime sono più spesso altri stranieri piuttosto che gli italiani.Gli italiani non sono spaventati dagli immigrati, voglio ripetere ancora una volta, ma dalle problematiche che una immigrazione massiccia e senza controllo pone ai cittadini, alle autorità ed alle strutture sociali. Quei cittadini che appartengono alle classi sociali economicamente e socialmente più deboli (anziani e non) soffrono quotidianamente di forme, anche poco palesi, di ingiustizia generate dall'azione di aiuto e di assistenza rivolta, spesso in modo preferenziale, agli stranieri. Per non parlare poi di quanti, apparentemente integrati nella nostra società o almeno da essa accolti si sentono padroni e pensano di essere in diritto di offendere le nostre tradizioni ed il nostro vivere civile. Guai a chi lo denuncia, perché viene subito tacciato di razzista. Non è così che si affrontano i problemiQuesto infatti è la vera problematica che non siamo riusciti, neppure lontanamente, ancora a risolvere.Sull'integrazione degli stranieri siamo ancora molto indietro, sebbene gli immigrati siano ormai 3 milioni e mezzo. Queste persone servono ad un sacco di gente: famiglie, imprese e paradossalmente a che cerca sesso a buon mercato. L'Italia ha avuto notevoli vantaggi dall'immigrazione, ma il costo della criminalità è alto ed in certi momenti insopportabile e fa bene il Ministro Maroni a essere inflessibile con chi viene nel nostro paese soltanto per delinquere.Un solo dato dal quale si comprende la preoccupazione dei nostri concittadini. E' il caso di Bologna dove il 70% dei denunciati per il reato di spaccio è costituito da stranieri. Più in generale nelle grandi città del centro-nord la quota dei non italiani sui denunciati e condannati ha raggiunto i livelli dei paesi europei che hanno una percentuale di stranieri sulla popolazione molto maggiore della nostra. Oggi la principale differenza fra l'Italia e l'Europa centrosettentrionale è che noi non abbiamo ancora il problema delle seconde generazioni. Lo avremo tra 10 anni e quindi come ogni paese civile, l'Italia deve prepararsi in tempo».(fn)