"Più donna meno guerre", al Giardino dei Ciliegi un incontro per parlare dei diritti umani e la pace nel mondo

"Più donna meno guerre", con le donne per i diritti umani e la pace. E' l'iniziativa che si svolgerà questo pomeriggio al Giardino dei Ciliegi, organizzato dal Cospe, dall'associazione Giardino dei Ciliegi e dal Comune di Firenze, e che fa parte degli appuntamenti del Festival della Creatività.L'iniziativa consiste in un dialogo sui temi della pace tra l'assessore all'accoglienza e integrazione Lucia De Siervo, il presidente della commissione cultura Dario Nardella, il consigliere regionale Alessia Petraglia, il presidente dell'associazione Giardino dei Ciliegi Mara Baronti, il presidente del Cospe Fabio Laurenzi, e la parlamentare afgana Malalai Joya, Halima Abdi Arush president eOng somala e Igiaba Sciego."E' importante parlare di questi temi - ha detto l'assessore all'accoglienza e integrazione Lucia De Siervo - con donne che rivestono un ruolo importante e che soprattutto sono riuscite a ad affermare il loro pensiero in un contesto per loro veramente difficile. La loro storia spero possa essere un esempio per tante altre donne"."E' importante che il Comune di Firenze sia coinvolto nell'iniziativa del festival della Creatività - ha aggiunto il presidente della commissione cultura Dario Nardella - soprattutto sull'argomento su cui si dibatte oggi. La presenza di guerre fra popoli e stati, e il mancato riconoscimento del ruolo delle donne sono due aspetti solo apparentemente lontani, ma che invece si fondono in un'idea di progresso civile ed etico del mondo".Malalai Joya, è stata tra le più giovani parlamentari elette Afghanistan nel 2005 quando fu scelta per rappresentare Farah, la sua provincia, nella Wolesi Jirga (la Camera dei Deputati afghana). Malalai, sotto scorta fin dal 2003 quando si pronunciò publicamente contro i crimini dei "signori della guerra" che controllavano e ancora controllano i posti di comando del paese, il 21 maggio 2007 è stata espulsa dal Parlamento per aver criticato il suo governo di cui ha sottolineato la natura antidemocratica e fondamentalista. Malalai Joya, a rischio della sua stessa vita, continua a denunciare apertamente la presenza di 'signori della guerra', narcotrafficanti e violatori dei diritti umani nei posti di comando in Afghanistan. Continua inoltre la sua attività di sostegno concreto alla popolazione e per i diritti umani, è, infatti, responsabile di OPAWC (Organization of Promoting Afghan Women's Capabilities). Halima Abdu Arush – attivista politica somala- presidente di IIDA (Women's Development Organization) e presidente di SWA (Somali Women Agenda) (SWA, la piattaforma che dal 2007 che riunisce 16 associazioni di donne somale e della Diaspora). Prima della guerra era dirigente del Ministero dell'istruzione. Halima ha ricevuto 2 medaglie al valore e per merito dal presidente Mohamed Siad Barre. Ha partecipato come responsabile dei lavori in due regioni del sud della Somalia alla grande campagna d'alfabetizzazione dei nomadi nel 1974-1975. Presidente dell'organizzazione IIDA che ha vinto un award delle Nazioni Unite nel 1996.Igiaba Scego è nata in Italia, a Roma, da una famiglia di origini somale. Dopo la laurea in Letterature Straniere alla Sapienza di Roma, attualmente si occupa di scrittura, giornalismo e ricerca avente come centro il dialogo tra le culture e la dimensione della transculturalità e della migrazione. Collabora con molte riviste che si occupano di migrazione e di culture e letterature africane tra cui «Latinoamercica», «Carta», «il Ghibli» e «Migra». Le sue opere, si caratterizzano per il delicato equilibrio tra le sue due realtà culturali d'appartenenza, quella italiana e quella somala, quella d'origine e quella vissuta nella quotidianità, che restituiscono abilmente la doppiezza della dimensione sincretica in cui è cresciuta, resa significativamente dalla definizione che offre di se stessa: "Somala di origine, italiana per vocazione". Il suo ultimo libro si intitola "Oltre Babilonia" e racconta di un lungo viaggio che va dalla Roma multietnica di oggi alla Buenos Aires anni settanta, dalla Mogadiscio tumultuosa degli ultimi vent'anni a quella dell'epoca coloniale e dell'indipendenza, intrecciando storie e personaggi di una "Babilonia" del Terzo millennio.(pc)SEGUE FOTO TORRINI